Yamaha MT-09, in cantiere una versione turbo?
Alcuni brevetti depositati da Yamaha ci stuzzicano parecchio: ecco un’inedita MT-Turbo. Il tre cilindri parrebbe molto simile a quello della precedente MT-09, aggiornato però con la fasatura variabile e abbinato alla sovralimentazione. Difficile pronosticare se e quando questo "mostro" potrebbe diventare realtà
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MT Turbo?
Presentata solo pochi giorni fa, la nuova Yamaha MT-09 potrebbe in futuro essere affiancata da una versione turbo spinta da un tre cilindri sovralimentato. L’indiscrezione arriva direttamente da un brevetto, corredato da fotografia, depositato dalla stessa Yamaha riguardante un prototipo inedito.
A spingerlo, dicevamo, dovrebbe esserci un tre cilindri di cubatura identica a quello montato sul vecchio modello MT-09, ma caratterizzato da un alesaggio ridotto (73 mm contro i 78 di prima) e una corsa più lunga (67,5 mm) e, ovviamente, abbinato ad un turbo.
Risultato: la potenza di picco sale a 180 CV a 8.500 giri/min e la coppia addirittura a 176,17 Nm, di cui il 90% già disponibile a soli 3.000 giri/min. A rendere il tutto ancora più interessante, anche la fasatura variabile delle valvole (sia di aspirazione sia di scarico) e l'iniezione diretta del carburante: tecnologie che abbinate al turbo potrebbero fare un bella differenza, sia in termini di prestazioni assolute che di riduzione delle emissioni inquinanti.
In base a quanto riportato nel brevetto dalla stessa Yamaha, le emissioni di CO2 risulterebbero infatti inferiori di circa il 30% rispetto ai motori non sovralimentati e, in generale, le emissioni di monossido di carbonio, NOx, idrocarburi e particolato sarebbero ben al di sotto dei limiti imposti dall’Euro 5. Particolare, quest’ultimo, che potrebbe in futuro garantirne l’accesso anche a una ipotetica Euro 6. A livello ciclistico, dal brevetto notiamo invece parecchie somiglianze con la MT-10, con cui la versione turbo potrebbe condividere telaio, forcellone, sospensioni, ruote, freni, serbatoio e sella. Il tutto per un peso complessivo di 230 kg: 20 in più della sorella “tradizionale”. Basteranno il turbo e la fasatura variabile a compensare l’aumento di peso? È molto probabile che la risposta sia positiva, ma trattandosi di un prototipo in fase di sviluppo, è ancora rischioso sbilanciarsi. Inoltre, perché il progetto possa trasformarsi concretamente in un modello “definitivo” bisognerà attendere ancora parecchio tempo, lasciandone così presagire ulteriori modifiche.
Risultato: la potenza di picco sale a 180 CV a 8.500 giri/min e la coppia addirittura a 176,17 Nm, di cui il 90% già disponibile a soli 3.000 giri/min. A rendere il tutto ancora più interessante, anche la fasatura variabile delle valvole (sia di aspirazione sia di scarico) e l'iniezione diretta del carburante: tecnologie che abbinate al turbo potrebbero fare un bella differenza, sia in termini di prestazioni assolute che di riduzione delle emissioni inquinanti.
In base a quanto riportato nel brevetto dalla stessa Yamaha, le emissioni di CO2 risulterebbero infatti inferiori di circa il 30% rispetto ai motori non sovralimentati e, in generale, le emissioni di monossido di carbonio, NOx, idrocarburi e particolato sarebbero ben al di sotto dei limiti imposti dall’Euro 5. Particolare, quest’ultimo, che potrebbe in futuro garantirne l’accesso anche a una ipotetica Euro 6. A livello ciclistico, dal brevetto notiamo invece parecchie somiglianze con la MT-10, con cui la versione turbo potrebbe condividere telaio, forcellone, sospensioni, ruote, freni, serbatoio e sella. Il tutto per un peso complessivo di 230 kg: 20 in più della sorella “tradizionale”. Basteranno il turbo e la fasatura variabile a compensare l’aumento di peso? È molto probabile che la risposta sia positiva, ma trattandosi di un prototipo in fase di sviluppo, è ancora rischioso sbilanciarsi. Inoltre, perché il progetto possa trasformarsi concretamente in un modello “definitivo” bisognerà attendere ancora parecchio tempo, lasciandone così presagire ulteriori modifiche.
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