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HAT Sanremo-Sestriere, una 14esima edizione da record

Quasi 500 partecipanti e tanto divertimento nonostante il maltempo. Il percorso è stato impegnativo senza esagerare, con un finale inedito per la Classic che ha regalato panorami da sogno
La 14esima edizione della HAT Sanremo è andata in archivio con numeri da record e alcune novità degne di nota. Per InSella era presente il nostro Guido Sassi, che in moto ha seguito l'evento, dal mare della Liguria alle montagne piemontesi (foto Massimo Di Trapani).

Presenze di rilievo
Gli iscritti erano poco più di 450, e come sempre è stata la distanza Classic ha fare il pienone: sono 560 chilometri, con un paio di tratti impegnativi, ma già solo il rimanere impegnati per 24 ore circa non è uno scherzo. Una cinquantina invece i partecipanti alla Extreme, che di chilometri ne hanno fatti quasi 800, e un centinaio le tabelle della Discovery, che scende sotto il 50% di sterrato complessivo e taglia i punti più difficili. Con questa formula si iscrivono generalmente i debuttanti, curiosi di prendere una prima forma di contatto con il mondo dell'adventouring.

Le nuove arrivate
Tante come sempre le presenze straniere (14 le nazioni rappresentate, 60% di quota sul totale), con una prevalenza del mondo di influenza tedesca e con tanti BMW GS e KTM Adventure al via. Non sono mancate le moto “vintage”, con una risalita nel gradimento delle grosse monocilindriche, forse un tantino più facili da usare nei tratti più complessi: Honda XL e Dominator, Yamaha TT e XT, Suzuki DR 650 e Big sono apparse in maggior numero rispetto alle vecchie Africa Twin o Super Ténéré. Per quanto riguarda invece la nuova “middle class”, c'erano meno moto al via di quanto ci si potesse aspettare: giusto qualche Aprilia Tuareg, Moto Morini X Cape, una Ducati Desert X e – quelli sì, ma sono sul mercato da diversi anni- tanti T7 Ténéré. Non che mancassero le moto nuove di fabbrica ma, rispetto alle “medie”, sono state ancora una volta le grosse Africa Twin 1100 o le Triumph Tiger 1200 a completare il grosso del parco partenti.

Presenze vip
Molti anche i personaggi famosi al via. Uno su tutti? Giovanni Sala, che era presente allo stand con la mitica 950 del Dakar 2003 (due vittorie di tappa con Gio), ma che ha partecipato con la 1290 Adventure. Lo “squadrone” KTM era completato dal crossista freestyle Vanni Oddera, dal campione di motorally Fabrizio Montanari e dal deejay di Radio 101, Fabio De Vivo. Tanti altri sono stati i team schierati direttamente da case ed aziende con piloti. Tra queste Husqvarna con Maurizio Gerini, Jacopo Cerutti e Lyndon Poskitt, quindi Triumph, Moto Morini, Honda, Suzuki e Yamaha Germany. Non sono mancate le presenze femminili, con Francesca Gasperi e Irene Saderini.

Inizio con suspence
Il meteo veniva dato in peggioramento da sabato pomeriggio e le promesse sono state mantenute. Tutti quanti però sono arrivati asciutti fino al rifugio Allavena, o quanto meno fino al ristoro di Pigna. La prima parte del percorso era scorrevole, con lunghi tratti di bosco in perfette condizioni, vista la poca pioggia caduta nei giorni precedenti l'evento. Dal Colle della Melosa in poi invece il fondo si è fatto sassoso, ma la salita fino alle pendici di Cima Marta non è mai impegnativa, con ampi tornanti e pendenze sempre affrontabili almeno in seconda marcia. Sfiorati i 2mila metri di quota siamo scesi fino alla Bassa di Sanson, per poi tagliare sotto il monte Saccarello per il colle di Garezzo e le sue gallerie. Qua la nebbia si è fatta spessa, tanto che a un certo punto il sottoscritto ha dovuto frenare deciso per non impattare con una...mucca che stazionava in mezzo alla strada. Intramezzi bovini a parte, è stata poi la pioggia a caratterizzare il resto della giornata fino al ristoro di Boves. Il temporale più importante – ma veramente grosso- lo abbiamo preso dopo Garessio, scendendo verso il castello di Casotto. La parte più bella della giornata invece è arrivata poco dopo, con la salita a Pragelato per una bella mulattiera che ha richiesto un po' di grinta ai partecipanti.

Cambio di programma
Visto il meteo, la cena non si è tenuta nella piazza di Boves, ma sotto la grande tettoia di un capannone prontamente – e saggiamente- allestito in tempo record dall'organizzazione. Il passaggio dallo stato sostanzialmente liquido a quello solo umido dei partecipanti è stato propiziato dall'ottimo cibo preparato: tortellini, pane, salame, formaggio e anche degli ottimi dolci locali. In parecchi si sono messi a dormire direttamente sul posto, anche perché la salita della Gilba è stata dichiarata chiusa al percorso della manifestazione. Troppa acqua, percorso troppo rovinato, con conseguente rischio di dovere andare ad assistere qualche sventurato nella notte. Ci sono mulattiere che è meglio prendere con il bel tempo, o perlomeno alla luce del sole.

La novità
Il secondo giorno proponeva una bella novità per i partecipanti alla Classic: non più il classico tratto dell'Assietta, ma deviazione al bivio verso il Colle delle Finestre, per poi scendere a Meana di Susa e risalire per la strada di Pramand. Per chi non avesse mai percorso questo tratto, è un vero spettacolo per gli occhi e non è assolutamente difficile. Adatto anche alle grosse bicilindriche, presenta una sezione larga, con un fondo ben battuto e solo qualche tratto leggermente mosso. Quando si arriva al colletto, la strada insiste sopra i 2mila metri di quota, passa sotto le grotte e le pendici del monte Seguret e va a imboccare la famosa Galleria dei Saraceni, uno stretto cunicolo – ci si passa giusti con un fuoristrada- scavato nelle viscere della montagna, lungo ben 876 metri. Prima e dopo questo passaggio il panorama è meraviglioso, e fa una certa impressione pensare che nel Medio Evo quassù erano di stanza gli arabi. Avevano scelto questo e altri valichi per depredare viaggiatori e commercianti, lungo queste importanti – al tempo quasi uniche- vie di comunicazione tra le valli alpine e transalpine.
Sono le ultime fatiche: dalle alte quote si scende a Bardonecchia e si risale verso Sestriere, dove il consueto villaggio dell'arrivo accoglie i partecipanti. Mai banale, mai noiosa, mai impossibile: la HAT Sanremo-Sestriere è puro divertimento, a patto di avere tanta, ma tanta voglia di andare in off-road!
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