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Arturo Merzario in sella alla Panigale 1299 R di Dario Marchetti

Il Cowboy delle quattro ruote torna in pista, questa volta però in sella alla Ducati Panigale Final Edition 1299 R prestatagli da Dario Marchetti. Dopo una lunga carriera dedicata alle 4 ruote, Arturo Merzario ha confessato che la sua prima avventura in circuito è stata proprio con una moto
Di nuovo in pista
Classe 1943, Arturo Merzario s’è messo al volante, nel corso di una lunghissima carriera da collaudatore prima e da pilota pilota poi, di praticamente ogni auto da corsa, dalle piccole turismo alla Formula 1. Nel 1976 salvò la vita a Niki Lauda dopo il tragico incidente di Nurburgring, poi nel ’78 tentò anche la strada da costruttore di Formula 1 e nel 2010, con doversi titoli conquistati anche nelle gare GT con Ferrari e Porsche, è stato eletto presidente onorario della Scuderia del Portello.
“Cowboy delle quattro ruote”, all’età di 75 anni Arturo rimane oggi ovviamente appassionatissimo di tutto ciò che ha un motore: lo dimostra la sua più recente avventura, che l’ha visto salire in sella alla Ducati Panigale Final Edition 1299 R di Dario Marchetti per una ventina di giri di buon passo (ma senza esagerare) sul circuito Tazio Nuvolari di Cervesina. “Avere la possibilità di provare una moto vera è stata una grande fortuna – ha commentato entusiasta Merzario –. Dario Marchetti me l’aveva promesso, io ci tenevo tantissimo: l’appuntamento era per il pomeriggio e alle 13 ero già in circuito. Fantastica! Guido la moto regolarmente ma è una Harley-Davidson, anzi due: una 883 e una Heritage 1700. Fanno ciuf ciuf, ci vado a spasso con mia moglie. È una filosofia tutta diversa”.
Questa invece…”Questa è spaziale. È una moto vera. Ha tanti cavalli anche la mia 1700 ma prima di essere lanciato ti puoi fumare una sigaretta. Invece la Ducati ti inchioda alla sella appena apri il gas! Ho fatto solo una ventina di giri, per divertimento, attento a non fare danni: giravano i piloti veri e non volevo dare loro fastidio”.
Non c’è dubbio che Arturo si sia divertito parecchio, ma i 20 giri in circuito sono stati occasione anche per un’inaspettata rivelazione: “agli inizi della mia carriera - ha spiegato - avevo corso in moto. Feci la prima garetta al Ghisallo a 12 anni, con una DEMM; mi dettero una coppetta ma solo perché ero il più giovane. Poi gareggiai ancora con una Rumi Junior 125, una Ducati Elit e una Isomoto. Appena ebbi la licenza auto abbandonai le moto. Fatalità, 20 anni esatti dopo corsi di nuovo con una Iso, ma era quella di Formula 1, costruita dal figlio e progettata da Frank Williams”.
 
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