Triumph e la ricerca della velocità
Ad Agosto sul lago salato di Bonneville Triumph tenterà di riappropriarsi del titolo di “World Fastest Motorcycle” e del record di velocità su terra per motociclette con un mezzo costruito attorno ai propulsori di due Rocket III. Per un’impresa così ci voleva un pilota iconico: chi meglio di Guy Martin?
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Tourist Trophy
Che fine hai fatto, Guy?
Il 2016 per il basettatissimo Guy Martin non è stato un anno come tutti gli altri. Questa volta però le moto, le vittorie e gli incidenti non c’entrano, o meglio c’entrano meno del solito: prima le voci, rivelatisi per ora infondate, su una possibile conduzione del celeberrimo format inglese sui motori Top Gear, poi la mancata apparizione alle gare clou della stagione, North West 200 e soprattutto il TT dell’isola di Man, perchè impegnato al Tour Divide Mountain Bike Challenge, portato a termine con successo dopo oltre 2.700 miglia dal Canada fino in Nuovo Messico pedalate in solitaria.
Un vero e proprio allontanamento volontario dalle piste, pardon, dalle strade quello del pilota inglese, comunque abbastanza avvezzo a imprese oltre le righe.
Pare infatti che la lista di gare che Martin salterà quest’anno si allungherà anche all’Ulster GP, la corsa più veloce al mondo, poiché il pilota del Lincolnshire sarà impegnato altrove. Dove? Sul lago salato di Bonneville per tentare di battere una record di velocità su terra, questa volta sì, su una motocicletta, una Triumph per la precisione. Come dice lui stesso: «Non vedo l’ora di portare per la prima volta questa estate il Triumph Infor Rocket Streamliner sulla piana salata di Bonneville! Gli ingegneri di Triumph hanno fatto un lavoro incredibile, dandoci un’ottima possibilità di battere il record di velocità su terra per le motociclette».
Il brand inglese è legato in maniera indissolubile alla piana salata di Bonneville: nel Settembre 1956, su quella distesa bianca, Johnny Allen ottenne il primo record con una velocità massima di 193,72 mph e in suo onore, all’Earls Court Bike Show del 1959 fu presentata la T120 Bonneville.
Tanti sono i precedenti del marchio di Hinckley e tanti sono i loro missili a due ruote che hanno stracciato primati: il Devil’s Arrow, il Texas Cee-gar, il Dudek Streamliner e il Gyronaut X1, il primo streamliner a raggiungere la velocità di 245,667 mph (equivalenti a 395,28 km/h). L’obiettivo di Triumph è superare la soglia dei 376,363 mph (circa 605 Km/h) e ora tocca a Martin, in sella, o meglio sdraiato, dentro al Triumph Rocket Streamliner, un mezzo capace di erogare ben 1'000 bhp di potenza e realizzato appositamente per abbattere l’attuale record. Questo siluro britannico è caratterizzato da una resistente monoscocca in carbon Kevlar, progettata per proteggere il pilota e i due motori Rocket III turbocompressi di cui è dotato lo streamliner. I propulsori sono alimentati a metanolo e producono una potenza complessiva di ben 1.000 bhp a 9'000 giri/minuto. La motocicletta è lunga 7,77 metri, larga appena 0,6 metri e alta 0,91 e concorrerà nella categoria della divisione C (motociclette streamliner).
Per iscrivere il nome suo e di Triumph nella storia della velocità Martin dovrà battere Rocky Robinson che nel 2010 ha raggiunto le 376,363 mph (605,697 km/h) a bordo dello streamliner Top Oil-Ack Attack mosso dai motori di due Suzuki Hayabusa sovralimentati da una turbina Garrett.
Ci riuscirà l’istrionico Guy? Per ora sembra che l’unica sfida impossibile da vincere per lui sia il Tourist Trophy, quasi una maledizione. Nel frattempo cimentandosi in imprese come quella di Bonneville, si sta trasformando in una specie di versione moderna dei gloriosi Bud Ekins e a Evel Knievel, stuntmen e recordmen degli anni Sessanta, guarda caso spesso in sella a una Triumph.
Il 2016 per il basettatissimo Guy Martin non è stato un anno come tutti gli altri. Questa volta però le moto, le vittorie e gli incidenti non c’entrano, o meglio c’entrano meno del solito: prima le voci, rivelatisi per ora infondate, su una possibile conduzione del celeberrimo format inglese sui motori Top Gear, poi la mancata apparizione alle gare clou della stagione, North West 200 e soprattutto il TT dell’isola di Man, perchè impegnato al Tour Divide Mountain Bike Challenge, portato a termine con successo dopo oltre 2.700 miglia dal Canada fino in Nuovo Messico pedalate in solitaria.
Un vero e proprio allontanamento volontario dalle piste, pardon, dalle strade quello del pilota inglese, comunque abbastanza avvezzo a imprese oltre le righe.
Pare infatti che la lista di gare che Martin salterà quest’anno si allungherà anche all’Ulster GP, la corsa più veloce al mondo, poiché il pilota del Lincolnshire sarà impegnato altrove. Dove? Sul lago salato di Bonneville per tentare di battere una record di velocità su terra, questa volta sì, su una motocicletta, una Triumph per la precisione. Come dice lui stesso: «Non vedo l’ora di portare per la prima volta questa estate il Triumph Infor Rocket Streamliner sulla piana salata di Bonneville! Gli ingegneri di Triumph hanno fatto un lavoro incredibile, dandoci un’ottima possibilità di battere il record di velocità su terra per le motociclette».
Il brand inglese è legato in maniera indissolubile alla piana salata di Bonneville: nel Settembre 1956, su quella distesa bianca, Johnny Allen ottenne il primo record con una velocità massima di 193,72 mph e in suo onore, all’Earls Court Bike Show del 1959 fu presentata la T120 Bonneville.
Tanti sono i precedenti del marchio di Hinckley e tanti sono i loro missili a due ruote che hanno stracciato primati: il Devil’s Arrow, il Texas Cee-gar, il Dudek Streamliner e il Gyronaut X1, il primo streamliner a raggiungere la velocità di 245,667 mph (equivalenti a 395,28 km/h). L’obiettivo di Triumph è superare la soglia dei 376,363 mph (circa 605 Km/h) e ora tocca a Martin, in sella, o meglio sdraiato, dentro al Triumph Rocket Streamliner, un mezzo capace di erogare ben 1'000 bhp di potenza e realizzato appositamente per abbattere l’attuale record. Questo siluro britannico è caratterizzato da una resistente monoscocca in carbon Kevlar, progettata per proteggere il pilota e i due motori Rocket III turbocompressi di cui è dotato lo streamliner. I propulsori sono alimentati a metanolo e producono una potenza complessiva di ben 1.000 bhp a 9'000 giri/minuto. La motocicletta è lunga 7,77 metri, larga appena 0,6 metri e alta 0,91 e concorrerà nella categoria della divisione C (motociclette streamliner).
Per iscrivere il nome suo e di Triumph nella storia della velocità Martin dovrà battere Rocky Robinson che nel 2010 ha raggiunto le 376,363 mph (605,697 km/h) a bordo dello streamliner Top Oil-Ack Attack mosso dai motori di due Suzuki Hayabusa sovralimentati da una turbina Garrett.
Ci riuscirà l’istrionico Guy? Per ora sembra che l’unica sfida impossibile da vincere per lui sia il Tourist Trophy, quasi una maledizione. Nel frattempo cimentandosi in imprese come quella di Bonneville, si sta trasformando in una specie di versione moderna dei gloriosi Bud Ekins e a Evel Knievel, stuntmen e recordmen degli anni Sessanta, guarda caso spesso in sella a una Triumph.
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