Dakar 2020, addio Sud America, si riparte dall’Arabia Saudita
Quella di quest'anno è stata l'ultima edizione sudamericana della Dakar: Amaury Sport Organisation ha confermato i rumors degli ultimi mesi annunciando il trasferimento in Arabia Saudita per il 2020. Comincia ufficialmente la terza era della storia del rally più affascinante del mondo
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Una nuova era
Adesso è ufficiale. Dopo 30 anni in Africa e 11 in Sud America inizia un nuovo capitolo della storia del rally Dakar. È notizia di pochi minuti fa l’annuncio da parte dell’organizzazione dell’imminente trasferimento in Medio Oriente. Il 2020, dunque, vedrà la carovana invadere l’Arabia Saudita, anche se i dettagli si sapranno solo il 25 aprile.
Secondo i rumors circolati recentemente, pare che Amaury Sport Organisation abbia firmato un contratto che la vincolerà al Paese per i prossimi cinque anni. Nessuno stupore, comunque, dato che le difficoltà riscontrate nel 2018 nel reperire finanziamenti dal Sud America sono note a tutti, come la ricerca di nuovi orizzonti dove trasferire la manifestazione, che quest’anno si è mostrata sottotono, con un itinerario più breve e relegato tra i confini del Perù, condizione assolutamente irripetibile per il rally più imponente di sempre.
L’Arabia Saudita è parsa fin da subito la scelta giusta – oltre che per la stabilità ottenuta dall’accordo economico – anche per le caratteristiche del nuovo percorso: le distese di sabbia non mancano e gli Emirati Arabi sono già teatro di diversi rally a Dubai, Doha, Abu Dhabi, senza contare che la passione per il motorsport in quella zona di sceicchi è forte, corroborata anche dalla vittoria del pilota di punta qatariota Nasser Al-Attiyah, che ha trionfato nella categoria auto di quest’anno con la Toyota Hilux.
Ma il trasferimento non è l’unica novità di questo periodo storico poiché, solo un mese fa, è stato annunciato un cambio al vertice, con Etienne Lavigne che lascia il posto di direttore e il subentro di David Castera, che si dice soddisfatto di poter ottenere il massimo da una situazione geografica di quel tipo e l’ampia varietà di territori di cui dispone.
Adesso è ufficiale. Dopo 30 anni in Africa e 11 in Sud America inizia un nuovo capitolo della storia del rally Dakar. È notizia di pochi minuti fa l’annuncio da parte dell’organizzazione dell’imminente trasferimento in Medio Oriente. Il 2020, dunque, vedrà la carovana invadere l’Arabia Saudita, anche se i dettagli si sapranno solo il 25 aprile.
Secondo i rumors circolati recentemente, pare che Amaury Sport Organisation abbia firmato un contratto che la vincolerà al Paese per i prossimi cinque anni. Nessuno stupore, comunque, dato che le difficoltà riscontrate nel 2018 nel reperire finanziamenti dal Sud America sono note a tutti, come la ricerca di nuovi orizzonti dove trasferire la manifestazione, che quest’anno si è mostrata sottotono, con un itinerario più breve e relegato tra i confini del Perù, condizione assolutamente irripetibile per il rally più imponente di sempre.
L’Arabia Saudita è parsa fin da subito la scelta giusta – oltre che per la stabilità ottenuta dall’accordo economico – anche per le caratteristiche del nuovo percorso: le distese di sabbia non mancano e gli Emirati Arabi sono già teatro di diversi rally a Dubai, Doha, Abu Dhabi, senza contare che la passione per il motorsport in quella zona di sceicchi è forte, corroborata anche dalla vittoria del pilota di punta qatariota Nasser Al-Attiyah, che ha trionfato nella categoria auto di quest’anno con la Toyota Hilux.
Ma il trasferimento non è l’unica novità di questo periodo storico poiché, solo un mese fa, è stato annunciato un cambio al vertice, con Etienne Lavigne che lascia il posto di direttore e il subentro di David Castera, che si dice soddisfatto di poter ottenere il massimo da una situazione geografica di quel tipo e l’ampia varietà di territori di cui dispone.
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