Faster Sons, il nuovo progetto di Yamaha
Fascino retrò e prestazione moderne: Yamaha, in prima linea nel settore della customizzazione, dopo Yard Built lancia un nuovo progetto dedicato alle special di un tempo. Faster Sons è “un’evoluzione naturale della nostra filosofia costruttiva” dicono gli uomini di Yamaha, promettendo agli appassionati qualcosa di veramente “speciale”
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Costruire moto in cui credere
Il sempre crescente interesse di molti verso le moto dal fascino retrò è sotto gli occhi di tutti: da qualche tempo infatti il segmento delle sport classic spopola tra appassionati e case costruttrici, decise a lanciarsi nel nuovo mercato per accaparrarsene una fetta. Tra queste, Yamaha ricopre indubbiamente un posto importante: la vasta gamma di modelli facilmente customizzabili proposta dalla Casa, tra tutte citiamo XV950, XJR1300 e SR400, ne è un esempio, senza contare il progetto Yard Built, nato grazie alla collaborazione con costumizer di fama internazionale che, sotto richiesta di Yamaha stessa, hanno ideato appositi kit aftermarket per le moto in gamma, da mettere a disposizione dei clienti più desiderosi di personalizzare la propria moto.
A questo proposito, a Iwata qualcosa di nuovo bolle in pentola: volendo infatti mantenere la propria leadership nel settore, la Casa dei Tre Diapason ha comunicato agli appassionati la propria intenzione di lanciarsi in qualcosa di nuovo e, soprattutto, “speciale”. Il progetto “Faster Son”, letteralmente “figli più veloci”, rappresenta per Yamaha un’evoluzione naturale della propria filosofia costruttiva, volta al il massimo rispetto verso le moto che sono venute prima, ma altrettanto attenta all'orgoglio dei “Faster Sons” di oggi e di domani.
L’idea di Yamaha parrebbe dunque quella di trovare una strada capace di coniugare il fascino e la filosofia di un tempo, con l’avanzamento tecnologico e i progresso dei nostri giorni, realizzando motociclette da gusto retrò, ma dalle prestazioni che “i figli” di oggi chiedono alla propria du ruote. Faster Sons sarà presto su tutte le strade; per il momento ecco un bel video distribuito dalla Casa per l’occasione, dove una moderna MT-07 diventa, nelle mani dell’ispirato costruttore nipponico Shinya Kimura, una fascinosa Cafè Racer.
Il sempre crescente interesse di molti verso le moto dal fascino retrò è sotto gli occhi di tutti: da qualche tempo infatti il segmento delle sport classic spopola tra appassionati e case costruttrici, decise a lanciarsi nel nuovo mercato per accaparrarsene una fetta. Tra queste, Yamaha ricopre indubbiamente un posto importante: la vasta gamma di modelli facilmente customizzabili proposta dalla Casa, tra tutte citiamo XV950, XJR1300 e SR400, ne è un esempio, senza contare il progetto Yard Built, nato grazie alla collaborazione con costumizer di fama internazionale che, sotto richiesta di Yamaha stessa, hanno ideato appositi kit aftermarket per le moto in gamma, da mettere a disposizione dei clienti più desiderosi di personalizzare la propria moto.
A questo proposito, a Iwata qualcosa di nuovo bolle in pentola: volendo infatti mantenere la propria leadership nel settore, la Casa dei Tre Diapason ha comunicato agli appassionati la propria intenzione di lanciarsi in qualcosa di nuovo e, soprattutto, “speciale”. Il progetto “Faster Son”, letteralmente “figli più veloci”, rappresenta per Yamaha un’evoluzione naturale della propria filosofia costruttiva, volta al il massimo rispetto verso le moto che sono venute prima, ma altrettanto attenta all'orgoglio dei “Faster Sons” di oggi e di domani.
L’idea di Yamaha parrebbe dunque quella di trovare una strada capace di coniugare il fascino e la filosofia di un tempo, con l’avanzamento tecnologico e i progresso dei nostri giorni, realizzando motociclette da gusto retrò, ma dalle prestazioni che “i figli” di oggi chiedono alla propria du ruote. Faster Sons sarà presto su tutte le strade; per il momento ecco un bel video distribuito dalla Casa per l’occasione, dove una moderna MT-07 diventa, nelle mani dell’ispirato costruttore nipponico Shinya Kimura, una fascinosa Cafè Racer.
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