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Honda CB1000 Hornet: due versioni e tanta grinta

La nuova Hornet è proposta in due versioni: quella che potremmo definire standard e la SP quest’ultima caratterizzata da un temperamento un po’ più “pepato” e una dotazione più ricca

Arriva la Honda Hornet più potente di sempre, ultima discendente di una dinastia nata alla fine degli anni ‘90. Perché Hornet non è solo il nome di un modello ma definisce anche la sua identità: una naked a portata di mano, con prestazioni brillanti, un’ottima guidabilità e prezzi accessibili. La moto per tutti, versatile e a misura d’uomo. Anzi, le moto, perché la nuova CB1000 Hornet è proposta in due versioni: quella che potremmo definire standard e la Hornet CB1000 SP, quest’ultima caratterizzata da un temperamento un po’ più “pepato”.

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Ecco la Hornet base, con motore 4 cilindri da 152 CV

Motore da SBK

Sono anche le due Hornet di maggior cilindrata mai costruite fino ad oggi, spinte dallo stesso motore della CBR1000RR Fireblade 2017-2019: un quattro cilindri che in questa configurazione ha una potenza di 152 CV (111,6 kW) a 11.000 giri/minuto e una coppia di 104 Nm a 9000 giri/minuto, e nella versione SP arriva a 157 CV (115,6 kW) e 107 Nm, sempre agli stessi regimi.  Sono 5 CV e 3 Nm in più ottenuti con l’adozione della nuova valvola RC (Revolutionary Controlled) all’interno del silenziatore: la valvola rimane sempre chiusa in tutte le marce fino a 5700 giri/minuto, ma superata quella soglia si apre permettendo una maggiore uscita dei gas. Per il resto i due motori sono uguali: quattro cilindri in linea raffreddati a liquido con distribuzione doppio albero a camme in testa a quattro valvole per cilindro. Rispetto alla CBR sono stati rivisti alcuni particolari: nuovi gli alberi a camme con una diversa sfasatura di aspirazione e scarico, le valvole di aspirazione sono in acciaio e i pistoni in lega leggera. Inoltre è differente la rapportatura del cambio: le marce dalla seconda alla quinta sono state accorciate per ottenere una maggiore ripresa e un’accelerazione più bruciante, mentre la sesta permette una velocità di crociera a bassi regimi. Completa la trasmissione la frizione assistita a dischi multipli in bagno d’olio con sistema anti saltellamento.

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IL motore 4 cilidnri deriva da quello della SBK CBR 1000 RR

Elettronica completa

La dotazione elettronica prevede tre riding mode con livelli predefiniti di erogazione potenza, freno motore e controllo di trazione collegato al controllo anti impennata: la modalità Rain riduce potenza e coppia nelle prime tre marce, la modalità Standard introduce livelli intermedi di erogazione potenza, freno motore e controllo di trazione, e addolcisce l’erogazione nella prima e seconda marcia; selezionando Sport si riducono al minimo gli interventi sul freno motore sul controllo di trazione, e potenza e coppia sono disponibili al 100% in tutti e sei i rapporti, anche a gas parzializzato. Ci sono anche altre due modalità, User 1 e User 2, nelle quali è possibile scegliere il livello di ciascun parametro personalizzato e salvare poi la configurazione.

Ciclistica collaudata

Il telaio segue schemi collaudatissimi, è una struttura a doppia trave in acciaio che rispetto alla CB1000R Neo Sports Café ha visto incrementata la rigidezza del 70%, con un aumento della precisione e dell’agilità nei cambi di direzione. Il motore è stato spostato in avanti e ora c’è un maggiore carico sull’avantreno: 51,2% all’anteriore e 48,8% al posteriore, per un peso totale di 211 kg in ordine di marcia.

Le differenze tra Hornet e Hornet SP

Alcune delle differenze principali tra la “base” e la SP sono proprio a livello di ciclistica. Telaio e forcellone sono gli stessi, così come entrambe montano la stessa forcella Showa SFF BP a steli rovesciati di 41 mm Ø, ma sulla standard c’è un ammortizzatore Showa completamente regolabile in tutte le funzioni mentre sulla versione più sportiva c’è un Öhlins TTX36, in entrambi i casi sollecitati da leveraggi progressivi Pro Link. Sono differenti anche i freni. In una i due dischi flottanti anteriori di 310 mm Ø sono accoppiati a pinze Nissin a quattro pistoncini con attacco radiale, mentre sull’altra ci sono le Brembo Stylema, esse pure a quattro pistoncini ad attacco radiale. Per entrambe, al posteriore un disco di 240 mm Ø con pompa Nissin a un solo pistoncino. Identici i cerchi a cinque таzze pressofusi in alluminio, sui quali sono montati pneumatici 120/70-ZR17 anteriore e 180/55-ZR17 posteriore.

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Freni Brembo e ammortizzatore Öhlins per la versione SP

Cruscotto TFT

“Base” oppure SP, la CB1000 Hornet è ugualmente aggressiva, caratterizzata dal serbatoio minacciosamente” ingobbito” in avanti e dal piccolo cupolino a becco. Differiscono però le colorazioni: per la prima ‘Grand Prix Red ’, ‘Mat Iridium Gray Metallic’, ‘Pearl Glare White’,  mentre la seconda è disponibile soltanto in ‘Mat Ballistic Black Metallic’, con cerchi in ‘Desert Gold Metallic’ e foderi forcella anodizzati in color oro.

La dotazione è all’altezza della situazione: il cruscotto è costituito da uno schermo TFT a colori da 5”, con tre layout di visualizzazione e connettività per smartphone, con tutte le opzioni di prammatica. Irrinunciabili il doppio faro a LED e il sistema che segnala la frenata di emergenza facendo lampeggiare rapidamente entrambi gli indicatori di direzione.

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Cruscotto TFT a colori che si connette al cellulare per entrambe le versioni

Per gli incontentabili sono disponibili anche tre “pacchetti” di accessori: Style Pack con sella in alcantara, tappo dell’olio motore anodizzato e piastra di supporto lavorata per il manubrio, griglia del radiatore e pedane pilota alleggerite, e adesivi sui cerchi. Lo Sport Pack prevede il cambio rapido (quickshiftter), un mini-cupolino davanti alla strumentazione, il puntale sotto il motore e la cover monoposto. Infine il Comfort Pack: manopole riscaldabili e due borse, una da serbatoio e una da sella.

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Filonzano
Gio, 10/17/2024 - 09:27
Rispetto all Cb 1000 r questo modello perde il bellissimo forcellone monobraccio, con relative piastre di fissaggio, oltre al telaio reggisella ed altri particolari sempre in pregiata lega di alluminio. L'insignificante aumento di potenza non rileva: l'attuale cb 1000 r è anche troppo potente per essere una naked, il motore ha una fluidità eccezionale e sarebbe una ottima base per una moto da caratteristiche più turistiche e magari con una riduzione di potenza a favore di ancora maggiore elasticità e l'aumento della rigidità del telaio non dovrebbe essere utile.