Stuart Garner, l'ex AD di Norton rischia fino a due anni di carcere
Stuart Garner si è dichiarato colpevole davanti alla Derby Magistrates’ Court: è accusato di aver utilizzato illecitamente il denaro prelevato dai fondi pensionistici dell’azienda e rischia fino a due anni di reclusione. La sentenza definitiva verrà emessa il prossimo 28 febbraio
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Norton - Stuart Garner
Si mette male per Stuart Garner, ex AD di Norton indagato per le operazioni fiscali condotte tra il 2012 e il 2013 ed oggi in attesa della sentenza definitiva, che dovrebbe arrivare il prossimo 28 febbraio. Nel giugno 2020, cioè da quando l’azienda è passata in amministrazione controllata prima di essere acquistata dagli indiani di TVS, Garner era finito al centro di un’inchiesta relativa ai fondi pensionistici da lui stesso amministrati. Lunedì 7 febbraio, davanti alla Derby Magistrates’ Court, l’ex AD e proprietario del marchio si è dichiarato colpevole di aver utilizzato tra il 2012 e il 2013 circa 14 milioni di sterline prelevate da tali fondi per sostenere l'impresa. Un'azione per cui la legge inglese prevede una pena fino a due anni di reclusione: la sentenza definitiva - al momento è in libertà su cauzione - verrà emessa dalla Crown Court il prossimo 28 febbraio.
Stuart Garner, lo ricordiamo, aveva acquistato Norton nel 2008 per rilanciarla con la rinnovata gamma Commando e l'ambizioso progetto della superbike V4. A causa delle pessime condizioni finanziare (pesavano in particolare i milioni di euro di debito accumulati con gli investitori privati), l’azienda era finita in amministrazione controllata già agli inizi del 2020 e, successivamente, venduta a TVS (che non ha alcuna responsabilità legale sulla precedente amministrazione) alla cifra di 18,5 milioni di euro.
Stuart Garner, lo ricordiamo, aveva acquistato Norton nel 2008 per rilanciarla con la rinnovata gamma Commando e l'ambizioso progetto della superbike V4. A causa delle pessime condizioni finanziare (pesavano in particolare i milioni di euro di debito accumulati con gli investitori privati), l’azienda era finita in amministrazione controllata già agli inizi del 2020 e, successivamente, venduta a TVS (che non ha alcuna responsabilità legale sulla precedente amministrazione) alla cifra di 18,5 milioni di euro.
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