MotoGP 2020, Iannone: “Non mi preoccupa il TAS, sono pulito”
MotoGP news – Giovedì 15 ottobre il TAS deciderà sulla squalifica per doping di Andrea Iannone. Il pilota di Vasto è sicuro della propria innocenza, spera che tutto si risolva in maniera positiva per poter tornare in sella alla sua Aprilia
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L'attesa è (quasi) finita
Il 17 dicembre scorso Andrea Iannone è stato squalificato dalla FIM perché trovato positivo a un controllo antidoping e successivamente la Corte Disciplinare, ad aprile, aveva confermato la condanna a 18 mesi. La sentenza però aveva riconosciuto che il pilota di Vasto era innocente poiché aveva assunto involontariamente la sostanza proibita attraverso il cibo mentre si trovava in Malesia. Per questo Iannone ha fatto ricorso al TAS, il tribunale arbitrale sportivo, e domani giovedì 15 ottobre ci sarà l’udienza, a cui farà seguito la sentenza.
Il pilota in una conferenza stampa ha ribadito la sua posizione: “Giovedì sarà il giorno più importante della mia vita, si deciderà il mio futuro. Non sono preoccupato: quando una persona è ‘pulita’, non ha nulla di cui preoccuparsi, questo è sempre stato il mio modo di vivere. Eppure non è stato facile arrivare fino qui: ogni giorno, dal 17 dicembre ad oggi, non c’è stato un solo momento in cui non abbia pensato a questa situazione. Mi manca la mia moto, il mio sport, il mio lavoro, penso sempre a tutto quello che mi è stato tolto. Mi auguro solo che tutto questo finisca presto, per poter tornare a correre il prima possibile con Aprilia. Per quanto riguarda il mio rapporto con Aprilia sono tranquillo: loro mi hanno aspettato, mi aspettano, so bene qual è la loro priorità, qual è la priorità di entrambi. Quindi sotto questo aspetto non sono preoccupato, anzi sono assolutamente orgoglioso e motivato”.
Al suo fianco in conferenza c’era il suo avvocato Antonio De Rensis e l’ad di Aprilia Racing Massimo Rivola, in rappresentanza della casa di Noale. Dovesse però arrivare l’ipotesi peggiore, ovvero la qualifica a 4 anni, o dovesse essere confermata quella a 18 mesi, le cose si metterebbero male e Rivola ha spiegato: “In quel caso non potremmo più aspettarlo. Significherebbe compromettere un’altra stagione, dovremmo partire in un modo e cambiare in un altro modo, con un pilota che non guida una moto da 12 mesi, è tantissimo tempo. È un rischio, abbiamo visto quanti incidenti ci sono stati a Jerez perché i piloti non guidavano da tanto tempo. Quindi siamo consapevoli che aspettare Iannone, ad oggi, è un rischio. Ma speriamo una volta per tutte di avere questa benedetta sentenza, confidiamo anche che il talento di Iannone sia talmente speciale da recuperare il tempo perduto”.
Altrimenti sul mercato ci sarebbe Andrea Dovizioso, per ora ancora a piedi in vista del 2021, un’idea che certamente interesserebbe Aprilia: “Dal momento in cui Dovizioso si è detto sul mercato, è stato il nostro primo pensiero. Avere un pilota come Dovizioso comporta una serie di operazioni: il vicecampione del mondo degli ultimi anni, che viene ad aiutarti per sviluppare la moto, sarebbe un’opportunità unica”.
Il 17 dicembre scorso Andrea Iannone è stato squalificato dalla FIM perché trovato positivo a un controllo antidoping e successivamente la Corte Disciplinare, ad aprile, aveva confermato la condanna a 18 mesi. La sentenza però aveva riconosciuto che il pilota di Vasto era innocente poiché aveva assunto involontariamente la sostanza proibita attraverso il cibo mentre si trovava in Malesia. Per questo Iannone ha fatto ricorso al TAS, il tribunale arbitrale sportivo, e domani giovedì 15 ottobre ci sarà l’udienza, a cui farà seguito la sentenza.
Il pilota in una conferenza stampa ha ribadito la sua posizione: “Giovedì sarà il giorno più importante della mia vita, si deciderà il mio futuro. Non sono preoccupato: quando una persona è ‘pulita’, non ha nulla di cui preoccuparsi, questo è sempre stato il mio modo di vivere. Eppure non è stato facile arrivare fino qui: ogni giorno, dal 17 dicembre ad oggi, non c’è stato un solo momento in cui non abbia pensato a questa situazione. Mi manca la mia moto, il mio sport, il mio lavoro, penso sempre a tutto quello che mi è stato tolto. Mi auguro solo che tutto questo finisca presto, per poter tornare a correre il prima possibile con Aprilia. Per quanto riguarda il mio rapporto con Aprilia sono tranquillo: loro mi hanno aspettato, mi aspettano, so bene qual è la loro priorità, qual è la priorità di entrambi. Quindi sotto questo aspetto non sono preoccupato, anzi sono assolutamente orgoglioso e motivato”.
Al suo fianco in conferenza c’era il suo avvocato Antonio De Rensis e l’ad di Aprilia Racing Massimo Rivola, in rappresentanza della casa di Noale. Dovesse però arrivare l’ipotesi peggiore, ovvero la qualifica a 4 anni, o dovesse essere confermata quella a 18 mesi, le cose si metterebbero male e Rivola ha spiegato: “In quel caso non potremmo più aspettarlo. Significherebbe compromettere un’altra stagione, dovremmo partire in un modo e cambiare in un altro modo, con un pilota che non guida una moto da 12 mesi, è tantissimo tempo. È un rischio, abbiamo visto quanti incidenti ci sono stati a Jerez perché i piloti non guidavano da tanto tempo. Quindi siamo consapevoli che aspettare Iannone, ad oggi, è un rischio. Ma speriamo una volta per tutte di avere questa benedetta sentenza, confidiamo anche che il talento di Iannone sia talmente speciale da recuperare il tempo perduto”.
Altrimenti sul mercato ci sarebbe Andrea Dovizioso, per ora ancora a piedi in vista del 2021, un’idea che certamente interesserebbe Aprilia: “Dal momento in cui Dovizioso si è detto sul mercato, è stato il nostro primo pensiero. Avere un pilota come Dovizioso comporta una serie di operazioni: il vicecampione del mondo degli ultimi anni, che viene ad aiutarti per sviluppare la moto, sarebbe un’opportunità unica”.
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