È una naked elegante e costruita con cura, tanto metallo e poca plastica. L'elettronica vede al lavoro tre riding mode più uno personalizzabile, oltre al controllo di trazione regolabile e il cruscotto con display TFT da 5 pollici. All’avantreno spicca il poderoso impianto frenante, con una coppia di dischi da 310 mm e due pinze radiali a 4 pistoncini. La posizione di guida è d'attacco, un po’ caricata in avanti, ma le braccia non si stancano. Bene anche le pedane, arretrate il giusto. In sella c’è spazio per piloti di tutte le taglie, il passeggero invece sta scomodo: la sella è corta, le pedane sono alte e mancano gli appigli. Il quattro cilindri Honda piace: è super trattabile, con tanta spinta ai bassi e medi e un allungo vigoroso, peccato per qualche vibrazione agli alti regimi. La CB imposta le curve precisa, con la facilità tipica delle Honda: la ciclistica a punto se la cava bene dappertutto. Il cambio elettronico (optional sulla versione base, di serie sulla Black Edition) è un piacere da usare: passa da una marcia all’altra preciso e velocissimo. Scarsa la protezione dall’aria.
Quale scegliere
La versione Black Edition è accessoriata con piccolo cupolino, cover monoposto e cambio quickshifter; tutto sommato però meglio risparmiare qualcosa e puntare sulla versione base.
Pregi e difetti
La posizione di guida è comoda, il motore fluido e pronto fin dai regimi medio bassi. Frenata potente e sicura.
Trattandosi di una naked, la protezione dall'aria è quasi inesistente. Vibrazioni avvertibili in autostrada.
Foto e immagini
Honda CB 1000 R
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