Focus2R, più due ruote, ma serve più sicurezza
Il rapporto di Ancma e Legambiente sullo stato delle due ruote in Italia mostra un aumento degli utenti, in particolare di quelli elettrici, e grandi differenze tra Nord e Sud nella diffusione di scooter e moto. Migliorano di poco i provvedimenti a favore della circolazione delle due ruote in città, ma rimangono carenti le misure per garantire l’adeguata sicurezza dei bikers
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Politica e trasporti
Indagine su 104 capoluoghi di provincia
Cresce la mobilità su due ruote, ma con lentezza e con alcuni punti critici. È quanto emerge dal terzo rapporto Focus2R, l’Osservatorio Nazionale Infrastrutture, Sicurezza e Mobilità per le due ruote promosso da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Cicli Motocicli Accessori) e Legambiente ed elaborato da Ambiente Italia, società di consulenza ambientale. Una ricerca complessa che ha interpellato 104 capoluoghi di provincia per verificare l’andamento del mercato e delle politiche attuate dalle amministrazioni locali a favore di ciclisti e motociclisti. A vanificare in parte i risultati dell’indagine sono la disponibilità di statistiche non sempre aggiornate e le risposte parziali ricevute dai responsabili dei Comuni. Al questionario hanno risposto solo 83 amministrazioni fornendo dati relativi al 2017, mentre per altre 13 località si fa riferimento all’anno 2016 e per altre 6 addirittura al 2015. Dei rispondenti, inoltre, non sempre le relazioni inviate sono state complete come, ad esempio, per i dati sui parcheggi riservati alle due ruote, per il quale a volte si è fornito solo il dato assoluto, ma non quello in percentuale alle aree di sosta complessive.
Vendite in crescita, boom delle elettriche
Malgrado i limiti, il Focus2R riesce comunque a fornire una tendenza del settore, anche con alcune anticipazioni di interesse come quelle relative ai dati di vendita delle due ruote a motore. L’immatricolato complessivo del 2018 è di 240.388 unità, pari a un +5,3% rispetto al 2017. A trainare il mercato sono soprattutto le moto, che registrano un +12,7%, con un buon contributo degli scooter che aumentano del 3,7% nel confronto con il 2017. Viceversa, prosegue la crisi dei “cinquantini”, in calo del 12,3% nel 2018. Un dato, sostengono i relatori dell’indagine, reso meno gravoso dal successo dei “motorini” elettrici, passati dalle 1.444 unità del 2017 alle 2.928 del 2018 con un sorprendente +156%. Il merito sarebbe in parte dovuto al debutto di numerosi servizi di scooter sharing nel corso del 2018, un settore purtroppo carente nel rapporto in quanto i dati disponibili si riferiscono al 2017, quando la condivisione delle due ruote era attiva soltanto i 3 città, con Milano unica a fornire un servizio di “una certa rilevanza”. In crescita sono pure le moto elettriche, con consegne salite da 504 a 648 unità (+29%) nel corso dell’ultimo anno. Per contro i quadricicli segnano una flessione scendono da 855 a 654 (-24%). Da notare che la crescita delle elettriche si è registrata quasi in assenza di incentivi, attivi nel 2017 soltanto a Bergamo, Genova e Modena.
Con l’aumento della mobilità a batterie crescono pure i punti per la ricarica con il 51% dei Comuni (nel Focus 2018 erano il 45%) rispondenti a dichiarare di avere sul proprio territorio almeno un “presa” per il “rifornimento”. In totale i punti di ricarica rilevati sono 1.113, dei quali 1.072 pubblici e 41 privati. Grande la differenza tra i Comuni: a fronte di 20 amministrazioni che non raggiungono i 5 punti di ricarica ci sono altri che hanno una rete estesa come Milano (317 punti), Firenze (275), Benevento (110) e Siena (66).
Diffusione e regole diverse per le città
Il Focus2R 2019 conferma la grande differenza nella diffusione di scooter e moto tra le diverse località e in particolare, tra Nord e Sud del paese. Le città dove le due ruote a motore sono più diffuse sono, nell’ordine, Imperia, Livorno, Savona, Pesaro e Genova, tutte con un rapporto superiore alle 24 moto per 100 abitanti. Per contro a Foggia, Crotone, Cosenza, Nuoro, Potenza e Taranto l’indice non arriva a 8 unità/100 abitanti. Diverso è pure il comportamento in termini di regolamentazioni per la circolazione dei mezzi. L’accesso alle ZTL è consentito dalla maggioranza dei Comuni (77 su 90), ma con regole diverse: in 52 città è consentito a tutte le due ruote, in 3 (Como, Latina e Roma) solo ad elettriche, Euro 2 e 3, altre 3 (Ancona, Frosinone e Massa) escludono pure le Euro 2 e in altre 6 (Bari, Caserta, Catania, Piacenza, Treviso, Udine) le ZTL sono riservate ai modelli a batterie. Inoltre, nella maggior parte dei casi (73%) l’accesso è gratuito, mentre in 17 località (19%) è gratuito solo per i residenti e in 7 città è gratuito solo per gli elettrici. Differenze si riscontrano anche in tema di accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici, vietano nell’84% delle città (nel Focus 2018 era del 92%), consentito solo in alcune tratte in 6 località (Ascoli Piceno, Bergamo, Bologna, Como, Genova e Venezia) e permesso nella maggior parte delle corsie a Imperia, L'Aquila, Livorno (solo elettrici), Milano, Parma, Taranto, Vibo Valentia. Scarsa l’informazione sui parcheggi dedicati alle due ruote dove hanno risposto soltanto il 58% delle amministrazione con solo il 33% a fornire anche le percentuale sui parcheggi totali. Dai dati pervenuti risulta che 23 città hanno una disponibilità inferiore o uguale al 5% dei parcheggi totali, in 10 la disponibilità è compresa tra il 5% e il 20% e solo in 8 è superiore al 20%. La disponibilità media è del 9% contro l’8% rilevato nell’indagine dell’anno scorso.
Alla ricerca della sicurezza
Il punto più dolente emerso dalla terza edizione dell’Osservatorio 2018 riguarda la sicurezza. L’80% dei Comuni (nel rapporto 2018 era il 75%) non ha inserito una misura per migliorare la sicurezza dei motociclisti nei Piani Urbano della Mobilità e soltanto quattro amministrazioni (Grosseto, Rieti, Roma e Vercelli) ritengono l’argomento una priorità. Modesto è pure l’impegno per incrementare la sicurezza installando gli appositi guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti. Dei 67% dei Comuni rispondenti, soltanto il 29% dichiara di averli installati, mentre un altro 27% afferma di volerli ampliare o utilizzare in futuro per la prima volta. A consolare è soltanto l’aumento delle percentuali rispetto alla seconda edizione del Focus2R, quando i valori erano rispettivamente del 17 e del 18%. Più confortante è l’impiego delle vernici non sdrucciolevoli in caso di pioggia per le realizzazioni di strisce pedonali e altri segnali sulla superficie stradale, utilizzate dall’87% (84% nel Focus 2018) delle amministrazioni interpellate.
Una situazione che, secondo il responsabile Aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo, richiede interventi più decisi. “Serve”, ha sottolineato Fiorillo, “un piano di investimenti straordinari, politici ed economici, per la sicurezza stradale. Pedoni e utenti delle due ruote sono spesso esposti a rischi elevatissimi che, soprattutto nelle aree urbane, possono essere ridotti al minimo seguendo quanto già stanno facendo altre città europee. Inoltre è necessario avviare una bella “cura dimagrante” del parco auto. Nel nostro Paese, infatti, c’è una fortissima anomalia: sono più i veicoli targati (oltre 50 milioni) dei patentati autorizzati a guidarli (meno di 40 milioni). Uno spread-mobilità che rimarca qual è il punto di partenza imprescindibile di qualsiasi strategia sui trasporti: ridurre il numero di auto in circolazione e stimolare forme di mobilità nuova e attiva”.
Cresce la mobilità su due ruote, ma con lentezza e con alcuni punti critici. È quanto emerge dal terzo rapporto Focus2R, l’Osservatorio Nazionale Infrastrutture, Sicurezza e Mobilità per le due ruote promosso da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Cicli Motocicli Accessori) e Legambiente ed elaborato da Ambiente Italia, società di consulenza ambientale. Una ricerca complessa che ha interpellato 104 capoluoghi di provincia per verificare l’andamento del mercato e delle politiche attuate dalle amministrazioni locali a favore di ciclisti e motociclisti. A vanificare in parte i risultati dell’indagine sono la disponibilità di statistiche non sempre aggiornate e le risposte parziali ricevute dai responsabili dei Comuni. Al questionario hanno risposto solo 83 amministrazioni fornendo dati relativi al 2017, mentre per altre 13 località si fa riferimento all’anno 2016 e per altre 6 addirittura al 2015. Dei rispondenti, inoltre, non sempre le relazioni inviate sono state complete come, ad esempio, per i dati sui parcheggi riservati alle due ruote, per il quale a volte si è fornito solo il dato assoluto, ma non quello in percentuale alle aree di sosta complessive.
Vendite in crescita, boom delle elettriche
Malgrado i limiti, il Focus2R riesce comunque a fornire una tendenza del settore, anche con alcune anticipazioni di interesse come quelle relative ai dati di vendita delle due ruote a motore. L’immatricolato complessivo del 2018 è di 240.388 unità, pari a un +5,3% rispetto al 2017. A trainare il mercato sono soprattutto le moto, che registrano un +12,7%, con un buon contributo degli scooter che aumentano del 3,7% nel confronto con il 2017. Viceversa, prosegue la crisi dei “cinquantini”, in calo del 12,3% nel 2018. Un dato, sostengono i relatori dell’indagine, reso meno gravoso dal successo dei “motorini” elettrici, passati dalle 1.444 unità del 2017 alle 2.928 del 2018 con un sorprendente +156%. Il merito sarebbe in parte dovuto al debutto di numerosi servizi di scooter sharing nel corso del 2018, un settore purtroppo carente nel rapporto in quanto i dati disponibili si riferiscono al 2017, quando la condivisione delle due ruote era attiva soltanto i 3 città, con Milano unica a fornire un servizio di “una certa rilevanza”. In crescita sono pure le moto elettriche, con consegne salite da 504 a 648 unità (+29%) nel corso dell’ultimo anno. Per contro i quadricicli segnano una flessione scendono da 855 a 654 (-24%). Da notare che la crescita delle elettriche si è registrata quasi in assenza di incentivi, attivi nel 2017 soltanto a Bergamo, Genova e Modena.
Con l’aumento della mobilità a batterie crescono pure i punti per la ricarica con il 51% dei Comuni (nel Focus 2018 erano il 45%) rispondenti a dichiarare di avere sul proprio territorio almeno un “presa” per il “rifornimento”. In totale i punti di ricarica rilevati sono 1.113, dei quali 1.072 pubblici e 41 privati. Grande la differenza tra i Comuni: a fronte di 20 amministrazioni che non raggiungono i 5 punti di ricarica ci sono altri che hanno una rete estesa come Milano (317 punti), Firenze (275), Benevento (110) e Siena (66).
Diffusione e regole diverse per le città
Il Focus2R 2019 conferma la grande differenza nella diffusione di scooter e moto tra le diverse località e in particolare, tra Nord e Sud del paese. Le città dove le due ruote a motore sono più diffuse sono, nell’ordine, Imperia, Livorno, Savona, Pesaro e Genova, tutte con un rapporto superiore alle 24 moto per 100 abitanti. Per contro a Foggia, Crotone, Cosenza, Nuoro, Potenza e Taranto l’indice non arriva a 8 unità/100 abitanti. Diverso è pure il comportamento in termini di regolamentazioni per la circolazione dei mezzi. L’accesso alle ZTL è consentito dalla maggioranza dei Comuni (77 su 90), ma con regole diverse: in 52 città è consentito a tutte le due ruote, in 3 (Como, Latina e Roma) solo ad elettriche, Euro 2 e 3, altre 3 (Ancona, Frosinone e Massa) escludono pure le Euro 2 e in altre 6 (Bari, Caserta, Catania, Piacenza, Treviso, Udine) le ZTL sono riservate ai modelli a batterie. Inoltre, nella maggior parte dei casi (73%) l’accesso è gratuito, mentre in 17 località (19%) è gratuito solo per i residenti e in 7 città è gratuito solo per gli elettrici. Differenze si riscontrano anche in tema di accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici, vietano nell’84% delle città (nel Focus 2018 era del 92%), consentito solo in alcune tratte in 6 località (Ascoli Piceno, Bergamo, Bologna, Como, Genova e Venezia) e permesso nella maggior parte delle corsie a Imperia, L'Aquila, Livorno (solo elettrici), Milano, Parma, Taranto, Vibo Valentia. Scarsa l’informazione sui parcheggi dedicati alle due ruote dove hanno risposto soltanto il 58% delle amministrazione con solo il 33% a fornire anche le percentuale sui parcheggi totali. Dai dati pervenuti risulta che 23 città hanno una disponibilità inferiore o uguale al 5% dei parcheggi totali, in 10 la disponibilità è compresa tra il 5% e il 20% e solo in 8 è superiore al 20%. La disponibilità media è del 9% contro l’8% rilevato nell’indagine dell’anno scorso.
Alla ricerca della sicurezza
Il punto più dolente emerso dalla terza edizione dell’Osservatorio 2018 riguarda la sicurezza. L’80% dei Comuni (nel rapporto 2018 era il 75%) non ha inserito una misura per migliorare la sicurezza dei motociclisti nei Piani Urbano della Mobilità e soltanto quattro amministrazioni (Grosseto, Rieti, Roma e Vercelli) ritengono l’argomento una priorità. Modesto è pure l’impegno per incrementare la sicurezza installando gli appositi guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti. Dei 67% dei Comuni rispondenti, soltanto il 29% dichiara di averli installati, mentre un altro 27% afferma di volerli ampliare o utilizzare in futuro per la prima volta. A consolare è soltanto l’aumento delle percentuali rispetto alla seconda edizione del Focus2R, quando i valori erano rispettivamente del 17 e del 18%. Più confortante è l’impiego delle vernici non sdrucciolevoli in caso di pioggia per le realizzazioni di strisce pedonali e altri segnali sulla superficie stradale, utilizzate dall’87% (84% nel Focus 2018) delle amministrazioni interpellate.
Una situazione che, secondo il responsabile Aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo, richiede interventi più decisi. “Serve”, ha sottolineato Fiorillo, “un piano di investimenti straordinari, politici ed economici, per la sicurezza stradale. Pedoni e utenti delle due ruote sono spesso esposti a rischi elevatissimi che, soprattutto nelle aree urbane, possono essere ridotti al minimo seguendo quanto già stanno facendo altre città europee. Inoltre è necessario avviare una bella “cura dimagrante” del parco auto. Nel nostro Paese, infatti, c’è una fortissima anomalia: sono più i veicoli targati (oltre 50 milioni) dei patentati autorizzati a guidarli (meno di 40 milioni). Uno spread-mobilità che rimarca qual è il punto di partenza imprescindibile di qualsiasi strategia sui trasporti: ridurre il numero di auto in circolazione e stimolare forme di mobilità nuova e attiva”.
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