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Questo weekend Superbike a Most, “Razga” fa ancora più paura

È una pista che Toprak Razgatlıoğlu ama particolarmente e per gli altri è un bel guaio perché le speranze di insidiare il turco si riducono al lumicino

Il mondiale Superbike non si ferma. Appena il tempo di ricaricare il materiale dopo la gara in Gran Bretagna e i camion hanno fatto rotta per Most, Repubblica Ceca: questo weekend si corre il sesto round del campionato, siamo al giro di boa. 

La pista è entrata nel “giro” della Superbike solo dal 2021: un tracciato di poco più di 4 km ma molto vario, con lunghi rettilinei, belle staccate, curve lente e curve veloci. È una pista che Toprak Razgatlıoğlu ama particolarmente e per gli altri è un bel guaio perché le speranze di insidiare il turco si riducono al lumicino. 

Questa è la pista preferita da Razgatlıoğlu

Già aveva fatto il bello e il cattivo tempo a Donington e adesso arriva il suo tracciato preferito, dopo sette vittorie consecutive. Il ragazzo è in un momento di forma strepitosa e nelle sue mani la BMW è diventata fortissima. Certo, qui l’anno scorso cadde mentre era al comando lasciando la vittoria ad Alvaro Bautista, ma in questo momento Toprak è invulnerabile e avversari in grado di contrastarlo non se ne vedono. 

Cosa faranno le Ducati?

Se c’è qualcuno che può provarci sono i due della Ducati, perché nonostante tutto non sono lontani. La chiave è nella messa a punto della Panigale V4: la “Rossa” è esigente come una bella donna e se la si asseconda, cioè se si riesce a trovare il setting perfetto, può dare soddisfazioni enormi; diversamente diventa bizzosa e intrattabile. Questo spiega gli alti e bassi dei suoi due alfieri durante la stagione. Nicolò Bulega ultimamente è quasi sempre nelle prime posizioni ed attualmente è il più fiero avversario di “Razga” in gara e in campionato. È un rookie ma di lusso, manca di esperienza in Superbike ma anche lo scorso anno era in sella a una Panigale, quando ha vinto il mondiale Superstock. Ha scoperto di andare forte anche nel massimo campionato delle derivate dalla serie, forse è arrivato il momento di crederci un po’ di più. 

In attesa di Bautista

Eppure se c’è un uomo dal quale ci si può aspettare la sorpresona è il suo compagno di squadra, Alvaro Bautista. Con la Ducati ha vinto le ultime due edizioni del Mondiale e sorprende vederlo arrabattarsi per un piazzamento, lui che lo scorso anno è arrivato 25 volte primo su un totale di 36 partenze. Ha già 39 anni e si interroga sul suo futuro ma non si invecchia nel giro di qualche mese, forse è meglio interrogarsi sul presente: il ritmo delle gare si è alzato, per spremere qualcosa di più la moto è diventata più difficile e lo spagnolo fatica a trovare l’equilibrio. Ecco, è solo questione di trovarlo…

Poco tempo per fare le modifiche

Gli altri inseguono e con due gare così vicine non c’è il tempo per modificare le moto, dunque è improbabile che la situazione cambi. Da quando è diventato prima guida della Kawasaki Alex Lowes ha cambiato passo e al primo round ha vinto due volte. Non è riuscito a ripetersi ma continua a essere un uomo da prime posizioni. Non da primo gradino del podio però, nonostante la grinta. 

La Yamaha si è dimostrata competitiva più volte ma è avvenuto soprattutto nelle prove. Più facile da mettere punto, quindi arriva presto alla sua massima espressione, ma non riesce a raggiungere i livelli delle BMW e delle Ducati. Andrea Locatelli continua a fare belle gare ed è il migliore con la R1, ma in questo momento non ci sono le condizioni per lasciare il segno. Lo sa bene Jonathan Rea che, dopo un inizio di stagione disastroso, proprio a Donington ha visto uno sprazzo di luce. Ma per tornare ai livelli a cui ci aveva abituato ce ne vuole di più. Così anche Remy Gardner e Dominique Aegerter sulle R1 private del team GYTR GRT. Ogni tanto impressionano in prova ma in gara non riescono a tenere lo stesso ritmo. 

Resta l’incognita Andrea Iannone: l’abruzzese va forte ed è il primo dei piloti “indipendenti” con la Ducati del team Barni, anche se manca di costanza. in Gran Bretagna è andato a picco, eppure può tentare il colpaccio. Come lui anche Danilo Petrucci, non dimenticate che in passato ha vinto in MotoGP. Da tenere d’occhio anche Scott Redding. Inesistente fino alla settimana scorsa, di fronte al suo pubblico si è trasformato. Vedremo se è stato solo un fuoco di paglia o se c’è qualcosa che brucia più forte.

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