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SBK 2020, Redding: “La MotoGP non era il posto giusto per me”

SBK news – Uno dei volti nuovi della stagione 2020 è Scott Redding. Ex pilota MotoGP, campione in carica del BSB, è ora pilota ufficiale Ducati. Scott ha raccontato delle difficoltà in MotoGP che l'hanno portato quasi al ritiro, della rinascita in BSB e della grande opportunità che ora gli si è presentata
"Nel BSB ho ritrovato la scintilla"
Scott Redding ha disputato cinque stagioni nella top class prima di ritrovarsi senza una sella e passare al BSB, la Superbike britannica. L’inglese quest’anno è pronto al debutto nel mondiale Superbike nel team ufficiale Ducati e ha raccontato così il momento più difficile della sua carriera, quando ha anche pensato di smettere: “Nel 2018 la mia carriera era finita, più o meno. Ero stanco, non volevo più correre. Avevo 25 anni e pensavo di aver già dato tutto in questo sport. Non stavo aggiungendo nulla alla mia vita: non mi sentivo felice e non avevo successo. Stavo pensando di mettermi a fare altro. Non vedevo la luce in fondo al tunnel, non vedevo alcun futuro davanti. Stavo lottando, soffrivo molto e detestavo tutto questo. Mi ero stancato, mi è dispiaciuto molto aver perso il titolo mondiale della Moto2 per un infortunio. Per me andare in MotoGP è stata una nuova sfida: il mio obiettivo era provare a vincere il Campionato del Mondo, credevo di potercela fare. Ma mi sentivo nel posto sbagliato ogni volta che andavo da qualche parte. Non era il periodo giusto. Aprilia è stata come l’ultima pugnalata. Una squadra ufficiale, la moto l’anno prima non era poi così male… Ma eravamo alle solite. Quando sono arrivato hanno cambiato la moto o hanno cambiato qualcos’altro e all’improvviso le cose non andavano più bene. Mi sono demoralizzato, sapevo che c'era qualcosa da migliorare, ma non ce la facevo. In MotoGP c’è tantissima pressione, ti guardano milioni di persone da tutto il mondo. Per me arrivare 15°, 16° o 17° era umiliante. Alcuni potranno dire che sono comunque soddisfatti dato che sono in MotoGP… Ma non è il mio caso”. Poi ad un certo punto la sua carriera è ripartita nel BSB: “Quando ho deciso di continuare a correre, ho detto al mio agente: ‘Trovami una moto e una squadra in grado di vincere. Non me ne frega niente se un quad, una moto d’acqua o le gare con i trattori: l’importante è che sia qualcosa che mi permetta di riuscire a dimostrare alla gente quanto valgo!  Sono finito nel campionato inglese Superbike e da lì ho ritrovato l’entusiasmo e quella scintilla per tornare alla vittoria. Non sono andato lì pensando di arrivare tra i primi cinque. Avevo bisogno di vincere. Un sacco di gente pensava: ‘ecco, Scott è finito, non ce la farà’... Sono ancora quel ragazzo di Gloucester. Se sento il bisogno di correre, allora lo faccio nel miglior modo possibile”. Poi finalmente, la grande occasione nel team ufficiale Ducati in Superbike: “Davanti a me ora c’è una grande stagione e voglio essere pronto al 100%. Se vuoi lottare per essere il migliore, devi essere pronto al meglio. Per me la persona migliore è me stesso: voglio provare a migliorarmi ogni giorno. Questo è tutto quello che posso fare. Ho una squadra alle spalle e una casa costruttrice che hanno le carte in regola e il potenziale per poter arrivare al vertice”.
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