Il team Kawasaki e Lascorz criticano la sicurezza di Imola
A quasi cinque mesi dal terribile incidente di Imola, Joan Lascorz ha trovato la forza di parlare di sé, di raccontare quanto accaduto e ringraziare tutti per l'affetto ricevuto. Non manca però qualche accenno polemico sulle condizoni di sicurezza di Imola, ma la sua priorità ora è di cercare di ricostruirsi una vita
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A metà mese il ritorno a casa
La situazione di Joan Lascorz, dopo il terribile incidente di Imola (qui la news), si può considerare stabilizzata, il pilota Kawasaki è tutt'ora ricoverato presso l'istituto di rieducazione Guttmann e sta portando avanti un programma riabilitativo complesso e difficoltoso. La lesione alla vertebra C6 ha condannato Lascorz a una situazione di paralisi quasi totale che interessa gambe, zona addominale e dita delle mani. Fortunatamente non sono compromesse la mobilità e la sensibilità di collo, braccia, spalle, gomiti e polsi. Il lavoro di riabilitazione presso l'istituto punta a permettere a "Jumbo" di convivere al meglio con il suo corpo e condurre una vita quanto più normale possibile. Questo percorso si sta per concludere e Lascorz entro metà mese potrà ritornare a casa.In un comunicato del team ritorna anche sulla dinamica dell'incidente di Imola, mettendo sotto accusa la sicurezza del circuito italiano: "Joan è caduto all'ingresso di una curva da effettuare in quinta marcia. Joan aveva la ruota anteriore leggermente sollevata da terra e una volta che la gomma ha ripreso contatto ha perso il controllo della moto. Le gravissime lesioni riportate non sono da attribuire alla caduta in sé ma dal fatto che ha colpito un muretto di una zona non protetta a quasi 200 km/h".
"Da adesso tutto cambia"
La scarsa sicurezza del tracciato di Imola è un pensiero ricorrente anche nella testa del pilota, combattuto tra considerare quello che gli è successo solo una tragica fatalità oppure la conseguenza di un'errata valutazione di sicurezza: "Beh, quello che mi è successo è stata una vera disgrazia - scrive Lascorz- Non so se causata dalla sfortuna o dal fatto che Imola non è adatta per guidare moto da 240 CV. In ogni caso, l'incidente è un punto di svolta per la mia carriera e la mia vita. Sarà difficile ma devo stringere i denti e andare avanti".
"Un grazie a tutti quelli che mi sono stati vicino"
Joan fin da subito è stato sommerso dall'affetto di familiari e colleghi. Un "carburante" fondamentale per superare di slancio l'incubo di questi primi mesi: "Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine: i piloti della Superbike, della MotoGP e tutte le altre categorie, così come Albert Llovera (rallista paraplegico, con lui nella foto di apertura), Filippo Preziosi, Oscar Lanza, ISidre Steve, Pau Bach. Un grazie anche ai medici della SBK, dell'Ospedale Maggiore di Bologna e dell'Istituto Guttmann: mi hanno trattato come un re! Grazie anche alla Federazione Spagnola, al mio sponsor e, soprattutto, alla mia famiglia che ha passato momenti terribili, quasi peggiori dei miei".
"Obiettivo: il futuro"
"Una volta fuori dall'istituto Guttmann, per me inizierà una nuova vita. Dovrò rivedere tutto, compreso cercare risorse finanziarie per poter andare avanti. Dovrò fissarmi nuovi obiettivi per per continuare a godermi la vita, anche se non con la stessa intensità di prima. A volte la tristezza prende il sopravvento, anche perché io ho iniziato a competere 18 anni fa con un cinquantino e sono riuscito a diventare un professionista. Questa lesione mi terrà lontano dalle corse per sempre. Rimane però l'affetto per tutti quelli che hanno creuto in me e mi hanno sostenuto anche in questi momenti difficili: Li ringrazio tutti, sono molto orgoglioso della mia carriera e di aver conosciuto delle persone meravigliose"Foto e immagini
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Grande coraggio e tanta voglia di vivere. Le critiche al circuito sono giuste ma lui è stato particolarmente sfortunato, nessuno prima si era fatto male in pieno rettilineo e in quelle circostanze, ci sono molti altri circuiti mondiali che hanno rettilinei non protetti da air fence e sono assolutamente sicuri
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Speriamo di vederti presto in sella, magari ad un Quad alla prossima Dakar!
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