Dakar 2020 tappa 1: Toby Price al comando
Toby Price su KTM, vincitore della scorsa edizione, si prende la prima tappa della nuova Dakar davanti alla Honda di Ricky Brabec e al compagno di squadra Matthias Walkner. Già staccati Joan Barreda e Adrien Van Beveren
Image
News
The Price is right
Dopo tanta attesa finalmente abbiamo visto in azione i piloti della Dakar 2020. Una gara che l’anno scorso si è sviluppata in un percorso di sole dieci tappe per quella che è stata l’ultima dopo 11 anni in Sud America. Sofferto, breve e circoscritto al solo Perù, il Dakar Rally nel 2019 ha attraversato una crisi che ha fatto emergere dubbi sul suo futuro ma, nel corso dell’ultimo anno, l’organizzazione ha stravolto tutto cambiando direzione – via Etienne Lavigne e avanti David Castera – e, soprattutto, trovando un accordo vantaggioso con il Medio Oriente, dove rimarrà per i prossimi anni. Amata o criticata, di fatto la Dakar rimane la manifestazione più dura, competitiva e seguita al mondo, e lo dimostra la presenza di praticamente tutte le case ufficiali schierate sulla linea di partenza.
Nonostante il terzo capitolo della storia del rally si apra in Arabia Saudita, poco al momento è cambiato: a spuntarla nella prima tappa disputatasi oggi è stato il campione in carica Toby Price su KTM che, dopo aver vinto la scorsa edizione con un polso rotto, si è preso lo stage Jeddah-Al Wajh di 752 chilometri totali di cui 319 cronometrati. “Tutto è andato bene fino all’altezza del chilometro 140, quando il mio roadbook ha iniziato a dare dei problemi” spiega però Price. “Qualcosa era entrato nel meccanismo bloccando i rulli, smettendo di funzionare. Dopo aver perso del tempo, fortunatamente ho raggiunto Walkner e sono stato in grado di raggiungere il traguardo insieme a lui. Il mio risultato sembra buono sulla carta, ma la giornata è stata piuttosto difficile. Spero di risolvere l’inconveniente in vista di domani, quando aprirò la seconda tappa”.
I primi cento chilometri, tuttavia, hanno visto in testa il pilota Honda Ricky Brabec, probabilmente ancora irritato dal ritiro dell’anno scorso, avvenuto durante l’ottava tappa a causa della rottura al motore dopo una gara esemplare che lo aveva visto come un possibile candidato per la vittoria. Ma la motivazione non è stata sufficiente e lo statunitense si è dovuto arrendere di fronte al passo incalzante di Price che, però, ha vinto la tappa con un distacco di soli due minuti.
KTM, imbattuta dal 2001, farà di tutto per non interrompere la lunga serie di vittorie che nel 2019 ha colorato l’intero podio di arancione, con Matthias Walkner e Sam Sunderland 2º e 3º l’anno scorso, e rispettivamente 3º e 5º oggi. In Brabec, dunque, Honda potrebbe vedere una speranza concreta di inversione di tendenza, forse impossibile da riporre nel suo uomo più veloce, Joan Barreda, grande divoratore di tappe ma incapace di reggere la maratona con la costanza e la strategia necessarie per conquistare il titolo finale. Un esordio non certo dei migliori, quello dello spagnolo, che oggi non è andato oltre la 7ª posizione, con quasi 8 minuti di gap dall’australiano. C’è da augurarsi che sia entrato nella mentalità dakariana, evitando gli sprint fini a sé stessi per attaccare solo nel momento giusto.
Honda occupa i primi posti della classifica provvisoria anche grazie a Kevin Benavides, in 4ª posizione, mentre la prima Husqvarna chiude 6ª con Pablo Quintanilla, un altro pilota che nel 2019 ha dovuto fare i conti con la sfortuna: durante l’ultima tappa, infatti, il cileno aveva perso tempo per colpa di una caduta vedendosi sfuggire la chance di vittoria, fino a quel momento a portata di mano.
Unica Yamaha nella top 10 quella di Adrien Van Beveren, che non ha brillato in questa prima di 12 tappe della Dakar 2020: 10º con quasi 10 minuti minuti di ritardo da Price, forse il francese vuole evitare problemi, vista la bruciante delusione dell’anno scorso, quando si è dovuto ritirare il penultimo giorno di gara mentre era 4º assoluto, per aver rotto il motore della sua Yamaha a 16 chilometri dalla fine del tratto selettivo. Prima di Van Beveren, la KTM di Luciano Benavides (fratello minore di Kevin) e la Husqvarna di Andrew Short.
Per quanto riguarda gli italiani, in testa alla classifica azzurra come prevedibile troviamo Jacopo Cerutti, che finisce la giornata 24º, seguito in 30ª posizione da Maurizio Gerini.
Classifica generale dopo la 1ª tappa: 1. Price (KTM) 3.19’33”- 2. Brabec (Honda) +2'05" - 3. Walkner (KTM) +2'40" - 4. K. Benavides (Honda) +4'31" - 5. Sunderland (KTM) +5'15" - 6. Quintanilla (Husqvarna) +5'36" - 7. Barreda (Honda) +7'51" - 8. L. Benavides (KTM) +8'56" - 9. Short (Husqvarna) +9'03" - 10. Van Beveren (Yamaha) +9'52"
Dopo tanta attesa finalmente abbiamo visto in azione i piloti della Dakar 2020. Una gara che l’anno scorso si è sviluppata in un percorso di sole dieci tappe per quella che è stata l’ultima dopo 11 anni in Sud America. Sofferto, breve e circoscritto al solo Perù, il Dakar Rally nel 2019 ha attraversato una crisi che ha fatto emergere dubbi sul suo futuro ma, nel corso dell’ultimo anno, l’organizzazione ha stravolto tutto cambiando direzione – via Etienne Lavigne e avanti David Castera – e, soprattutto, trovando un accordo vantaggioso con il Medio Oriente, dove rimarrà per i prossimi anni. Amata o criticata, di fatto la Dakar rimane la manifestazione più dura, competitiva e seguita al mondo, e lo dimostra la presenza di praticamente tutte le case ufficiali schierate sulla linea di partenza.
Nonostante il terzo capitolo della storia del rally si apra in Arabia Saudita, poco al momento è cambiato: a spuntarla nella prima tappa disputatasi oggi è stato il campione in carica Toby Price su KTM che, dopo aver vinto la scorsa edizione con un polso rotto, si è preso lo stage Jeddah-Al Wajh di 752 chilometri totali di cui 319 cronometrati. “Tutto è andato bene fino all’altezza del chilometro 140, quando il mio roadbook ha iniziato a dare dei problemi” spiega però Price. “Qualcosa era entrato nel meccanismo bloccando i rulli, smettendo di funzionare. Dopo aver perso del tempo, fortunatamente ho raggiunto Walkner e sono stato in grado di raggiungere il traguardo insieme a lui. Il mio risultato sembra buono sulla carta, ma la giornata è stata piuttosto difficile. Spero di risolvere l’inconveniente in vista di domani, quando aprirò la seconda tappa”.
I primi cento chilometri, tuttavia, hanno visto in testa il pilota Honda Ricky Brabec, probabilmente ancora irritato dal ritiro dell’anno scorso, avvenuto durante l’ottava tappa a causa della rottura al motore dopo una gara esemplare che lo aveva visto come un possibile candidato per la vittoria. Ma la motivazione non è stata sufficiente e lo statunitense si è dovuto arrendere di fronte al passo incalzante di Price che, però, ha vinto la tappa con un distacco di soli due minuti.
KTM, imbattuta dal 2001, farà di tutto per non interrompere la lunga serie di vittorie che nel 2019 ha colorato l’intero podio di arancione, con Matthias Walkner e Sam Sunderland 2º e 3º l’anno scorso, e rispettivamente 3º e 5º oggi. In Brabec, dunque, Honda potrebbe vedere una speranza concreta di inversione di tendenza, forse impossibile da riporre nel suo uomo più veloce, Joan Barreda, grande divoratore di tappe ma incapace di reggere la maratona con la costanza e la strategia necessarie per conquistare il titolo finale. Un esordio non certo dei migliori, quello dello spagnolo, che oggi non è andato oltre la 7ª posizione, con quasi 8 minuti di gap dall’australiano. C’è da augurarsi che sia entrato nella mentalità dakariana, evitando gli sprint fini a sé stessi per attaccare solo nel momento giusto.
Honda occupa i primi posti della classifica provvisoria anche grazie a Kevin Benavides, in 4ª posizione, mentre la prima Husqvarna chiude 6ª con Pablo Quintanilla, un altro pilota che nel 2019 ha dovuto fare i conti con la sfortuna: durante l’ultima tappa, infatti, il cileno aveva perso tempo per colpa di una caduta vedendosi sfuggire la chance di vittoria, fino a quel momento a portata di mano.
Unica Yamaha nella top 10 quella di Adrien Van Beveren, che non ha brillato in questa prima di 12 tappe della Dakar 2020: 10º con quasi 10 minuti minuti di ritardo da Price, forse il francese vuole evitare problemi, vista la bruciante delusione dell’anno scorso, quando si è dovuto ritirare il penultimo giorno di gara mentre era 4º assoluto, per aver rotto il motore della sua Yamaha a 16 chilometri dalla fine del tratto selettivo. Prima di Van Beveren, la KTM di Luciano Benavides (fratello minore di Kevin) e la Husqvarna di Andrew Short.
Per quanto riguarda gli italiani, in testa alla classifica azzurra come prevedibile troviamo Jacopo Cerutti, che finisce la giornata 24º, seguito in 30ª posizione da Maurizio Gerini.
Classifica generale dopo la 1ª tappa: 1. Price (KTM) 3.19’33”- 2. Brabec (Honda) +2'05" - 3. Walkner (KTM) +2'40" - 4. K. Benavides (Honda) +4'31" - 5. Sunderland (KTM) +5'15" - 6. Quintanilla (Husqvarna) +5'36" - 7. Barreda (Honda) +7'51" - 8. L. Benavides (KTM) +8'56" - 9. Short (Husqvarna) +9'03" - 10. Van Beveren (Yamaha) +9'52"
Aggiungi un commento