Max Temporali: “La Superpole Race mi entusiasma molto”
SBK news – La Superbike da quest’anno e per le prossime tre stagioni sarà trasmessa su Sky e a Max Temporali è stato affidato il commento tecnico. Abbiamo potuto fare una chiacchierata con lui su questo 2019 che ci aspetta nelle derivate di serie, dopo l’egemonia di Bautista a Phillip Island, un Jonathan Rea che non si arrenderà e il nuovo format che Max ha promosso a pieni voti
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SuperBike
“Le moto? Non si può stare senza!”
A Superbike già iniziata è stata presentata l’intera stagione motori di Sky e tra gli altri erano presenti anche coloro che ci racconteranno lo spettacolo delle derivate di serie: Edoardo Vercellesi e Max Temporali. Quest’ultimo racconta la Superbike da anni, è l’elemento di continuità tra la vecchia era televisiva e la nuova e la nostra Serena Zunino ha potuto intervistarlo. Ecco cosa le ha raccontato.
La stagione Superbike è iniziata e a Phillip Island è esploso il binomio Alvaro Bautista-Ducati. Come lo commenti?
È stata una bella novità. Tutti, prematuramente, erano portati ad aspettarsi l’ennesimo dominio di Jonathan Rea, che in generale comunque non escludo. Bautista ha spiazzato un po’ tutti, ha vinto con un po’ di vantaggio e se al suo posto ci fosse stato Rea sarebbe stata una gara noiosa. Ha aperto la speranza che questo campionato torni a essere combattuto. Io ci credo. Il campionato credo se lo contenderanno proprio loro, Rea e Bautista, e sul terzo gradino del podio metterei a rotazione, Haslam, Melandri, Lowes, van der Mark, Razgatlioglu e Sykes, appena la moto crescerà. Secondo me sarà una Superbike un po’ diversa rispetto agli ultimi anni.
La pista di Phillip Island quanto ha ingannato secondo te?
Tanto. È una pista particolare. Innanzitutto ci sono molti team, quelli che hanno meno risorse, che arrivano alla prima gara e non sono ancora pronti. Inoltre è una pista che per tante ragioni non ha mai espresso il valore reale del campionato. Su questa pista le gare sono fondate sulla strategia, per gestire le gomme, cosa che nella maggior parte delle altre gare non succede. La cosa strana è che Bautista è riuscito a essere veloce sempre, in tutte le gare, martellando giri veloci.
Il prossimo round si terrà in Tailandia, anche lì una pista particolare…
Sì, è tutta stop-and-go. Se è vero, come penso, che c’è una differenza di prestazioni tra Kawasaki e Ducati, almeno una decina di cavalli, lì questa cosa sarà ancora più in evidenza. Bisogna vedere se poi questa Ducati sarà guidabile anche nella parte più lenta della pista.
C’è poca italianità in questa Superbike. Secondo te perché?
Sono contento che ci siano due “ragazzini” come Rinaldi e Del Bianco, le nuove leve e in quanto tali avranno bisogno di tempo per crescere. Fortunatamente c’è Melandri, mi dispiace che non ci sia Savadori. Io penso che gli italiani vogliano andare tutti in MotoGP, fare ultimo ma in MotoGP. Questa è una cosa che non concepisco. Se dovessi pensare da pilota, vorrei andare in una classe dove possa esprimere al meglio il mio potenziale per provare a vincere.
Come vedi la stagione di Marco Melandri?
È capitato sulla miglior moto che potesse guidare, per le sue caratteristiche. La Yamaha è molto dolce a livello di motore e la sua guida è molto delicata. Lui è un ballerino. Lo svantaggio è che le prime gare per lui saranno di rodaggio sia per la conoscenza della moto, sia per l’ambientamento. È una squadra indipendente, che è partita da zero.
La Superbike è arrivata in Sky e sei approdato qui. Com’è iniziata questa avventura?
È stata un po’ inattesa. Mi ha chiamato Guido (Meda, ndr) e a gennaio abbiamo iniziato a pianificare la stagione. Il mio enorme grazie va proprio a lui, che dimostra sempre di avere una grande attenzione e passione per tutto quello che c’è all’interno dei motori. Ci stanno mettendo anima e corpo in un campionato che per noi di Sky è ancora un po’ tutto da costruire e pianificare. Ci saranno sicuramente belle novità.
La superbike è già iniziata e quindi hai già commentato il nuovo format con la Superpole Race. Cosa ne pensi?
È bellissima! Sono contento perché tutte le polemiche nate sui social sono da buttare via. Qualunque cosa si dica sulla Superbike si parte sempre prevenuti, perdendo addirittura la razionalità. Come pensavo, invece, la gara corta dà la possibilità a più piloti di potersela giocare, anche chi non ha un assetto perfetto. Il problema più grande nelle corse è la gestione della gomma, in dieci giri questo non succede. L’ho trovata molto interessante, accende molto l’entusiasmo.
Per te le moto sono…
Passione e vita. C’è sempre stata una moto nella mia vita: quando sono nato c’era quella di mio papà, poi è arrivato il mio motorino. La moto è tutto, è la mia vita, come si fa a stare senza?
A Superbike già iniziata è stata presentata l’intera stagione motori di Sky e tra gli altri erano presenti anche coloro che ci racconteranno lo spettacolo delle derivate di serie: Edoardo Vercellesi e Max Temporali. Quest’ultimo racconta la Superbike da anni, è l’elemento di continuità tra la vecchia era televisiva e la nuova e la nostra Serena Zunino ha potuto intervistarlo. Ecco cosa le ha raccontato.
La stagione Superbike è iniziata e a Phillip Island è esploso il binomio Alvaro Bautista-Ducati. Come lo commenti?
È stata una bella novità. Tutti, prematuramente, erano portati ad aspettarsi l’ennesimo dominio di Jonathan Rea, che in generale comunque non escludo. Bautista ha spiazzato un po’ tutti, ha vinto con un po’ di vantaggio e se al suo posto ci fosse stato Rea sarebbe stata una gara noiosa. Ha aperto la speranza che questo campionato torni a essere combattuto. Io ci credo. Il campionato credo se lo contenderanno proprio loro, Rea e Bautista, e sul terzo gradino del podio metterei a rotazione, Haslam, Melandri, Lowes, van der Mark, Razgatlioglu e Sykes, appena la moto crescerà. Secondo me sarà una Superbike un po’ diversa rispetto agli ultimi anni.
La pista di Phillip Island quanto ha ingannato secondo te?
Tanto. È una pista particolare. Innanzitutto ci sono molti team, quelli che hanno meno risorse, che arrivano alla prima gara e non sono ancora pronti. Inoltre è una pista che per tante ragioni non ha mai espresso il valore reale del campionato. Su questa pista le gare sono fondate sulla strategia, per gestire le gomme, cosa che nella maggior parte delle altre gare non succede. La cosa strana è che Bautista è riuscito a essere veloce sempre, in tutte le gare, martellando giri veloci.
Il prossimo round si terrà in Tailandia, anche lì una pista particolare…
Sì, è tutta stop-and-go. Se è vero, come penso, che c’è una differenza di prestazioni tra Kawasaki e Ducati, almeno una decina di cavalli, lì questa cosa sarà ancora più in evidenza. Bisogna vedere se poi questa Ducati sarà guidabile anche nella parte più lenta della pista.
C’è poca italianità in questa Superbike. Secondo te perché?
Sono contento che ci siano due “ragazzini” come Rinaldi e Del Bianco, le nuove leve e in quanto tali avranno bisogno di tempo per crescere. Fortunatamente c’è Melandri, mi dispiace che non ci sia Savadori. Io penso che gli italiani vogliano andare tutti in MotoGP, fare ultimo ma in MotoGP. Questa è una cosa che non concepisco. Se dovessi pensare da pilota, vorrei andare in una classe dove possa esprimere al meglio il mio potenziale per provare a vincere.
Come vedi la stagione di Marco Melandri?
È capitato sulla miglior moto che potesse guidare, per le sue caratteristiche. La Yamaha è molto dolce a livello di motore e la sua guida è molto delicata. Lui è un ballerino. Lo svantaggio è che le prime gare per lui saranno di rodaggio sia per la conoscenza della moto, sia per l’ambientamento. È una squadra indipendente, che è partita da zero.
La Superbike è arrivata in Sky e sei approdato qui. Com’è iniziata questa avventura?
È stata un po’ inattesa. Mi ha chiamato Guido (Meda, ndr) e a gennaio abbiamo iniziato a pianificare la stagione. Il mio enorme grazie va proprio a lui, che dimostra sempre di avere una grande attenzione e passione per tutto quello che c’è all’interno dei motori. Ci stanno mettendo anima e corpo in un campionato che per noi di Sky è ancora un po’ tutto da costruire e pianificare. Ci saranno sicuramente belle novità.
La superbike è già iniziata e quindi hai già commentato il nuovo format con la Superpole Race. Cosa ne pensi?
È bellissima! Sono contento perché tutte le polemiche nate sui social sono da buttare via. Qualunque cosa si dica sulla Superbike si parte sempre prevenuti, perdendo addirittura la razionalità. Come pensavo, invece, la gara corta dà la possibilità a più piloti di potersela giocare, anche chi non ha un assetto perfetto. Il problema più grande nelle corse è la gestione della gomma, in dieci giri questo non succede. L’ho trovata molto interessante, accende molto l’entusiasmo.
Per te le moto sono…
Passione e vita. C’è sempre stata una moto nella mia vita: quando sono nato c’era quella di mio papà, poi è arrivato il mio motorino. La moto è tutto, è la mia vita, come si fa a stare senza?
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