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Sospensione breve della patente: sarà davvero applicabile?

Introdotta dal nuovo Codice della Strada (ancora al vaglio del Senato), la sospensione breve della patente è una novità che al momento presenta delle problematiche

Al vaglio del Senato dopo il via libera della Camera, il Codice della Strada porterà con sè numerose novità. Tra le tante, una in particolare sembrerebbe a ben guardare di difficile applicazione. Parliamo della cosiddetta sospensione breve della parente, identificata dall’articolo 218-ter come una “sanzione progressiva” nei confronti di chi commette violazioni di una certa gravità. Perché di difficile applicazione? Andiamo con ordine. 

Sospensione breve: come funziona

Il concetto è quello di una sospensione della patente per una durata differente a seconda di quanti punti sono rimasti. Chi, ad esempio, dovesse avere un totale compreso tra i 10 e 19 punti potrebbe essere punito con uno stop di  7 giorni, mentre chi ne ha meno di 10, sarà costretto a lasciare la licenza nel cassetto per un almeno 15 giorni. Per forza di cose, il provvedimento riguarderà solo chi ha meno di 20 punti sulla patente e potrà essere applicato solo per alcune infrazioni (23 nel dettaglio), quali ad esempio il passaggio col rosso, la guida col cellulare, il mancato o irregolare uso del casco, la mancata precedenza e la mancata precedenza ai pedoni. 

Perché di difficile applicazione?

Il meccanismo però potrebbe a conti fatti risultare di difficile applicazione. Il problema risiede nel fatto che, gli agenti accertatori (la sospensione breve potrà essere applicata solamente nel caso in cui sia possibile identificare chi era alla guida, quindi niente foto autovelox o simili) dovranno poter in qualche modo consultare la banca dati dei punti sulle patenti, che dovrà essere aggiornata in tempo reale. Cosa che ovviamente non accade e che quindi pone dei forti limiti all’applicazione delle nuova norma. Si pensi ad esempio al guidatore che ha da poco terminato un corso di recupero punti (e che quindi ha 20 punti sulla patente), ma risultante, a causa appunto della banca dati non ancora aggiornata, ancora in deficit. Analoghi problemi potrebbero poi verificarsi nel caso di violazioni da sospensione ordinaria per i recidivi, se si considera che gli agenti dovranno controllare se è la prima o la seconda violazione. Anche in questo caso, il mancato aggiornamento del database potrebbe portare all’ applicazione di sanzioni “sbagliate”(un recidivo potrebbe vedersi applicata una sanzione ordinaria e non quella breve).

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