Incidenti stradali: le città italiane più pericolose per le moto
Il Centro Studi Continental ha stilato una classifica delle città più o meno sicure per gli utenti delle ruote in Italia. I dati si basano sul numero degli incidenti stradali avvenuti nel 2014. Migliora l'andamento rispetto al 2010 ma c'è ancora molta "strada" da fare...
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Politica e trasporti
Milano in testa. Meglio del 2010
Quali sono le città italiane più pericolose per i motociclisti? Ce lo svela il Centro Studi Continental, che ha svolto un’indagine sulla pericolosità dei capoluoghi italiani analizzando i dati del 2014 – sono stati considerati i soli casi di incidente in cui sono intervenute le Forze dell’Ordine. Al primo posto, in quanto a pericolo, c'è è Milano: il tasso è di ben 20,4 incidenti ogni 1000 motocicli circolanti. Seguono a ruota Firenze e Genova, che si attestano rispettivamente a quota 19,3 e 18,5. Per quanto riguarda la parte bassa della classifica, invece, all’ultimo posto troviamo Venezia (quindi la città più sicura, anche se caratterizzata da una mobilità "particolare") preceduta da Torino, forse la "vera" città più sicura: il tasso è intorno al 7,5 per entrambe le città. Rispetto alla media nazionale (del 6,4 per mille), è facile notare come la maggior parte degli incidenti avvenga nelle città dove il traffico è maggiore. Se parliamo di Milano, Genova e Firenze, inoltre, i rispettivi valori per gli incidenti avvenuti in auto è nettamente minore (soprattutto a Milano). Questo fenomeno è spesso causato dagli automobilisti distratti, magari impegnati nell’utilizzo del telefono, che sempre più spesso è causa di sinistri. Una freccia mancata o una svolta improvvisa sono sempre molto pericolose per chi guida una moto nella giungla urbana. Anche la manutenzione del manto stradale gioca un ruolo importante: pioggia, buche e pavé malmessi mietono facilmente vittime. Consola, dall’altra parte, il confronto con le statistiche del 2010: in quattro anni, infatti, in Italia si è registrata una diminuzione degli incidenti in moto del 33,6%. La fautrice dell’indagine si pone l’obiettivo del Vision Zero: zero vittime, zero feriti e zero incidenti stradali. Un risultato, forse utopistico, che è possibile raggiungere solo grazie ad una cooperazione tra le parti: mezzi e gomme più sicuri, guidatori più responsabili, sia alla guida che alla manutenzione del proprio mezzo, e amministrazione pubblica più attenta ai pericoli della circolazione.
Quali sono le città italiane più pericolose per i motociclisti? Ce lo svela il Centro Studi Continental, che ha svolto un’indagine sulla pericolosità dei capoluoghi italiani analizzando i dati del 2014 – sono stati considerati i soli casi di incidente in cui sono intervenute le Forze dell’Ordine. Al primo posto, in quanto a pericolo, c'è è Milano: il tasso è di ben 20,4 incidenti ogni 1000 motocicli circolanti. Seguono a ruota Firenze e Genova, che si attestano rispettivamente a quota 19,3 e 18,5. Per quanto riguarda la parte bassa della classifica, invece, all’ultimo posto troviamo Venezia (quindi la città più sicura, anche se caratterizzata da una mobilità "particolare") preceduta da Torino, forse la "vera" città più sicura: il tasso è intorno al 7,5 per entrambe le città. Rispetto alla media nazionale (del 6,4 per mille), è facile notare come la maggior parte degli incidenti avvenga nelle città dove il traffico è maggiore. Se parliamo di Milano, Genova e Firenze, inoltre, i rispettivi valori per gli incidenti avvenuti in auto è nettamente minore (soprattutto a Milano). Questo fenomeno è spesso causato dagli automobilisti distratti, magari impegnati nell’utilizzo del telefono, che sempre più spesso è causa di sinistri. Una freccia mancata o una svolta improvvisa sono sempre molto pericolose per chi guida una moto nella giungla urbana. Anche la manutenzione del manto stradale gioca un ruolo importante: pioggia, buche e pavé malmessi mietono facilmente vittime. Consola, dall’altra parte, il confronto con le statistiche del 2010: in quattro anni, infatti, in Italia si è registrata una diminuzione degli incidenti in moto del 33,6%. La fautrice dell’indagine si pone l’obiettivo del Vision Zero: zero vittime, zero feriti e zero incidenti stradali. Un risultato, forse utopistico, che è possibile raggiungere solo grazie ad una cooperazione tra le parti: mezzi e gomme più sicuri, guidatori più responsabili, sia alla guida che alla manutenzione del proprio mezzo, e amministrazione pubblica più attenta ai pericoli della circolazione.
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