Spostamenti tra regioni: dal 3 giugno solo se con lo stesso contagio?
Il Ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto sulla prossima riapertura degli spostamenti tra regioni, in programma il 3 giugno: "Ci si potrà spostare, ma solo tra regioni con lo stesso livello di contagio". In più il Governo teme che gli assembramenti davanti ai locali: possano far rialzare la curva del contagio
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Limiti all'orizzonte
In molti sitamo attendendo il 3 giugno per potersi nuovamente spostare tra regioni senza alcuna restrizione, eppure in queste ore sembra proprio che il "liberi tutti" previsto dal governo avrà, in realtà, delle limitazioni. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha infatti posto al vaglio l'idea di rendere possibili da quella data solo gli spostamenti tra Regioni che registrano un livello pari di contagio. Una decisione che limiterebbe di fatto gli spostamenti visto che, giusto per fare un esempio, gli abitanti della Lombardia, con questa restrizione potrebbero muoversi solo per arrivare in Molise e Umbria, regioni che registrano lo stesso indice di diffusione del virus.
Già ieri il ministro Francesco Boccia aveva ventilato l’ipotesi di una riapertura dei confini interni con qualche restrizione: “Se una regione è a basso rischio, probabilmente sarà consentito lo spostamento. Se è ad alto rischio, di sicuro non potrà ricevere ingressi da altre regioni. Ma speriamo non sia così". Insomma, a giudicare dall'aria che tira, la data del 3 giugno potrebbe rivelarsi una beffa per chi aveva già pianificato qualche spostamento o anche solo una lunga gita in moto. A spaventare il governo, oltre agli spostasmenti tra regioni, anche gli assembramenti che, dal 4 maggio, si sono verificati davanti ai locali, dove generalmente si riuniscono i ragazzi per la serata. Spiega il sottosegretario all'Interno Achille Variati: "Le notizie che ricevo da molte prefetture sono preoccupanti, c'è troppa leggerezza, soprattutto nei contesti aggregativi come piazze e bar, che possono facilitare la trasmissione del virus, c'è il rischio di tornare indietro". Gli fa eco il ministro Boccia: "La movida in questo momento non solo è intollerabile, ma rischia di essere un focolaio permanente. La sicurezza non è un optional, è un obbligo e lo Stato interviene".
In molti sitamo attendendo il 3 giugno per potersi nuovamente spostare tra regioni senza alcuna restrizione, eppure in queste ore sembra proprio che il "liberi tutti" previsto dal governo avrà, in realtà, delle limitazioni. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha infatti posto al vaglio l'idea di rendere possibili da quella data solo gli spostamenti tra Regioni che registrano un livello pari di contagio. Una decisione che limiterebbe di fatto gli spostamenti visto che, giusto per fare un esempio, gli abitanti della Lombardia, con questa restrizione potrebbero muoversi solo per arrivare in Molise e Umbria, regioni che registrano lo stesso indice di diffusione del virus.
Già ieri il ministro Francesco Boccia aveva ventilato l’ipotesi di una riapertura dei confini interni con qualche restrizione: “Se una regione è a basso rischio, probabilmente sarà consentito lo spostamento. Se è ad alto rischio, di sicuro non potrà ricevere ingressi da altre regioni. Ma speriamo non sia così". Insomma, a giudicare dall'aria che tira, la data del 3 giugno potrebbe rivelarsi una beffa per chi aveva già pianificato qualche spostamento o anche solo una lunga gita in moto. A spaventare il governo, oltre agli spostasmenti tra regioni, anche gli assembramenti che, dal 4 maggio, si sono verificati davanti ai locali, dove generalmente si riuniscono i ragazzi per la serata. Spiega il sottosegretario all'Interno Achille Variati: "Le notizie che ricevo da molte prefetture sono preoccupanti, c'è troppa leggerezza, soprattutto nei contesti aggregativi come piazze e bar, che possono facilitare la trasmissione del virus, c'è il rischio di tornare indietro". Gli fa eco il ministro Boccia: "La movida in questo momento non solo è intollerabile, ma rischia di essere un focolaio permanente. La sicurezza non è un optional, è un obbligo e lo Stato interviene".
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