Sciopero benzinai, confermato il 25 e 26 gennaio
I benzinai rimangono sul piede di guerra e, nonostante la mediazione tentata dal ministro Urso, confermano lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Un confronto che rischia soltanto di penalizzare motociclisti e automobilisti, che nel frattempo hanno già indetto un “contro-sciopero” di due o tre giorni. Facciamo il punto

Sciopero benzinai
A nulla è servito l’appello del Ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso, che ai benzinai ormai sul piede di guerra chiedeva di revocare lo sciopero indetto per il 25 e 26 gennaio prossimi, definendolo nient’altro che un “danno per i cittadini”.
“Lo stop era ed è confermato e le dichiarazioni del ministro sono l'ennesima dimostrazione della confusione in cui si muove il Governo in questa vicenda", hanno infatti replicato con una nota congiunta i presidenti di Faib, Fegica e Figisc/Anisa, avvertendo: “le parole del ministro rischiano seriamente di chiudere ogni residua possibilità di concludere positivamente la vertenza in atto. Intervenga Palazzo Chigi e dia un segnale sull'intera vertenza".
Un botta e risposta che s’è trasformato ormai in un battibecco in cui nessuna delle due parti sembrerebbe voler cedere: da una parte il governo, che chiedeva maggior trasparenza attraverso l’obbligo di esporre alla pompa, accanto a quello operato dal gestore, il prezzo medio regionale e, dall’altra, i benzinai, che fin da subito hanno denunciato “l’ondata di fango” con cui s’è tentato di colpevolizzarli.
Aggiornamento 24/01 La presidenza nazionale Faib Confesercenti, riunita d’urgenza, a seguito dell’incontro con il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso ha deciso, quindi, di ridurre lo stop da 48 a 24 ore (dalle 19 di martedì 24 gennaio alle 19 di mercoledì 25), mentre le altre sigle, Fegica e Figisc-Anisa, hanno diffuso una nota confermando lo sciopero di due giorni,
Le ragioni del Ministero
Cercando di venire incontro ai gestori, s’è deciso per un significativo alleggerimento delle sanzioni da imporre ai benzinai che non rispettano l’obbligo di esporre accanto a quello operato anche il prezzo medio regionale. Più nel dettaglio, la chiusura per omessa comunicazione avverrà solo dopo 4 omissioni nell’arco di 60 giorni e non più dopo tre, mentre le sanzioni per omessa comunicazione saranno da un minimo di 200 euro a un massimo di 800 euro a seconda del fatturato dell’impianto (prima raggiungevano i 6000 euro). Una “mediazione” che il Ministero utilizza ora come “arma” contro i gestori, accusati di non voler cedere di un passo, ma considerata da quest’ultimi soltanto un’ulteriore provocazione.
Le “ragioni” dei gestori
La nota di Faib, Fegica e Figisc/Anisa chiarisce: ”Il governo chiede trasparenza e noi l'abbiamo offerta in tutti i modi. Quello che non ci si può chiedere è di autorizzare nuovi adempimenti e nuove sanzioni a carico dei gestori. Questo no. Al ministro abbiamo avanzato proposte concrete, le valorizzi senza scaricare la responsabilità delle sue esclusive scelte sulla pelle dei benzinai. Ed eviti di evocare compiacenti pseudo-associazioni di carattere personalistico che non hanno alcuna rappresentanza. Le organizzazioni di categoria hanno sempre sostenuto la necessità di un confronto aperto fino all'ultimo minuto utile prima dello sciopero, che era e rimane confermato".
Il “contro-sciopero”
I consumatori, schierati dalla parte del ministro, hanno nel frattempo indetto un “contro-sciopero” su tutto il territorio nazionale. Le iniziative a cui si sta lavorando e su cui si spera ci sia un coinvolgimento di tutte le associazioni, spiegano da Assoutenti, punteranno a convincere quante più persone possibile a non fare benzina per due-tre giorni. Oppure di fare il pieno solo ai più convenienti distributori self service, o di pagare il benzinaio col metodo del pos e non con i cash.