MotoGP Starting Grid: seconda gara a Jerez senza Marquez, la grande occasione di Quartararo e Vinales
L'otto volte campione del mondo si è già operato, ma sicuramente non potrà tentare il rientro prima di Brno. El Diablo proverà la fuga, ma Top Gun farà di tutto per prendersi la rivincita. L'infermeria intanto si svuota lentamente: Crutchlow si è operato, Rins ancora no
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MotoGP
Con una gara dietro l'altra in calendario, il motomondiale 2020 sarà ricordato come il più frenetico di sempre e già venerdì i piloti saranno nuovamente in pista per la seconda gara di Jerez, battezzata gran premio di Andalusia. Torna quindi anche il nostro Guido Sassi, che ci porta – virtualmente- in griglia con MotoGP Starting Grid.
La novità
La novità principale è che Marc Marquez non ci sarà (edit: a sorpresa Marc Marquez sarà in gara ecco tutte le nvittà), per la prima volta dopo 128 gran premi in classe regina. Lo spagnolo è già stato operato all'omero dal dottor Mir, che ha ridotto la frattura e inserito una placca sull'osso, per ridurre le tre fratture e aiutare un recupero più rapido. Al momento attuale il gran premio della Repubblica Ceca è in forse, la prima gara austriaca è più probabile. Marquez non sarà sostituito nel box Repsol, mentre la Honda di Cecchinello dovrebbe contare sul rientro di Cal Crutchlow, operato allo scafoide. L'inglese sarà al circuito giovedì per sottoporsi alle visite mediche, sperando di ottenere l'ok per correre nel fine settimana. Infine situazione sospesa per Alex Rins, che ha subito un infortunio alla testa dell'omero con interessamento della spalla. Davide Brivio spera di non dovere ricorrere a Sylvain Guintoli e conta di affidare la GSX-RR numero 42 al suo legittimo titolare, che per il momento non è passato sotto i ferri.
Che numeri!
7 pole position, la prima vittoria a 21 anni e 2 mesi: tra i piloti in attività solo Marc Marquez è stato più precoce di Fabio Quartararo nell'arrivare al successo in una singola gara, e il francese alla sua seconda stagione nel mondiale della massima categoria si trova a guidare la classifica del campionato. I numeri sono da fenomeno vero, rimane da capire se il francese riuscirà a farsi scivolare di dosso la pressione, ora che ha i favori del pronostico nella corsa all'iride.
La sfida
La scelta della gomma soft all'anteriore ha creato non poche difficoltà a Maverick Vinales domenica scorsa, così la gara dello spagnolo è apparsa sotto tono. Ora però il pilota ufficiale Yamaha ha tutte le carte in mano per correggere l'errore e prendere la decisione giusta nel prossimo weekend. Per quello che si è visto nel debutto stagionale sul circuito dedicato ad Angel Nieto, Top Gun e il Diablo potrebbero essere in grado di scappare alla concorrenza dopo i primi giri, nel remake di gara uno che si terrà domenica prossima. La coppia, che l'anno prossimo si ritroverà sotto lo stesso tetto del team factory, potrebbe così tenere la vittoria in casa Yamaha fino a Brno. La casa di Iwata non vince le prime due gare dell'anno dal 2017, quando proprio Vinales aveva infilato gli unici due successi consecutivi della sua carriera in classe regina.
Questa è storia
Jerez ha spesso regalato gare indelebili, fin dal 1996, quando Doohan e Criville arrivarono all'ultimo giro in lotta per la vittoria. Il pubblico però invase la pista dalla curva 8 in poi, creando una situazione di incredibile pericolo. L'australiano fu quello che riuscì a mantenere davvero il sangue freddo, riguadagnando qualche metro a poche curve dal termine sull'idolo locale (al tempo ancora nessun iberico aveva vinto un mondiale nella classe regina). Criville, che era in testa con un discreto margine, venne attaccato alla 13, esagerò con il gas e finì per fare un brutto high side sotto gli occhi stupefatti dei suoi tifosi, mentre Mick andò a vincere.
Hot Spot
Se la 13 è la curva delle sportellate tra Rossi e Gibernau, Marquez e Lorenzo e tanti altri piloti, la Dry Sac è famosa fin dal 1997, quando Schumacher e Villeneuve ci si giocarono un mondiale, perso dal tedesco della Ferrari in favore del canadese della Williams. In MotoGP rimane scolpita negli annali la carambola di due anni fa: Pedrosa arrivò lungo, Lorenzo tentò l'incrocio sul sorpasso di Dovizioso e ci fu una collisione a tre con altrettanti ritiri. Anche domenica scorsa molti attacchi sono stati portati proprio in quel punto. D'altronde le MotoGP ci arrivano dal lungo rettilineo che precede la curva, a una velocità che sfiora i 300 chilometri l'ora. La decelerazione è impressionante, perché il tornantino viene affrontato a meno di 70 orari, in prima marcia. Per passare alla 6 servono una moto stabile in frenata e gomme a posto. Dal guadagnare una posizione a perderne due per un lungo infatti il passo è davvero breve, ma di sicuro anche domenica prossima in tanti proveranno a sorpassare proprio in quel punto.
La novità
La novità principale è che Marc Marquez non ci sarà (edit: a sorpresa Marc Marquez sarà in gara ecco tutte le nvittà), per la prima volta dopo 128 gran premi in classe regina. Lo spagnolo è già stato operato all'omero dal dottor Mir, che ha ridotto la frattura e inserito una placca sull'osso, per ridurre le tre fratture e aiutare un recupero più rapido. Al momento attuale il gran premio della Repubblica Ceca è in forse, la prima gara austriaca è più probabile. Marquez non sarà sostituito nel box Repsol, mentre la Honda di Cecchinello dovrebbe contare sul rientro di Cal Crutchlow, operato allo scafoide. L'inglese sarà al circuito giovedì per sottoporsi alle visite mediche, sperando di ottenere l'ok per correre nel fine settimana. Infine situazione sospesa per Alex Rins, che ha subito un infortunio alla testa dell'omero con interessamento della spalla. Davide Brivio spera di non dovere ricorrere a Sylvain Guintoli e conta di affidare la GSX-RR numero 42 al suo legittimo titolare, che per il momento non è passato sotto i ferri.
Che numeri!
7 pole position, la prima vittoria a 21 anni e 2 mesi: tra i piloti in attività solo Marc Marquez è stato più precoce di Fabio Quartararo nell'arrivare al successo in una singola gara, e il francese alla sua seconda stagione nel mondiale della massima categoria si trova a guidare la classifica del campionato. I numeri sono da fenomeno vero, rimane da capire se il francese riuscirà a farsi scivolare di dosso la pressione, ora che ha i favori del pronostico nella corsa all'iride.
La sfida
La scelta della gomma soft all'anteriore ha creato non poche difficoltà a Maverick Vinales domenica scorsa, così la gara dello spagnolo è apparsa sotto tono. Ora però il pilota ufficiale Yamaha ha tutte le carte in mano per correggere l'errore e prendere la decisione giusta nel prossimo weekend. Per quello che si è visto nel debutto stagionale sul circuito dedicato ad Angel Nieto, Top Gun e il Diablo potrebbero essere in grado di scappare alla concorrenza dopo i primi giri, nel remake di gara uno che si terrà domenica prossima. La coppia, che l'anno prossimo si ritroverà sotto lo stesso tetto del team factory, potrebbe così tenere la vittoria in casa Yamaha fino a Brno. La casa di Iwata non vince le prime due gare dell'anno dal 2017, quando proprio Vinales aveva infilato gli unici due successi consecutivi della sua carriera in classe regina.
Questa è storia
Jerez ha spesso regalato gare indelebili, fin dal 1996, quando Doohan e Criville arrivarono all'ultimo giro in lotta per la vittoria. Il pubblico però invase la pista dalla curva 8 in poi, creando una situazione di incredibile pericolo. L'australiano fu quello che riuscì a mantenere davvero il sangue freddo, riguadagnando qualche metro a poche curve dal termine sull'idolo locale (al tempo ancora nessun iberico aveva vinto un mondiale nella classe regina). Criville, che era in testa con un discreto margine, venne attaccato alla 13, esagerò con il gas e finì per fare un brutto high side sotto gli occhi stupefatti dei suoi tifosi, mentre Mick andò a vincere.
Hot Spot
Se la 13 è la curva delle sportellate tra Rossi e Gibernau, Marquez e Lorenzo e tanti altri piloti, la Dry Sac è famosa fin dal 1997, quando Schumacher e Villeneuve ci si giocarono un mondiale, perso dal tedesco della Ferrari in favore del canadese della Williams. In MotoGP rimane scolpita negli annali la carambola di due anni fa: Pedrosa arrivò lungo, Lorenzo tentò l'incrocio sul sorpasso di Dovizioso e ci fu una collisione a tre con altrettanti ritiri. Anche domenica scorsa molti attacchi sono stati portati proprio in quel punto. D'altronde le MotoGP ci arrivano dal lungo rettilineo che precede la curva, a una velocità che sfiora i 300 chilometri l'ora. La decelerazione è impressionante, perché il tornantino viene affrontato a meno di 70 orari, in prima marcia. Per passare alla 6 servono una moto stabile in frenata e gomme a posto. Dal guadagnare una posizione a perderne due per un lungo infatti il passo è davvero breve, ma di sicuro anche domenica prossima in tanti proveranno a sorpassare proprio in quel punto.
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