Nella attuale famiglia Softail (nata nel 2017 dalla fusione delle precedenti famiglie Softail e Dyna) troviamo le custom/cruiser in classico stile H-D, nonché alcune interessanti variazioni in stile sport-tourer. Tutte montano il grosso bicilindrico a V di 45° denominato “Milwaukee Eight” di ultima generazione con distribuzione monoalbero e 4 valvole per cilindro, proposto in tre versioni che portano la sigla della cilindrata espressa in pollici cubici: 107 (1.746 cm3 e 87 CV, la versione “base”), 114 (1.868 cm3 e 94 CV) e 117 (1.923 cm3 e 106 CV). La Softail Standard e la Street Bob sono le custom “base” con ruota anteriore da 19”, pedane centrali e allestimenti senza troppi fronzoli. La Breakout è una specie di “dragster” con pedane avanzate, motore 114, ruota anteriore da 21” di diametro e posteriore da ben 240 mm di sezione. La Fatbob è una “bobber” muscolosa e aggressiva con carrozzeria ridotta all’osso, forcella a steli rovesciati, ruote entrambe da 16 “ e scarichi rialzati. La classicissima Fat Boy e la tourer Heritage (dotata di parabrezza e borse laterali di serie) sono le versioni “vintage”, in puro stile anni 50. Ma per chi vuole viaggiare veloce e con stile, la scelta è tra la elegante Sport Glide con motore 107 e la Low Rider ST con il “supermotore” 117: entrambe hanno cupolino (più grande e protettivo nella ST, più piccolo quello della Spirt Glide che però si può togliere in un attimo quando fa caldo) e borse laterali rigide. La Low Rider è proposta anche in versione S, senza cupolino e borse ma con motore 117: è la “sportiva” della famiglia Softail. Per tutte esistono tantissimi accessori originali che permettono di personalizzarle e “cucirsele addosso” come un abito su misura.
Confort solo discreto
Su strada le Softail offrono un discreto comfort: il monoammortizzatore sotto la sella lavora bene, ma ha una escursione limitata. La posizione di guida è diversa per ogni modello, perché ciascuno ha un diverso manubrio, una diversa sella e anche una diversa posizione delle pedane (centrali in alcuni modelli, avanzate in altri, ampie e semiavazate in altri ancora). I motori spingono tutti con vigore, ma in modo diverso: il 107 è il più rotondo ed equilibrato, il 114 ha un’erogazione più brusca e aggressiva, mentre il 117 delle Low Rider è una belva con potenza e coppia esagerate a tutti i regimi. Questo può diventare un problema su fondi con scarsa aderenza, perché le Softail non hanno alcun controllo di trazione né altri sistemi di assistenza alla guida, neanche le versioni con motore 117: tutto è affidato al pilota e alla sensibilità del suo polso. Il passo elevato rende queste moto un po’ impegnative nel traffico, ma allo stesso tempo stabili e piacevoli quando si viaggia “allegri”. I freni fanno il loro onesto lavoro, ma soprattutto nelle versioni con disco singolo anteriore faticano a controllare la massa di queste “motone”: bisogna usare i comandi con forza per avere una potenza adeguata.
Perché sì
Posizione in sella: tipicamente custom, con braccia e gambe distese.
Motore generoso fin dai bassi regimi.
Finiture curate in ogni aspetto.
Perché no
Comfort: anche se il mono posteriore lavora bene, l’escursione è sempre limitata.
Prezzo: sono costruite e rifinite benissimo, ma costano care.
Comfort: il calore emanato dal motore d’estate è fastidioso, vista la vicinanza alle “intimità” del pilota.
Galleria
Harley-Davidson Softail
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