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In Giappone più colonnine elettriche che distributori

Bloomberg certifica il “sorpasso” nel Paese del Sol Levante degli erogatori elettrici su quelli di benzina e gasolio. Con 40.000 punti di ricarica, la rete giapponese è tra le più capillari al mondo e tra le più evolute grazie al numero record di colonnine veloci in grado di fare il “pieno” a una moto in pochi minuti
In arrivo la ricarica senza fili
In Giappone ci sono più colonnine elettriche che stazioni di servizio. Il computo certificato dall'agenzia economica Bloomberg, è di 40.000 punti di ricarica contro 31.166 distributori di benzina e gasolio. In realtà alcuni studi, come quello di Nissan del 2016, sostenevano che il sorpasso fosse già avvenuto, anche se i conteggi includevano pure le “prese” private installate nelle aziende e nelle abitazioni dei possessori di veicoli elettrici. Altri sostengono che il raffronto sia impari, in quanto si considerano i punti di ricarica per l’elettrico e le stazioni di servizio per i combustibili tradizionali, mentre si dovrebbero contare gli erogatori di benzina e diesel. Qualunque parametro si prenda, rimane il fatto che il Paese del Sol Levante crede nel futuro della mobilità a batteria, spinta anche dalle pressioni dei costruttori d’auto locali come Nissan, Honda e Toyota. Con gli ultimi due ad avere progetti di rilievo anche a due o tre ruote. Honda sarebbe prossima a introdurre sul mercato uno scooter elettrico e Toyota è già attiva da anni nello sviluppo di un servizio di condivisione con il triciclo i-Road. A credere nei veicoli con la “scossa”, però, è pure il Governo che da alcuni anni concede agevolazioni a favore dei mezzi meno inquinanti, compresi quelli a idrogeno. Il risultato è il rapido sviluppo della rete alternativa, oggi tra le più capillari del mondo. Secondo alcune stime, gli erogatori elettrici negli Stati Uniti si fermerebbero a quota 9.000, mentre in Italia si superano di poco i 2.000 punti di ricarica. La differenza con le altre nazioni starebbe pure nella qualità della rete. Le colonnine veloci che consentono di fare il “pieno” di una moto in pochi minuti in Giappone sarebbero 6.500, contro le 3.000 stimate nell’intera Unione Europea e le 1.700 “contate” negli Stati Uniti. A rendere ancora più capillare l’infrastruttura elettrica del Sol Levante sarebbe l’intenzione dell’esecutivo di varare altri provvedimenti per incentivarne lo sviluppo. I più significativi riguardano il rilascio dell’autorizzazione per l’installazione di colonnine presso i “konbini”, minimarket aperti 24 ore e molto diffusi sul territorio, e l’abolizione di alcune norme antincendio che renderebbero possibile l’aggiunta di punti di ricarica nelle stazioni di servizio tradizionali. Un contributo potrebbe arrivare pure dal settore privato, come dall’azienda Hi Corp impegnata nello sviluppo di sistemi di ricarica senza fili che consentirebbero di fare “rifornimento” sia durante la sosta in un parcheggio, sia con il veicolo in movimento.
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