Fase 2, allarme pedoni: il distanziamento aumenta gli incidenti
I pedoni hanno paura di incrociare altre persone sui marciapiedi e per questo si espongono a comportamenti pericolosi. A segnalarlo l’Asaps che ha reso noto come il numero di decessi tra i pedoni abbia già raggiunto quello registrato nella fase pre-lockdown
Aumentano gli incidenti
A quanto pare, il Coronavirus non ha solo cambiato le abitudini di vita degli italiani, ma anche la mobilità dei pedoni. Per evitare infatti di incrociare altra gente sui marciapiedi e mantenere le distanze, molti di loro si abbandonano a comportamenti pericolosi, come camminare in mezzo alla strada oppure attraversare fuori dalle strisce. Il risultato di tutto ciò è stato un improvviso aumento dei decessi, risaliti, come numeri al periodo pre-lockdown.
Questi numeri arrivano dall’Osservatorio Pedoni dell’Asaps che ha segnalato come ci sia stata un’impennata di morti sulle strade non appena è stata data libertà di movimento ai cittadini. Dalle sole cinque vittime registrate in aprile, maggio ne ha registrate il doppio già verso la metà del mese, più altre 19 persone ricoverate in prognosi riservata. Nei casi la cui dinamica è stata già accertata, oltre alla possibile distrazione degli automobilisti va ad aggiungersi in maniera sempre crescente il comportamento “imprevedibile” dei pedoni, un dato che prima del lockdown, pur essendo presente, non era preponderante.
Giordano Biserni, presidente Asaps, spiega: "A fronte del fatto che il lockdown ridurrà di almeno il 50% i dati finali degli infortuni stradali non solo per il fermo di due mesi, ma anche perché molto difficilmente assisteremo alle ondate di esodo estivo, per i pedoni è subito strage. Per cui meno traffico meno incidenti, ma per gli utenti deboli come motociclisti, ciclisti e pedoni la musica cambierà di poco. E poi i flussi di traffico nelle città (strade urbane) stanno nuovamente aumentando e guarda caso anche i sinistri con pedoni... La Commissione Trasporti della Camera si riunisce mercoledì per votare gli emendamenti sul DDL della miniriforma del codice della strada. Che sia la volta buona? Vedremo".
Biserni si riferisce all’atteso intervento sulla visibilità dei pedoni, che già in alcuni paesi europei sono obbligati a indossare un giubbino riflettente per migliorarne la visibilità anche in condizioni di scarsa luce. Sulla possibile introduzione di questa norma si è espresso anche Luigi Altamura, Comandante della polizia locale di Verona: "Sarebbe una norma di buon senso e avrebbe una conseguenza immediata, salvare vite umane, basterebbe aggiungere una frase al primo comma dell'art. 190 del codice della strada che cita ‘Da mezz'ora dopo il tramonto del sole a mezz'ora prima del suo sorgere, ai pedoni che circolano sulla carreggiata di strade esterne ai centri abitati, prive di illuminazione pubblica, è fatto obbligo di marciare su unica fila, - e qui andrebbe aggiunto - indossando un giubbino retroriflettente o con una torcia a led”. Insomma, il tema è caldo, soprattutto se si pensa alle conseguenze: attualmente le sanzioni per i pedoni indisciplinati sono molto basse (25 euro) ma i rischi sono altissimi, in caso di colpa e in presenza di lesioni gravi, non c’è alcuna possibilità di risarcimento.