Dakar 2022, per Honda il 2º posto e tutti i piloti nella top 10
A Dakar 2022 appena finita, i piloti e il direttore generale del team HRC fanno il punto sui risultati. Al rammarico di aver perso il titolo dopo due anni di vittorie, si affianca la soddisfazione di vedere tutti e quattro i piloti nella top 10, con Pablo Quintanilla come migliore attore in 2ª posizione assoluta
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Off-Road
Medaglia d’argento e nessun problema alle moto
Ci è andato vicino, ma non è stato abbastanza. Pablo Quintanilla ha tentato il tutto per tutto nell'ultima tappa per rovesciare un risultato già scritto – ovvero la vittoria di Sam Sunderland su GasGas – ma l’impresa non è riuscita.
Il cileno, entrato a far parte del team Monster Energy Honda lo scorso maggio dopo un passato con Husqvarna, aveva iniziato l’ultima tappa della Dakar 2022 con un ritardo di 6’52’’ dal britannico ma, con una prova speciale di appena 164 chilometri, il tentativo di colmare il divario è fallito.
Nonostante la vittoria all'ultimo stage, dunque, Quintanilla si è dovuto accontentare del 2º posto assoluto, finendo la gara con un gap di 3’27’’.
“Sono molto contento del risultato e della mia performance per tutta la competizione” ha dichiarato il pilota HRC. “Ho gestito bene soprattutto la seconda settimana di gara, riuscendo a recuperare progressivamente del tempo grazie a una prestazione costante. Quello che l'intero team ha fatto è stato un lavoro incredibile per una gara davvero dura, dove non è mancata la tensione. Oggi in palio c'era il secondo posto, e c'era anche la possibilità di vincere la gara. Non è andata così, ma sono comunque contento del risultato. Ora è il momento di godersi questo momento”.
Insieme con Quintanilla, tutti i piloti del team sono riusciti ad arrivare al traguardo di Jeddah di un’edizione molto difficile del rally, con la Honda CRF450 Rally che ha superato l'intera Dakar senza accusare alcun problema meccanico.
La soddisfazione, comunque, è stata vedere i quattro alfieri della squadra finire la manifestazione entro le prime sette posizione assolute, anche se resta il rammarico per non essere riusciti a conservare il trofeo che, da due anni, campeggiava in casa Honda grazie alle vittorie di Ricky Brabec, nel 2020, e di Kevin Benavides (ora passato in KTM), l’anno scorso.
Lo statunitense, 7º nella classifica generale, ha così commentato: “In questo ultimo giorno abbiamo provato a spingere. Nonostante la navigazione non facile e le molte rocce presenti sul tracciato, speravo di recuperare tempo e vedere se qualcuno compiva qualche passo falso. Non ci siamo arresi fino alla fine, anche se non c'era molto che potessimo fare dopo una prima settimana decisamente difficile. Qualsiasi altra cosa diversa dalla vittoria è inaccettabile. Torneremo l'anno prossimo per provare a vincere”.
La quarantaquattresima edizione della Dakar ha visto, invece, un José Ignacio Cornejo ottenere due vittorie di tappa e concludere 6º assoluto: “Sono molto contento di questo stage finale, in cui non ho commesso errori e ho segnato un buon ritmo che mi ha fatto ottenere il 3º posto di giornata. Ma, se sono soddisfatto per aver concluso la Dakar in questo modo, non posso dire altrettanto dell'equilibrio generale, perché, nonostante abbia recuperato diverse posizioni la scorsa settimana, l'errore a inizio gara ha condizionato la fine. Quest'anno è stato il nostro turno di soffrire, ma ritorneremo”.
A occupare la 5ª posizione assoluta è, invece, Joan Barreda: “Ho ottenuto questo risultato dopo una settimana di gara in cui ho guidato con una clavicola rotta, e dopo aver perso 40 minuti per individuare un waypoint il primo giorno. Ho mantenuto la lucidità e la motivazione che ho avuto tutto l'anno nonostante le avversità, ma nella competizioni, a volte, le cose non vanno per il verso giusto. Tuttavia, è stato importante per me poter mostrare tutto il duro lavoro che è stato fatto negli ultimi sette mesi di preparazione in vista della Dakar, e ora è il momento di riposarci un po' prima di pensare a nuovi obiettivi”.
Anche il direttore generale del team Ruben Faria – ex pilota KTM, medaglia d’d'argento alla Dakar 2013 – ha espresso il suo pensiero sull’andamento della gara: “Mi congratulo con tutta la squadra perché la Dakar è una gara molto impegnativa. Siamo riusciti a vincere le ultime due edizioni e in questo 2022 siamo arrivati secondi, ma abbiamo lottato fino alla fine per la vittoria. È stata una soddisfazione piazzare tutti e quattro i piloti tra i primi sette. La prima settimana siamo partiti in svantaggio, a cominciare dal prologo, e sono convinto che questo abbia condizionato la prima tappa, dov’era presente un waypoint molto difficile da scovare e dove i piloti hanno perso molto tempo, e questo si è andato a ripercuotere sulle tappe successive. Tuttavia, abbiamo lottato ogni giorno per migliorare passo dopo passo. Avremmo voluto mantenere il titolo, ma c'è una dura competizione tra i marchi e i piloti di squadre diverse. Concludiamo a testa alta una Dakar davvero ardua, con prove speciali lunghe e difficili in cui ognuno ha dato il meglio di sé stesso”.
Ci è andato vicino, ma non è stato abbastanza. Pablo Quintanilla ha tentato il tutto per tutto nell'ultima tappa per rovesciare un risultato già scritto – ovvero la vittoria di Sam Sunderland su GasGas – ma l’impresa non è riuscita.
Il cileno, entrato a far parte del team Monster Energy Honda lo scorso maggio dopo un passato con Husqvarna, aveva iniziato l’ultima tappa della Dakar 2022 con un ritardo di 6’52’’ dal britannico ma, con una prova speciale di appena 164 chilometri, il tentativo di colmare il divario è fallito.
Nonostante la vittoria all'ultimo stage, dunque, Quintanilla si è dovuto accontentare del 2º posto assoluto, finendo la gara con un gap di 3’27’’.
“Sono molto contento del risultato e della mia performance per tutta la competizione” ha dichiarato il pilota HRC. “Ho gestito bene soprattutto la seconda settimana di gara, riuscendo a recuperare progressivamente del tempo grazie a una prestazione costante. Quello che l'intero team ha fatto è stato un lavoro incredibile per una gara davvero dura, dove non è mancata la tensione. Oggi in palio c'era il secondo posto, e c'era anche la possibilità di vincere la gara. Non è andata così, ma sono comunque contento del risultato. Ora è il momento di godersi questo momento”.
Insieme con Quintanilla, tutti i piloti del team sono riusciti ad arrivare al traguardo di Jeddah di un’edizione molto difficile del rally, con la Honda CRF450 Rally che ha superato l'intera Dakar senza accusare alcun problema meccanico.
La soddisfazione, comunque, è stata vedere i quattro alfieri della squadra finire la manifestazione entro le prime sette posizione assolute, anche se resta il rammarico per non essere riusciti a conservare il trofeo che, da due anni, campeggiava in casa Honda grazie alle vittorie di Ricky Brabec, nel 2020, e di Kevin Benavides (ora passato in KTM), l’anno scorso.
Lo statunitense, 7º nella classifica generale, ha così commentato: “In questo ultimo giorno abbiamo provato a spingere. Nonostante la navigazione non facile e le molte rocce presenti sul tracciato, speravo di recuperare tempo e vedere se qualcuno compiva qualche passo falso. Non ci siamo arresi fino alla fine, anche se non c'era molto che potessimo fare dopo una prima settimana decisamente difficile. Qualsiasi altra cosa diversa dalla vittoria è inaccettabile. Torneremo l'anno prossimo per provare a vincere”.
La quarantaquattresima edizione della Dakar ha visto, invece, un José Ignacio Cornejo ottenere due vittorie di tappa e concludere 6º assoluto: “Sono molto contento di questo stage finale, in cui non ho commesso errori e ho segnato un buon ritmo che mi ha fatto ottenere il 3º posto di giornata. Ma, se sono soddisfatto per aver concluso la Dakar in questo modo, non posso dire altrettanto dell'equilibrio generale, perché, nonostante abbia recuperato diverse posizioni la scorsa settimana, l'errore a inizio gara ha condizionato la fine. Quest'anno è stato il nostro turno di soffrire, ma ritorneremo”.
A occupare la 5ª posizione assoluta è, invece, Joan Barreda: “Ho ottenuto questo risultato dopo una settimana di gara in cui ho guidato con una clavicola rotta, e dopo aver perso 40 minuti per individuare un waypoint il primo giorno. Ho mantenuto la lucidità e la motivazione che ho avuto tutto l'anno nonostante le avversità, ma nella competizioni, a volte, le cose non vanno per il verso giusto. Tuttavia, è stato importante per me poter mostrare tutto il duro lavoro che è stato fatto negli ultimi sette mesi di preparazione in vista della Dakar, e ora è il momento di riposarci un po' prima di pensare a nuovi obiettivi”.
Anche il direttore generale del team Ruben Faria – ex pilota KTM, medaglia d’d'argento alla Dakar 2013 – ha espresso il suo pensiero sull’andamento della gara: “Mi congratulo con tutta la squadra perché la Dakar è una gara molto impegnativa. Siamo riusciti a vincere le ultime due edizioni e in questo 2022 siamo arrivati secondi, ma abbiamo lottato fino alla fine per la vittoria. È stata una soddisfazione piazzare tutti e quattro i piloti tra i primi sette. La prima settimana siamo partiti in svantaggio, a cominciare dal prologo, e sono convinto che questo abbia condizionato la prima tappa, dov’era presente un waypoint molto difficile da scovare e dove i piloti hanno perso molto tempo, e questo si è andato a ripercuotere sulle tappe successive. Tuttavia, abbiamo lottato ogni giorno per migliorare passo dopo passo. Avremmo voluto mantenere il titolo, ma c'è una dura competizione tra i marchi e i piloti di squadre diverse. Concludiamo a testa alta una Dakar davvero ardua, con prove speciali lunghe e difficili in cui ognuno ha dato il meglio di sé stesso”.
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