Paton è una storica factory milanese specializzata nella produzione di moto da corsa. Il mitico Giuseppe “Pep” Pattoni negli anni 60 e 70 dava filo da torcere con la sua Paton 500 bicilindrica ai grandi costruttori nel Mondiale 500 e nei Campionati italiani. Seguendo la filosofia della 500 è nata la S1, una piccola “racer” con motore bicilindrico Kawasaki 650 che ha vinto la categoria Lightweight del Tourist Trophy, la più famosa (e pericolosa) gara su strada che si svolge ogni anno sull’Isola di Man. È una moto costruita a mano, che il cliente può personalizzare nella componentistica come meglio crede, fino ad arrivare ad avere una replica fedele dei modelli che nelle road racing hanno ben pochi rivali.
Posizione di guida distesa
La posizione di guida è da moto da corsa anni 70: si sta sdraiati sul serbatoio con le braccia distese verso i semimanubri lontani, mentre le pedane sono alte e arretrate. Bisogna appoggiarsi al fondo della sella per avere un minimo di comfort. L’assetto (pensato per le competizioni) è rigido, ma le sospensioni sono ampiamente regolabili. Il bicilindrico spinge deciso a tutti i regimi e sfoggia un allungo vigoroso, accompagnato dal suono grintoso dello scarico SC. Tra le curve la Paton richiede impegno fisico: nonostante il peso “piuma” l’avantreno non è dei più facili da inserire in curva, soprattutto nello stretto, ma una volta impostata la traiettoria si rivela stabile e preciso. Ok il cambio elettronico e impressionante la frenata, potentissima ma priva di ABS: maneggiare con cura sul bagnato...
Perché sì
Il fascino di questa moto è assoluto, sembra di guidare una modello uscito dagli anni 70, ma con la tecnologia di oggi e raffinatezze degne di una SBK ufficiale.
La cura nell'assemblaggio è maniacale, frutto di un montaggio fatto interamente a mano,
Il motore Kawasaki ha ottime prestazioni ed è molto affidabile.
Le possibilità praticamente infinite di personalizzazione.
Perché no
È una moto piuttosto scomoda, d'altra parte nasce per vincere le gare, non certo per andare a passeggio sulle litoranee.
La carena è stretta e c'è poco riparo per il pilota che è costretto a "spalmarsi" sul serbatoio.
Il prezzo è elevato, ma l'unicità di questa moto lo giustifica ampiamente
Galleria
Paton S1
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