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Honda, zero morti per incidenti entro il 2050: ecco come riuscirci

Arrivare a “zero morti per incidente stradale” è un obiettivo ambizioso su cui Honda sta concentrando grandi risorse. Per raggiungerlo intende sviluppare ulteriormente i sistemi di aiuto alla guida, ma, come ha spiegato nel “Rapporto sulla sostenibilità 2022”, non si possono trascurare prevenzione e formazione
L’obiettivo di Honda
"Zero morti per incidente stradale grazie all’ADAS”. Quella del presidente Honda Toshihiro Mibe non è una promessa di poco conto. L’obiettivo è “ambizioso” e la via per centrarlo ancora lunga e tortuosa. C’è però fiducia: la tecnologia ha fatto (e continua a fare) passi da gigante e lo sviluppo degli evoluti sistemi radar ADAS pare già da solo un ottimo “primo passo”.  Ma non basta: l’elettronica può fare molto, ma insieme servono anche educazione e prevenzione. Da qui il “Rapporto sulla sostenibilità 2022”, per mezzo del quale Honda ha spiegato la strategia che intende adottare: una combinazione cioè di tecnologia, comunicazione e formazione. 

Tecnologia e prevenzione
Per ciò che concerne la tecnologia, l’abbiamo detto e l’abbiamo visto, i sistemi di aiuto alla guida (sviluppati prevalentemente per le automobili ma in parte disponibili anche per alcune moto), promettono bene. Ad oggi, molte vetture sono già in grado di prevedere l’eventuale collisione e agire per evitarla intervenendo direttamente sui comandi o avvisando chi è alla guida. In tal senso, il futuro è roseo: di qui ai prossimi anni potremo raggiungere livelli di sicurezza fino a ieri soltanto immaginati.
I sistemi più evoluti si trovano ad oggi sulle automobili. L’ADAS Honda ha per esempio debuttato sulla Civic Tourer e, quasi certamente, nel giro di poco tempo arriverà anche sulle moto. D’altra parte, è certamente più facile aggiungere i controlli a sterzo, acceleratore e freni delle auto, che tra l’altro rappresentano una percentuale molto più ampia nel traffico stradale.
In ogni caso prevenire è meglio che curare. Honda ha già espresso l’intenzione di concentrarsi - anche - sulla formazione dei nuovi utenti della strada, specialmente nei paesi emergenti. Come spiegato nel Rapporto, nel corso del 2021 l’azienda nipponica ha fornito educazione stradale a 1,24 milioni di persone in Asia, mettendo al contempo a disposizione simulatori di auto, moto e perfino di biciclette.
Non solo: la tecnologia “Safe and Sound Network” di Honda è un ulteriore sviluppo dell'idea di prevedere gli incidenti prima che accadano. Ciò comporterà lo sviluppo un sistema di comunicazione che permetterà ai veicoli di “dialogare tra loro”: attraverso telecamere di bordo e stradali e affidandosi agli smartphone per incanalare i dati su un server, i sistemi di intelligenza artificiale potranno prevedere il flusso del traffico in tempo reale, simulando eventi che potrebbero verificarsi e fornendo quindi un avviso sonoro e tempestivo dei rischi identificati.
Ciò detto, è certamente positivo notare come Honda faccia sì affidamento sulla tecnologia, senza però dimenticare l’importanza dell’azione umana: l'obiettivo rimane pertanto quello di fornire allarmi precoci piuttosto che intervenire fisicamente sui comandi, cioè di migliorare la sicurezza senza per questo limitare la libertà d’azione del conducente. 
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