Aprilia RSV4, arriva un'aerodinamica in stile MotoGP?
Il sistema prevede dei condotti nella zona del parafango anteriore per incanalare l'aria verso il radiatore, riducendo la superficie dello stesso e pulendo contemporaneamente i flussi. Da quest'anno nella classe regina è vietato intervenire in quell'area del mezzo, ma la soluzione potrebbe essere trasposta sulla RSV4 per la produzione di serie e per un futuro uso agonistico nel mondiale delle derivate di serie
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Spy
Una domanda di brevetto recentemente depositata e resa pubblica da Bike Social, mostra come Aprilia stesse lavorando a fondo sull'aerodinamica per le moto di alte prestazioni: le limitazioni entrate in vigore nel 2020 in MotoGP rendono il progetto non realizzabile nella classe regina del motorsport, ma lasciano invece immaginare una possibile applicazione nella produzione legata alla superbike.
Un problema mai risolto
Il brevetto si concentra su uno degli equilibri più difficili da raggiungere nelle moto da gara: ottenere abbastanza aria di raffreddamento per i radiatori limitando contemporaneamente il “drag”, ovvero l'eccesso di resistenza all'avanzamento. La posizione tradizionale del radiatore, tra il motore e la ruota anteriore, rappresenta un compromesso poco soddisfacente in termini di sezione frontale e aerodinamica. Il flusso d'aria che raggiunge il radiatore è abbondante, ma inevitabilmente disturbato dalla ruota anteriore. Il radiatore perciò deve essere costruito più grande e più pesante di quanto potrebbe essere fatto contando su un flusso d'aria più pulito.
La soluzione
L'idea di Aprilia, chiaramente illustrata nel suo nuovo brevetto, è quella di avanzare i condotti di aspirazione dell'aria dal radiatore sulla ruota anteriore, per garantire alle prese d'aria una fornitura d'aria non disturbata. Ciò, a sua volta, consente di ridurre la superficie del radiatore stesso, risparmiando peso rispetto a un layout convenzionale. Inoltre, il design pulisce il flusso d'aria sull'esterno della carrozzeria, mentre un'appendice sulla parte superiore del parafango chiude l'apertura sopra la ruota anteriore durante l'accelerazione - quando le forcelle sono in estensione- spingendo l'aria ai lati e lontano dall'apertura del radiatore. Viceversa, quando le forcelle si comprimono durante la frenata, l'appendice del parafango si inserisce all'interno della carenatura del cupolino.
I limiti regolamentari
L'elemento chiave dell'idea sono i condotti dell'aria su entrambi i lati della ruota anteriore. Da quest'anno in MotoGP però non è ammesso porre appendici in quest'area, perché il cerchio deve essere totalmente visibile, ad eccezione di quanto già coperto dal parafango stesso. In futuro l'idea potrebbe tornare utile in superbike, dove il sistema sarebbe ammesso a patto che sia già presente sulla moto stradale. In questo senso il brevetto sembra indicare la volontà della casa di Noale di proteggere innanzitutto la propria idea in ambito commerciale e di produzione. I recenti test sulla RSV4 in pista e le dichiarazioni di Rivola – propenso a un ritorno di Aprilia nel mondiale a patto che si possa correre con la 1100- fanno però già sognare i tifosi, che ancora rimpiangono una delle moto più vincenti e indovinate degli ultimi vent'anni tra le derivate di serie.
Un problema mai risolto
Il brevetto si concentra su uno degli equilibri più difficili da raggiungere nelle moto da gara: ottenere abbastanza aria di raffreddamento per i radiatori limitando contemporaneamente il “drag”, ovvero l'eccesso di resistenza all'avanzamento. La posizione tradizionale del radiatore, tra il motore e la ruota anteriore, rappresenta un compromesso poco soddisfacente in termini di sezione frontale e aerodinamica. Il flusso d'aria che raggiunge il radiatore è abbondante, ma inevitabilmente disturbato dalla ruota anteriore. Il radiatore perciò deve essere costruito più grande e più pesante di quanto potrebbe essere fatto contando su un flusso d'aria più pulito.
La soluzione
L'idea di Aprilia, chiaramente illustrata nel suo nuovo brevetto, è quella di avanzare i condotti di aspirazione dell'aria dal radiatore sulla ruota anteriore, per garantire alle prese d'aria una fornitura d'aria non disturbata. Ciò, a sua volta, consente di ridurre la superficie del radiatore stesso, risparmiando peso rispetto a un layout convenzionale. Inoltre, il design pulisce il flusso d'aria sull'esterno della carrozzeria, mentre un'appendice sulla parte superiore del parafango chiude l'apertura sopra la ruota anteriore durante l'accelerazione - quando le forcelle sono in estensione- spingendo l'aria ai lati e lontano dall'apertura del radiatore. Viceversa, quando le forcelle si comprimono durante la frenata, l'appendice del parafango si inserisce all'interno della carenatura del cupolino.
I limiti regolamentari
L'elemento chiave dell'idea sono i condotti dell'aria su entrambi i lati della ruota anteriore. Da quest'anno in MotoGP però non è ammesso porre appendici in quest'area, perché il cerchio deve essere totalmente visibile, ad eccezione di quanto già coperto dal parafango stesso. In futuro l'idea potrebbe tornare utile in superbike, dove il sistema sarebbe ammesso a patto che sia già presente sulla moto stradale. In questo senso il brevetto sembra indicare la volontà della casa di Noale di proteggere innanzitutto la propria idea in ambito commerciale e di produzione. I recenti test sulla RSV4 in pista e le dichiarazioni di Rivola – propenso a un ritorno di Aprilia nel mondiale a patto che si possa correre con la 1100- fanno però già sognare i tifosi, che ancora rimpiangono una delle moto più vincenti e indovinate degli ultimi vent'anni tra le derivate di serie.
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