Ohvale GP0, moto sportiva in miniatura
Costruita con componentistica “made in Italy”, la Ohvale è una vera moto da corsa in miniatura a cui non manca nulla. La componentistica è tutta made in Italy e c'è tutto per potersi divertire ed andare forte. Reattiva e sensibile alle regolazioni, la Ohvale è proposta in due versioni ed è una vera e propria scuola per giovani piloti e per chi ha voglia di divertirsi in pista senza spendere un capitale
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Foto e immagini
Ovale GP0, la vera “minigp”
Un “gioiellino” nato per il puro divertimento, la passione ma soprattutto per imparare i segreti della pista, per grandi e piccoli, con costi contenuti. Questo è l’Ohvale, la minimoto “pensata” dal costruttore veneto Valerio Da Lio, in passato legato anche ad Aprilia come il progettista Mariano Fioravanzo, “papà” dei motori V2 e V4 della casa di Noale e Claudio “Caio” Pellizzon, storico collaudatore che ha portato in pista tutte le Aprilia sportive. Costruita con componentistica “made in Italy”, la Ohvale è una vera moto da corsa in miniatura a cui non manca nulla: telaio a traliccio perimetrale, sospensioni regolabili (monoammortizzatore posteriore e forcella rovesciata all’anteriore) e freni con pinze a quattro pistoncini ad attacco radiale. Notevole e per nulla lasciata al caso, la cura dei particolari: semimanubri, pedane, supporti e piastre di sterzo sono infatti in alluminio, ricavati dal pieno, il tappo del serbatoio del carburante e di tipo aeronautico e le leve di cambio e freno sono regolabili. Due le motorizzazioni disponibili, a quattro tempi sia per facilità di utilizzo ma soprattutto per costi di gestione contenuti. Si va dal performante monocilindrico di 160 cm3 raffreddato ad aria a quattro rapporti, capace di erogare 16 CV alla ruota, al più “tranquillo” monomarcia da 110 cm3 e 8 CV, meno impegnativo ma particolarmente indicato per muovere i primi passi in pista. Per entrambe l’impianto di scarico è della Arrow, con collettori in acciaio e terminale in acciaio con fondello in carbonio. Non casuale la scelta delle ruote da 10 pollici che danno la possibilità di poter girare sia sulle piste di velocità che sui kartodromi, rientrando nell’omologazione minima e massima per i due tipi di tracciato. Ricchissimo il catalogo di optional per le piccole “special”: si va dalle grafiche personalizzate a alle parti di carrozzeria in carbonio, viteria e corone in ergal, kit pignoni, ammortizzatore di sterzo, carburatore da 26 per la 160 cm3 e leva specifica per il cambio rovesciato. Per avere le GP0 bisogna rivolgersi direttamente alla casa costruttrice, la Ohvale S.R.L. di Mogliano Veneto. Tre sono i colori disponibili: rosso, bianco e nero mentre i prezzi vanno dai 3.980 euro della 160 a marce ai 3.680 della 110 monomarcia.
Uno spasso e una bella “scuola” tra i cordoli
La prova in pista della GP0 si è svolta sul circuito pavese di Castelletto di Branduzzo, 1,9 km di curve e tornanti, scenario perfetto per le piccole Ohvale. In sella sorprende subito la capacità, nonostante le dimensioni (147 cm di lunghezza, 63 di larghezza per 65 kg di peso a secco) di accogliere piloti di ogni taglia e il merito va al collaudatore “Caio” Pellizzon che ne ha curato con successo anche l’ergonomia di sella, manubri e pedane. Tra i cordoli la GP0 va trattata come una vera moto da corsa, bisogna curare la posizione in sella perché i movimenti del pilota possono cambiare in un attimo l’assetto della moto, guidare decisi ma non “cattivi” per evitare reazioni “strane” dell’avantreno, leggero ma sempre ben piantato grazie alla forcella di qualità. Il motore spinge bene, l’erogazione è progressiva e piena ma non è brusca, sempre ben gestibile dal pilota, il suono dello scarico grintoso. L’uso del cambio è limitato, la prima marcia serve solo per partire poi terza e quarta sono i rapporti ideali per affrontare ogni curva del circuito pavese. Dopo pochi giri, trovata la posizione ideale in sella, ci si comincia a divertire, imparando a sfruttare bene tutta la pista e i cordoli, entrando nelle curve veloci a gas aperto perché la ciclistica e le gomme lo permettono. Anche la frenata è potente ma sempre ben gestibile, basta una leggera pressione sulla leva per rallentare la GP0 anche nelle staccate più decise, senza mai mettere in crisi l’avantreno. Meno grintosa ma anche molto meno impegnativa la “monomarcia” con 8 CV, adatta più ai kartodromi e ai giovani piloti “in erba”, perfetta per imparare ad affrontare le curve e mantenere le traiettorie senza il “pensiero” di cambio e frizione. Insomma, le GP0 sono l’ideale per divertirsi (tanto) su piste e kartodromi con costi relativamente bassi, si caricano in macchina e le spese di gestione della moto (gomme e benzina) sono irrisorie se messe a confronto con quelle di una giornata in pista con una moto “vera”.
Un “gioiellino” nato per il puro divertimento, la passione ma soprattutto per imparare i segreti della pista, per grandi e piccoli, con costi contenuti. Questo è l’Ohvale, la minimoto “pensata” dal costruttore veneto Valerio Da Lio, in passato legato anche ad Aprilia come il progettista Mariano Fioravanzo, “papà” dei motori V2 e V4 della casa di Noale e Claudio “Caio” Pellizzon, storico collaudatore che ha portato in pista tutte le Aprilia sportive. Costruita con componentistica “made in Italy”, la Ohvale è una vera moto da corsa in miniatura a cui non manca nulla: telaio a traliccio perimetrale, sospensioni regolabili (monoammortizzatore posteriore e forcella rovesciata all’anteriore) e freni con pinze a quattro pistoncini ad attacco radiale. Notevole e per nulla lasciata al caso, la cura dei particolari: semimanubri, pedane, supporti e piastre di sterzo sono infatti in alluminio, ricavati dal pieno, il tappo del serbatoio del carburante e di tipo aeronautico e le leve di cambio e freno sono regolabili. Due le motorizzazioni disponibili, a quattro tempi sia per facilità di utilizzo ma soprattutto per costi di gestione contenuti. Si va dal performante monocilindrico di 160 cm3 raffreddato ad aria a quattro rapporti, capace di erogare 16 CV alla ruota, al più “tranquillo” monomarcia da 110 cm3 e 8 CV, meno impegnativo ma particolarmente indicato per muovere i primi passi in pista. Per entrambe l’impianto di scarico è della Arrow, con collettori in acciaio e terminale in acciaio con fondello in carbonio. Non casuale la scelta delle ruote da 10 pollici che danno la possibilità di poter girare sia sulle piste di velocità che sui kartodromi, rientrando nell’omologazione minima e massima per i due tipi di tracciato. Ricchissimo il catalogo di optional per le piccole “special”: si va dalle grafiche personalizzate a alle parti di carrozzeria in carbonio, viteria e corone in ergal, kit pignoni, ammortizzatore di sterzo, carburatore da 26 per la 160 cm3 e leva specifica per il cambio rovesciato. Per avere le GP0 bisogna rivolgersi direttamente alla casa costruttrice, la Ohvale S.R.L. di Mogliano Veneto. Tre sono i colori disponibili: rosso, bianco e nero mentre i prezzi vanno dai 3.980 euro della 160 a marce ai 3.680 della 110 monomarcia.
Uno spasso e una bella “scuola” tra i cordoli
La prova in pista della GP0 si è svolta sul circuito pavese di Castelletto di Branduzzo, 1,9 km di curve e tornanti, scenario perfetto per le piccole Ohvale. In sella sorprende subito la capacità, nonostante le dimensioni (147 cm di lunghezza, 63 di larghezza per 65 kg di peso a secco) di accogliere piloti di ogni taglia e il merito va al collaudatore “Caio” Pellizzon che ne ha curato con successo anche l’ergonomia di sella, manubri e pedane. Tra i cordoli la GP0 va trattata come una vera moto da corsa, bisogna curare la posizione in sella perché i movimenti del pilota possono cambiare in un attimo l’assetto della moto, guidare decisi ma non “cattivi” per evitare reazioni “strane” dell’avantreno, leggero ma sempre ben piantato grazie alla forcella di qualità. Il motore spinge bene, l’erogazione è progressiva e piena ma non è brusca, sempre ben gestibile dal pilota, il suono dello scarico grintoso. L’uso del cambio è limitato, la prima marcia serve solo per partire poi terza e quarta sono i rapporti ideali per affrontare ogni curva del circuito pavese. Dopo pochi giri, trovata la posizione ideale in sella, ci si comincia a divertire, imparando a sfruttare bene tutta la pista e i cordoli, entrando nelle curve veloci a gas aperto perché la ciclistica e le gomme lo permettono. Anche la frenata è potente ma sempre ben gestibile, basta una leggera pressione sulla leva per rallentare la GP0 anche nelle staccate più decise, senza mai mettere in crisi l’avantreno. Meno grintosa ma anche molto meno impegnativa la “monomarcia” con 8 CV, adatta più ai kartodromi e ai giovani piloti “in erba”, perfetta per imparare ad affrontare le curve e mantenere le traiettorie senza il “pensiero” di cambio e frizione. Insomma, le GP0 sono l’ideale per divertirsi (tanto) su piste e kartodromi con costi relativamente bassi, si caricano in macchina e le spese di gestione della moto (gomme e benzina) sono irrisorie se messe a confronto con quelle di una giornata in pista con una moto “vera”.
Carta d'identità
Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore | monocilindrico 4T |
Cilindrata (cm3) | 161,1 |
Raffreddamento | ad aria |
Alimentazione | a carburatore |
Cambio | 4 marce |
Potenza CV (kW)/giri | nd |
Freno anteriore | a disco |
Freno posteriore | a disco |
Velocità massima (km/h) | nd |
Dimensioni
Altezza sella (cm) | nd |
Interasse (cm) | nd |
Lunghezza (cm) | 147 |
Peso (kg) | 65 |
Pneumatico anteriore | 3.50-10" |
Pneumatico posteriore | 3.50-10" |
Capacità serbatoio (litri) | 2,5 |
Riserva litri | nd |
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che figata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! forse con questa riesco a rovinare le saponette!
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