Sicurezza stradale: nel 2014 i pirati sempre più impuniti
Nel 2014 è aumentato il numero dei casi di omissione di soccorso, l’Asaps denuncia la gravità della situazione, chiedendo pene più aspre per i pirati: "È un reato da includere tra quelli previsti nella sfera dell’Omicidio Stradale"
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Politica e trasporti
Servono pene più aspre per i pirati
A lanciare l’allarme è l’Osservatorio il Centauro-Asaps, che ha rilevato nel 2014 un aumento delle omissioni di soccorso negli incidenti stradali. Lo scorso anno ci sono stati 1009 casi e solo in 583 di questi si è riusciti a identificare il responsabile, detto in percentuali il 42,2 % dei pirati resta impunito. Inoltre in questi 583 casi solo in 121 occasioni si è giunti all'arresto dei colpevoli, cioè solo per il 20,8% dei casi, mentre l’anno scorso si era al 26,9% con 146 arresti. Se dunque nel 79,2% dei casi il denunciato rimane a piede libero, è più che legittima la domanda posta sul sito ufficiale asaps.it: c’è forse più “comprensione” verso i pirati?
Lo studio condotto parla anche di una fortissimo condizionamento delle condotte per alcol e droghe: i pirati sotto effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti spesso decidono di fuggire per paura di perdere la patente. Il vero problema, secondo l'Asaps, è l’inadeguatezza della pena: “La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è assurdamente irridente: in media 2 anni e 4 mesi. Si pensi quale esempio all’omicidio del piccolo Gionatan travolto e ucciso sulle strisce pedonali a Ravenna il 22 giugno scorso, per il quale il bulgaro, ubriaco e pirata, ha patteggiato la “simbolica” pena di anni 2 e mesi 9”.
Il caso di Gionatan ricorda come a pagare il prezzo più alto siano proprio i bambini: i minori di 14 anni rimasti vittima sono stati in tutto 81 (55 lo scorso anno), 5 dei quali sono rimasti uccisi (4,2%) e 76 feriti (6,2%). I dati raccolti mostrano inoltre come il pericolo più alto venga corso dai pedoni, che registrano il 38,6% dei decessi complessivi e il 33,8% di feriti.
L’Asaps chiede al Governo un intervento celere e deciso, assolutamente necessario per contrastare un fenomeno di tale gravità che, dati alla mano, va progressivamente aumentando. In particolare viene chiesto l’inserimento del reato di omissione di soccorso tra quelli previsti dell’omicidio stradale, “ergastolo della patente” compreso. Esattamente un anno fa, il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, dichiarava: “entro gennaio porterò in Consiglio dei Ministri un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l’introduzione del reato di omicidio stradale”; lo stesso Matteo Renzi, in data 10 dicembre 2014, ha annunciato che il tempo dell’impunità era finito, garantendo per il 2015 “un compimento delle cose dal punto di vista normativo”; queste sono soltanto alcune delle tantissime dichiarazioni di intenti che, nel corso degli anni, si sono succedute. Per il momento però, nulla di fatto: l’Asap torna ad insistere sulla necessità di accelerare e concretizzare i meccanismi utili alla soluzione del problema, sottolineando come “il provvedimento cammina lento, molto più lento della velocità dei pirati della strada”.
A lanciare l’allarme è l’Osservatorio il Centauro-Asaps, che ha rilevato nel 2014 un aumento delle omissioni di soccorso negli incidenti stradali. Lo scorso anno ci sono stati 1009 casi e solo in 583 di questi si è riusciti a identificare il responsabile, detto in percentuali il 42,2 % dei pirati resta impunito. Inoltre in questi 583 casi solo in 121 occasioni si è giunti all'arresto dei colpevoli, cioè solo per il 20,8% dei casi, mentre l’anno scorso si era al 26,9% con 146 arresti. Se dunque nel 79,2% dei casi il denunciato rimane a piede libero, è più che legittima la domanda posta sul sito ufficiale asaps.it: c’è forse più “comprensione” verso i pirati?
Lo studio condotto parla anche di una fortissimo condizionamento delle condotte per alcol e droghe: i pirati sotto effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti spesso decidono di fuggire per paura di perdere la patente. Il vero problema, secondo l'Asaps, è l’inadeguatezza della pena: “La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è assurdamente irridente: in media 2 anni e 4 mesi. Si pensi quale esempio all’omicidio del piccolo Gionatan travolto e ucciso sulle strisce pedonali a Ravenna il 22 giugno scorso, per il quale il bulgaro, ubriaco e pirata, ha patteggiato la “simbolica” pena di anni 2 e mesi 9”.
Il caso di Gionatan ricorda come a pagare il prezzo più alto siano proprio i bambini: i minori di 14 anni rimasti vittima sono stati in tutto 81 (55 lo scorso anno), 5 dei quali sono rimasti uccisi (4,2%) e 76 feriti (6,2%). I dati raccolti mostrano inoltre come il pericolo più alto venga corso dai pedoni, che registrano il 38,6% dei decessi complessivi e il 33,8% di feriti.
L’Asaps chiede al Governo un intervento celere e deciso, assolutamente necessario per contrastare un fenomeno di tale gravità che, dati alla mano, va progressivamente aumentando. In particolare viene chiesto l’inserimento del reato di omissione di soccorso tra quelli previsti dell’omicidio stradale, “ergastolo della patente” compreso. Esattamente un anno fa, il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, dichiarava: “entro gennaio porterò in Consiglio dei Ministri un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l’introduzione del reato di omicidio stradale”; lo stesso Matteo Renzi, in data 10 dicembre 2014, ha annunciato che il tempo dell’impunità era finito, garantendo per il 2015 “un compimento delle cose dal punto di vista normativo”; queste sono soltanto alcune delle tantissime dichiarazioni di intenti che, nel corso degli anni, si sono succedute. Per il momento però, nulla di fatto: l’Asap torna ad insistere sulla necessità di accelerare e concretizzare i meccanismi utili alla soluzione del problema, sottolineando come “il provvedimento cammina lento, molto più lento della velocità dei pirati della strada”.
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