MotoGP, dubbio amletico per Ducati: meglio la vecchia GP21 o la nuova GP22?
Enea Bastianini ha dimostrato che la vittoria del Qatar non era un caso, Jack Miller e Pecco Bagnaia continuano a faticare con la moto di quest'anno. Ma le prestazioni stanno migliorando, e l'australiano professa fiducia per il proseguimento della stagione
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Delle otto Ducati in griglia, 5 sono di specifiche GP22 e le 3 rimanenti GP21, anche se la Desmosedici di Bastianini è una sorta di ibrido, nel senso che è una moto evoluta fino alla versione di Valencia 2021 e forse ha anche qualcosa in più rispetto a quello step.
Ma qual è la miglior versione del prototipo di Borgo Panigale? I risultati in pista aprono la questione a più di una riflessione.
Con una Bestia così
I risultati di Enea Bastianini gettano benzina sul fuoco: due vittorie in quattro gare e la leadership del mondiale lasciano intendere che la vecchia moto – nelle giuste mani- sia ancora ultra competitiva, ma il punto in realtà è un altro. È la GP21 tanto competitiva da fare pensare che la GP22 sia stata sviluppata seguendo una strada sbagliata?
A più riprese tanto il direttore generale Gigi Dall'Igna che il team manager Davide Tardozzi hanno spiegato che confidano nella bontà dell'upgrade, e che solo il tempo, con l'arrivo in calendario delle piste europee unito alla conoscenza del mezzo, permetterà di apprezzare i vantaggi della moto di quest'anno. I piloti – in particolare Bagnaia- sono stati invece decisamente più tiepidi anche se, ieri nel post gara, Jack Miller ha spiegato piuttosto bene come stanno le cose.
Coperta corta?
“La GP22 gira bene dentro le curve, ma se si considera la velocità di punta, non saremo mai al livello di Bastianini. Non è solo una questione di moto: io sono più grosso di lui, Enea invece ha una corporatura che si sposa benissimo con la Desmosedici e gli permette di prendere meno aria. Pesa anche di meno, è la combinazione perfetta. Ma in molte aree la nostra moto è già migliore della loro, e le cose andranno in meglio andando avanti”. Se Jack professa ottimismo, Pecco invece sembra ancora “scottato” da un inizio stagione sotto le attese. “In gara non potevo fare di più, ora andiamo a Portimao e l'anno scorso lì avevo vinto, sarà interessante capire il livello delle nostra moto. Dobbiamo ancora lavorare".
Il tempo c'è, perché la stagione è lunghissima, rimane il dubbio che la Desmosedici sia arrivata a un punto di sviluppo nel quale per guadagnare in agilità e percorrenza bisogna sacrificare qualcosa in spunto e velocità massima. È presto però per dare una risposta, e una moto complessa come la GP22 potrebbe invece regalare nel proseguimento della stagione diverse soddisfazioni.
Ma qual è la miglior versione del prototipo di Borgo Panigale? I risultati in pista aprono la questione a più di una riflessione.
Con una Bestia così
I risultati di Enea Bastianini gettano benzina sul fuoco: due vittorie in quattro gare e la leadership del mondiale lasciano intendere che la vecchia moto – nelle giuste mani- sia ancora ultra competitiva, ma il punto in realtà è un altro. È la GP21 tanto competitiva da fare pensare che la GP22 sia stata sviluppata seguendo una strada sbagliata?
A più riprese tanto il direttore generale Gigi Dall'Igna che il team manager Davide Tardozzi hanno spiegato che confidano nella bontà dell'upgrade, e che solo il tempo, con l'arrivo in calendario delle piste europee unito alla conoscenza del mezzo, permetterà di apprezzare i vantaggi della moto di quest'anno. I piloti – in particolare Bagnaia- sono stati invece decisamente più tiepidi anche se, ieri nel post gara, Jack Miller ha spiegato piuttosto bene come stanno le cose.
Coperta corta?
“La GP22 gira bene dentro le curve, ma se si considera la velocità di punta, non saremo mai al livello di Bastianini. Non è solo una questione di moto: io sono più grosso di lui, Enea invece ha una corporatura che si sposa benissimo con la Desmosedici e gli permette di prendere meno aria. Pesa anche di meno, è la combinazione perfetta. Ma in molte aree la nostra moto è già migliore della loro, e le cose andranno in meglio andando avanti”. Se Jack professa ottimismo, Pecco invece sembra ancora “scottato” da un inizio stagione sotto le attese. “In gara non potevo fare di più, ora andiamo a Portimao e l'anno scorso lì avevo vinto, sarà interessante capire il livello delle nostra moto. Dobbiamo ancora lavorare".
Il tempo c'è, perché la stagione è lunghissima, rimane il dubbio che la Desmosedici sia arrivata a un punto di sviluppo nel quale per guadagnare in agilità e percorrenza bisogna sacrificare qualcosa in spunto e velocità massima. È presto però per dare una risposta, e una moto complessa come la GP22 potrebbe invece regalare nel proseguimento della stagione diverse soddisfazioni.
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