Da Bosch e BMW una Second Life per le batterie
Ad Amburgo gli accumulatori dismessi delle BMW elettriche diventano una centrale di stoccaggio di corrente che consentirà di sfruttare meglio l'elettricità proveniente da fonti rinnovabili a tutto vantaggio di ambiente ed economia
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Green Planet
100 batterie per 30 famiglie
Recuperare le batterie dei veicoli elettrici, ripristinarle e riutilizzarle per creare una centrale di stoccaggio di energia. E' quanto promette il progetto Second Life Batteries nato dall'intesa tra Bosch, BMW e Vattenfall, gestore energetico svedese operante in diversi paesi, compresa la Germania. E proprio ad Amburgo si dovrebbe concretizzare l'accordo tra le tre società con la realizzazione di una stazione di stoccaggio in grado di accumulare corrente nei momenti di eccesso di produzione per rilasciarla quando la domanda è più alta. Un sistema pensato per sfruttare al massimo le potenzialità delle fonti rinnovabili, come eolico e fotovoltaico, in grado di generare grandi quantità di energia in determinate condizioni (con il sole o il vento) o rimanere improduttive in altre. Una instabilità congenita che sarà resa più uniforme con l'unità di stoccaggio capace di una potenza di due megawatt (MW) e una capacità installata di due megawattora (MWh), sufficienti per fornire energia a 30 famiglie di quattro persone per sette giorni. A costituirla sono oltre 100 batterie recuperate da auto elettriche del marchio dell'elica, le ActiveE e i3, e rigenerate per consentirne il prolungamento della loro attività. Gli accumulatori agli ioni di litio dei veicoli a “fine vita”, infatti, hanno ancora una buona capacità di immagazzinare corrente e possono essere sfruttati per le centrali di stoccaggio come quella realizzate da Bosch che provvede pure al ripristino delle batterie e al loro collegamento e al sistema di gestione della centrale. Un'unità che consente numerosi vantaggi monetari e ambientali. Tra i più rilevanti citiamo il riutilizzo delle batterie, che evita i costi economici e ambientali del loro smaltimento dopo l'impiego sulle auto elettriche, e la maggiore stabilità del sistema elettrico che permette di ridurre le emissioni di gas serra e inquinanti del settore. Altro beneficio è dato dalla possibilità di analizzare la tenuta e il comportamento degli accumulatori nel tempo, informazioni che possono risultare utili per lo sviluppo dei modelli futuri.
Recuperare le batterie dei veicoli elettrici, ripristinarle e riutilizzarle per creare una centrale di stoccaggio di energia. E' quanto promette il progetto Second Life Batteries nato dall'intesa tra Bosch, BMW e Vattenfall, gestore energetico svedese operante in diversi paesi, compresa la Germania. E proprio ad Amburgo si dovrebbe concretizzare l'accordo tra le tre società con la realizzazione di una stazione di stoccaggio in grado di accumulare corrente nei momenti di eccesso di produzione per rilasciarla quando la domanda è più alta. Un sistema pensato per sfruttare al massimo le potenzialità delle fonti rinnovabili, come eolico e fotovoltaico, in grado di generare grandi quantità di energia in determinate condizioni (con il sole o il vento) o rimanere improduttive in altre. Una instabilità congenita che sarà resa più uniforme con l'unità di stoccaggio capace di una potenza di due megawatt (MW) e una capacità installata di due megawattora (MWh), sufficienti per fornire energia a 30 famiglie di quattro persone per sette giorni. A costituirla sono oltre 100 batterie recuperate da auto elettriche del marchio dell'elica, le ActiveE e i3, e rigenerate per consentirne il prolungamento della loro attività. Gli accumulatori agli ioni di litio dei veicoli a “fine vita”, infatti, hanno ancora una buona capacità di immagazzinare corrente e possono essere sfruttati per le centrali di stoccaggio come quella realizzate da Bosch che provvede pure al ripristino delle batterie e al loro collegamento e al sistema di gestione della centrale. Un'unità che consente numerosi vantaggi monetari e ambientali. Tra i più rilevanti citiamo il riutilizzo delle batterie, che evita i costi economici e ambientali del loro smaltimento dopo l'impiego sulle auto elettriche, e la maggiore stabilità del sistema elettrico che permette di ridurre le emissioni di gas serra e inquinanti del settore. Altro beneficio è dato dalla possibilità di analizzare la tenuta e il comportamento degli accumulatori nel tempo, informazioni che possono risultare utili per lo sviluppo dei modelli futuri.
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