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Razgatlioglu ammette: “Yamaha non aveva un piano per portarmi in MotoGP”

Il nome di Toprak Razgatlioglu per diverso tempo è stato associato alla MotoGP  con Yamaha, ma tutto si risolse con un nulla di fatto

Ecco cos'è successo durante il test

Nel 2021 Toprak Razgatlioglu ha vinto il titolo iridato con Yamaha e il matrimonio tra il pilota turco e la Casa dei tre dapason sembrava essere solido e felice. Successivamente le cose hanno preso un’altra piega tanto da arrivare poi al divorzio l’anno scorso e oggi lo troviamo alla guida della BMW. Come si è arrivati fino a questo punto? A raccontarlo è stato lo stesso Razgatlioglu, che ha svelato i retroscena.

Tutto è cominciato con il suo possibile passaggio in MotoGP, di cui si è parlato per diversi mesi, e che sarebbe stato proprio con Yamaha. Prima di prendere la decisione ovviamente c’è stato un test nel quale il turco è rimasto piuttosto deluso dal comportamento della Casa di Iwata. Come ha raccontato al sito Motorsport-total: “C'erano già state discussioni sulla sella e sulla posizione della seduta prima del test. Di solito in Yamaha ce ne sono di tre tipi. Ma quando sono arrivato al test, la moto era come prima. Ho fatto solo i miei giri. Non avevo neanche molte gomme a disposizione, l’ho rispettato”.

Il turco ha poi aperto gli occhi

Da lì è cominciato del malcontento nei confronti della Casa, dato che il pilota non ha visto l’impegno che si sarebbe aspettato: “In realtà non avevo intenzione di continuare a guidare dopo il primo giorno. Ho parlato con Kenan (Sofuoglu, il suo manager). Ha detto che avrei dovuto mostrare rispetto alla Yamaha. Tutti i giovani piloti hanno un sogno. Vogliono guidare una moto MotoGP prima o poi. Io ho potuto sperimentarlo, il che mi rende molto felice”. Da quel momento però ha capito come stavano realmente le cose: “La Yamaha non aveva un piano per portarmi in MotoGP. Non volevano un nuovo contratto ed è per questo che abbiamo avviato i colloqui con la BMW. Ho firmato e sono molto felice, è una nuova sfida e sono più motivato di prima”. E i risultati, ad oggi, gli danno ragione.

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