Sepang: pioggia di novità tecniche sui test MotoGP
A tenere banco in Malesia sono state le nuove gomme Michelin: Ducati per ora le digerisce male, ma Dall'Igna ha lavorato per riportare la moto bolognese al top come motore. Yamaha migliora con un nuovo propulsore, ma è Suzuki a mostrare il migliore equilibrio generale. Honda non valutabile in attesa che Marquez recuperi dall'infortunio, grandi passi in avanti di Ktm e Aprilia
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Dopo i primi tre giorni di test del 2020 la MotoGP è già a metà del guado per quanto riguarda la preseason. Da quest'anno infatti le giornate si riducono da nove a sei e a Losail dal 22 al 24 febbraio si terranno le ultime prove prima del round inaugurale, sempre in Qatar con gran premio l'8 marzo. Andiamo a vedere con il nostro Guido Sassi le principali novità tecniche viste fino ad ora, casa per casa.
Michelin
Nonostante moto nuove o profondamente riviste, a tenere banco in Malesia è stato soprattutto il nuovo pneumatico posteriore della marca francese: una mezza rivoluzione, con cui tutti dovranno fare i conti. La nuova gomma ha un differente carcassa che aumenta l'impronta a terra a un'inclinazione di circa 45 gradi. Il risultato è una maggiore trazione, ma non al massimo angolo di piega. Ci sono altri aspetti da considerare: la posteriore “spinge” maggiormente in frenata, e richiede di modulare diversamente la staccata. Inoltre è tutto da scoprire il degrado sulla distanza gara: un po' perché nessuno è riuscito a simulare il chilometraggio a Sepang, ma anche perché le condizioni del tracciato erano molto particolari, con una quantità di gomma sull'asfalto difficilmente replicabile in altri circuiti. A un primo contatto la moto più penalizzata sembra essere la Ducati, mentre i 4 in linea (Suzuki e Yamaha) appaiono più favoriti dalle rispettive doti ciclistiche in curva. C'è ancora tuttavia un enorme margine di lavoro per tutti: bisognerà adeguare innanzitutto i vari set up di sospensioni ed elettronica, e in un secondo momento forse anche i telai saranno rivisti.
Honda
Hrc ha portato molte novità in diverse aree, anche se il prototipo della moto 2020 era in pista già dalla metà dell'anno scorso. Il nodo al momento è il motore: ha più potenza del propulsore 2019, ma il carattere della moto sarà difficile da definire fino a quando Marc Marquez non riuscirà a metterla alla frusta. Attualmente il campione del mondo in carica ha affermato di non essere in grado di spingere quanto vuole e quindi di non avere un feedback affidabile in materia. Il pilota di Cervera non si è risparmiato in quanto a giri percorsi, ma il ritmo non era quello che lui avrebbe voluto. Per quanto riguarda la ciclistica ci sarà tempo per adeguarla alle nuove esigenze, ma per adesso Crutchlow ha detto che la Rc213V in frenata è difficile quanto l'anno passato. Novità anche in campo aerodinamico, con ali più pronunciate all'anteriore.
Ducati
La casa bolognese è apparsa la più in difficoltà al termine della tre giorni malese. La Desmosedici - o meglio i suoi piloti- digeriscono male la nuova Michelin. Bagnaia ha detto che si fatica a spigolare le curve come in passato o il degrado aumenta troppo, Dovizioso sostiene di non avere trovato ancora la quadra in termini di assetto, ma è riuscito a girare forte con la mescola media invece che con la soft. Petrucci appare piuttosto in difficoltà e indica Yamaha e Suzuki come i maggiori beneficiari della nuova Michelin. Miller è apparso il più a suo agio del gruppo, ma tutti in Qatar dovranno lavorare molto per capire come limitare i danni in curva. A far sorridere gli uomini in rosso ancora una volta è il motore: cinque Ducati ai primi cinque posti come top speed, Dall'Igna che annuncia un'ulteriore evoluzione di motore in Qatar. In attesa che la moto vada a limare le proprie debolezze, sembra almeno avere ritrovato i propri punti di forza.
Yamaha
Era tra le case più attese e si è vista davvero tanta carne al fuoco: nuovo telaio, nuovo motore, nuova aerodinamica, persino un nuovo sistema di partenza mutuato dalla Ducati (ancora da affinare in realtà). Quartararo ha chiuso sempre davanti la tre giorni di test, Vinales è stato il più convincente sul passo, Rossi per la prima volta ha girato sul 58” e mezzo, quando l'anno scorso al terzo giorno non era riuscito a scendere sotto il 59”. Lorenzo ha girato nell'ultima giornata, facendo comparazioni tra la moto 2019 e la M1 2020. Ci sono nuovi elettronici nei box, sembra che il factory team sia galvanizzato da un momento particolarmente buono. Eppure il nuovo propulsore ancora non è all'altezza della concorrenza: Vinales dice che vale 5 chilometri di velocità di punta in più: significa che Yamaha ha grosso modo dimezzato lo svantaggio, pure ancora piuttosto importante. La M1 potrà anche essere insieme a Suzuki la miglior moto in percorrenza di curva, ma è in rettilineo che si sorpassa senza stressare la gomma e senza mettere il pilota in condizione di rischiare una caduta. Al momento Quartararo è il più veloce sul giro singolo, ma sul passo il francese non ha ancora il miglior ritmo: in prospettiva gara potrebbe avere problemi a rimanere con i primi fino all'ultima curva. Insomma, i segnali sono positivi, ma il Qatar dirà di più, soprattutto nel confronto con Ducati.
Suzuki
Tre telai diversi, un motore evoluto, un nuovo forcellone, piccoli affinamenti di aerodinamica. A livello visivo, il cambiamento più importante la Gsx-RR lo ha mostrato nella livrea azzurro-grigia, ma sotto pelle il prototipo di Hamamatsu è cambiato abbastanza da rendere veloci e felici i propri piloti. Il costruttore giapponese ormai da una paio di stagioni arriva a Sepang con le idee molto chiare e un programma di lavoro ben avviato. D'altronde nel corso dell'anno Suzuki – che delle tre giappo è quella con il budget meno importante- porta meno novità degli avversari e partire bene a inizio calendario è stato un atteggiamento che fino ad ora ha premiato. Rins ha tolto sette decimi al tempo 2019; Mir - che non è più un rookie- ha fatto altrettanto, arrivando al 58”7 già nella seconda giornata. Anche a Suzuki manca un po' di velocità di punta, ma per equilibrio generale la moto giapponese ha molto di che far contento Davide Brivio.
Ktm
Pol Espargaro è arrivato a dire che il nuovo motore di Mattighofen è a livello di Ducati: può sembrare eccessivo, ma come velocità di punta la Rc16 non paga quasi più dazio e soprattutto è migliorata l'erogazione, ora più progressiva. Il grosso passo in avanti è stato fatto però innanzitutto grazie al nuovo telaio a tubi di sezione ovale, il tutto “mixato” egregiamente dal lavoro del tester di lusso Dani Pedrosa. Ktm ha guadagnato più di un secondo rispetto a un anno fa, ma sono soprattutto le reazioni della moto a serbatoio scarico e gomme usurate a far sorridere i piloti. Basta scorrere la classifica con un occhio al cronometro e i riscontri sono più che positivi: Brad Binder, di professione rookie in classe regina, ha girato a 8 decimi da Quartararo. Questo non vuole dire che il sudafricano sia pronto a battagliare per un posto in top10 - ieri c'erano 19 moto in un secondo- ma comunque Ktm ha fatto enormi passi in avanti tanto da mettere un debuttante in condizione di girare alla pari con matrimoni più collaudati. Capitolo elettronica: tantissimo lavoro nel box austriaco, parecchi ingegneri dedicati e alcune soluzioni innovative, come il profilo frastagliato sul cupolino. A Mattoghofen non solo si copia più che discretamente la miglior concorrenza, ma si iniziano a esplorare nuove strade.
Aprilia
È stata l'unica casa a portare una moto davvero nuova: la RS-GP in versione 2020 presenta un V4 con angolo di 90°, il che ha permesso di disegnare una moto più snella, potente, con una curva di erogazione più favorevole. L'aerodinamica è stata completamente rivista e studiata da un team che ha integrato nuovi elementi tra le risorse umane. Non sono tanto i decimi guadagnati sul giro a far sorridere Aleix Espargaro, ma il fatto che la moto si comporti meglio sul passo e che sia più facile da frenare. Peccato che ha provare il nuovo prototipo di Noale ci sia stato solo lui, seppure supportato da Bradley Smith e Lorenzo Savadori. Il parere di Andrea Iannone sarebbe stato prezioso: la speranza è che nel giro di qualche giorno si risolva anche la vicenda doping - che al momento tiene fuori causa il pilota di Vasto- in modo da avere il team al completo per l'ultima sessione di test tra due settimane.
Michelin
Nonostante moto nuove o profondamente riviste, a tenere banco in Malesia è stato soprattutto il nuovo pneumatico posteriore della marca francese: una mezza rivoluzione, con cui tutti dovranno fare i conti. La nuova gomma ha un differente carcassa che aumenta l'impronta a terra a un'inclinazione di circa 45 gradi. Il risultato è una maggiore trazione, ma non al massimo angolo di piega. Ci sono altri aspetti da considerare: la posteriore “spinge” maggiormente in frenata, e richiede di modulare diversamente la staccata. Inoltre è tutto da scoprire il degrado sulla distanza gara: un po' perché nessuno è riuscito a simulare il chilometraggio a Sepang, ma anche perché le condizioni del tracciato erano molto particolari, con una quantità di gomma sull'asfalto difficilmente replicabile in altri circuiti. A un primo contatto la moto più penalizzata sembra essere la Ducati, mentre i 4 in linea (Suzuki e Yamaha) appaiono più favoriti dalle rispettive doti ciclistiche in curva. C'è ancora tuttavia un enorme margine di lavoro per tutti: bisognerà adeguare innanzitutto i vari set up di sospensioni ed elettronica, e in un secondo momento forse anche i telai saranno rivisti.
Honda
Hrc ha portato molte novità in diverse aree, anche se il prototipo della moto 2020 era in pista già dalla metà dell'anno scorso. Il nodo al momento è il motore: ha più potenza del propulsore 2019, ma il carattere della moto sarà difficile da definire fino a quando Marc Marquez non riuscirà a metterla alla frusta. Attualmente il campione del mondo in carica ha affermato di non essere in grado di spingere quanto vuole e quindi di non avere un feedback affidabile in materia. Il pilota di Cervera non si è risparmiato in quanto a giri percorsi, ma il ritmo non era quello che lui avrebbe voluto. Per quanto riguarda la ciclistica ci sarà tempo per adeguarla alle nuove esigenze, ma per adesso Crutchlow ha detto che la Rc213V in frenata è difficile quanto l'anno passato. Novità anche in campo aerodinamico, con ali più pronunciate all'anteriore.
Ducati
La casa bolognese è apparsa la più in difficoltà al termine della tre giorni malese. La Desmosedici - o meglio i suoi piloti- digeriscono male la nuova Michelin. Bagnaia ha detto che si fatica a spigolare le curve come in passato o il degrado aumenta troppo, Dovizioso sostiene di non avere trovato ancora la quadra in termini di assetto, ma è riuscito a girare forte con la mescola media invece che con la soft. Petrucci appare piuttosto in difficoltà e indica Yamaha e Suzuki come i maggiori beneficiari della nuova Michelin. Miller è apparso il più a suo agio del gruppo, ma tutti in Qatar dovranno lavorare molto per capire come limitare i danni in curva. A far sorridere gli uomini in rosso ancora una volta è il motore: cinque Ducati ai primi cinque posti come top speed, Dall'Igna che annuncia un'ulteriore evoluzione di motore in Qatar. In attesa che la moto vada a limare le proprie debolezze, sembra almeno avere ritrovato i propri punti di forza.
Yamaha
Era tra le case più attese e si è vista davvero tanta carne al fuoco: nuovo telaio, nuovo motore, nuova aerodinamica, persino un nuovo sistema di partenza mutuato dalla Ducati (ancora da affinare in realtà). Quartararo ha chiuso sempre davanti la tre giorni di test, Vinales è stato il più convincente sul passo, Rossi per la prima volta ha girato sul 58” e mezzo, quando l'anno scorso al terzo giorno non era riuscito a scendere sotto il 59”. Lorenzo ha girato nell'ultima giornata, facendo comparazioni tra la moto 2019 e la M1 2020. Ci sono nuovi elettronici nei box, sembra che il factory team sia galvanizzato da un momento particolarmente buono. Eppure il nuovo propulsore ancora non è all'altezza della concorrenza: Vinales dice che vale 5 chilometri di velocità di punta in più: significa che Yamaha ha grosso modo dimezzato lo svantaggio, pure ancora piuttosto importante. La M1 potrà anche essere insieme a Suzuki la miglior moto in percorrenza di curva, ma è in rettilineo che si sorpassa senza stressare la gomma e senza mettere il pilota in condizione di rischiare una caduta. Al momento Quartararo è il più veloce sul giro singolo, ma sul passo il francese non ha ancora il miglior ritmo: in prospettiva gara potrebbe avere problemi a rimanere con i primi fino all'ultima curva. Insomma, i segnali sono positivi, ma il Qatar dirà di più, soprattutto nel confronto con Ducati.
Suzuki
Tre telai diversi, un motore evoluto, un nuovo forcellone, piccoli affinamenti di aerodinamica. A livello visivo, il cambiamento più importante la Gsx-RR lo ha mostrato nella livrea azzurro-grigia, ma sotto pelle il prototipo di Hamamatsu è cambiato abbastanza da rendere veloci e felici i propri piloti. Il costruttore giapponese ormai da una paio di stagioni arriva a Sepang con le idee molto chiare e un programma di lavoro ben avviato. D'altronde nel corso dell'anno Suzuki – che delle tre giappo è quella con il budget meno importante- porta meno novità degli avversari e partire bene a inizio calendario è stato un atteggiamento che fino ad ora ha premiato. Rins ha tolto sette decimi al tempo 2019; Mir - che non è più un rookie- ha fatto altrettanto, arrivando al 58”7 già nella seconda giornata. Anche a Suzuki manca un po' di velocità di punta, ma per equilibrio generale la moto giapponese ha molto di che far contento Davide Brivio.
Ktm
Pol Espargaro è arrivato a dire che il nuovo motore di Mattighofen è a livello di Ducati: può sembrare eccessivo, ma come velocità di punta la Rc16 non paga quasi più dazio e soprattutto è migliorata l'erogazione, ora più progressiva. Il grosso passo in avanti è stato fatto però innanzitutto grazie al nuovo telaio a tubi di sezione ovale, il tutto “mixato” egregiamente dal lavoro del tester di lusso Dani Pedrosa. Ktm ha guadagnato più di un secondo rispetto a un anno fa, ma sono soprattutto le reazioni della moto a serbatoio scarico e gomme usurate a far sorridere i piloti. Basta scorrere la classifica con un occhio al cronometro e i riscontri sono più che positivi: Brad Binder, di professione rookie in classe regina, ha girato a 8 decimi da Quartararo. Questo non vuole dire che il sudafricano sia pronto a battagliare per un posto in top10 - ieri c'erano 19 moto in un secondo- ma comunque Ktm ha fatto enormi passi in avanti tanto da mettere un debuttante in condizione di girare alla pari con matrimoni più collaudati. Capitolo elettronica: tantissimo lavoro nel box austriaco, parecchi ingegneri dedicati e alcune soluzioni innovative, come il profilo frastagliato sul cupolino. A Mattoghofen non solo si copia più che discretamente la miglior concorrenza, ma si iniziano a esplorare nuove strade.
Aprilia
È stata l'unica casa a portare una moto davvero nuova: la RS-GP in versione 2020 presenta un V4 con angolo di 90°, il che ha permesso di disegnare una moto più snella, potente, con una curva di erogazione più favorevole. L'aerodinamica è stata completamente rivista e studiata da un team che ha integrato nuovi elementi tra le risorse umane. Non sono tanto i decimi guadagnati sul giro a far sorridere Aleix Espargaro, ma il fatto che la moto si comporti meglio sul passo e che sia più facile da frenare. Peccato che ha provare il nuovo prototipo di Noale ci sia stato solo lui, seppure supportato da Bradley Smith e Lorenzo Savadori. Il parere di Andrea Iannone sarebbe stato prezioso: la speranza è che nel giro di qualche giorno si risolva anche la vicenda doping - che al momento tiene fuori causa il pilota di Vasto- in modo da avere il team al completo per l'ultima sessione di test tra due settimane.
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