SBK - Scott Redding: "Sono meglio di Espargaro, ma Aprilia non ha mai creduto in me"
Il pilota del team Ducati Superbike è stato ospite di Gavin Emmett e Neil Hodgson: "Con Domenicali e Ciabatti è stato semplice: mi hanno fatto firmare perché a tutti noi interessa solo vincere". Sui talenti di oggi: "Quartararo è forte, ma un altro su quella moto che farebbe? Si sono dimenticati tutti di Zarco?"
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Qualche giorno fa Scott Redding è stato ospite della trasmissione Gas it out, all'interno della qualche ha risposto alle domande del giornalista Gavin Emmett e dell'ex pilota Neil Hodgson. Come sempre il pilota del team ufficiale Ducati in Superbike non le ha mandate a dire, regalando più di una perla.
Il British Superbike
Scott ha spiegato bene quali sono state le motivazioni che lo hanno portato a gareggiare nel campionato inglese per le derivate di serie: “Sapevo che potevo vincere il campionato, o almeno che ci sarei riuscito in condizioni normali. Ma venivo dall'esperienza in Aprilia e la mia stima si era abbassata fino un punto di rottura”. Gli inizi non sono stati solo rose e fiori: “Sulle piste da gran premio ero a posto, potevo usare lo Scott Redding grand prix style...ma poi c'erano tracciati come Caldwell Park e lì mi sono ca..to addosso, per come erano le protezioni e tutto il resto. Provavo a seguire Josh Brookes per capire come venirne a capo, ma non ci riuscivo. All'inizio del campionato le prime tre o quattro gare le ho volute sfruttare anche per capire gli avversari”.
La delusione MotoGP
Scott ha vinto la sua prima gara nel motomondiale a 15 anni e sembrava che fosse destinato a un grande futuro, ma poi la sua carriera non è decollata come credeva: “Mi sono ritrovato a battagliare per posizioni non importanti, non riuscivo a essere contento dei risultati che facevo, in relazione ai mezzi che avevo. Quando arrivavo ottavo o decimo non ricevevo pacche sulle spalle una volta tornato nel box e mi dicevo solo che avrei dovuto fare di più. Ora so apprezzare quello che ho fatto, ma quando sei lì...insomma, le gare sono fatte per vincere, io sono fatto per vincere”.
Dalle stelle alle stalle
Secondo Redding la MotoGP odierna ci mette poco a bruciare i talenti: “Tutti vogliono i giovani, che non hanno nemmeno più bisogno di fare risultati nelle categorie minori per arrivare in classe regina. Non lo trovo proprio corretto. Quartararo ha fatto qualcosa di eccezionale ma se ci metti un altro su quella moto cosa succede? Anche Zarco ha fatto bene e pure Folger. In MotoGP però se non hai una buona moto stai semplicemente pisc...ndo contro vento. Guardate Zarco, era un eroe e ora non è più nessuno. Ma con una Ducati clienti cosa potrà fare? Arrivare al massimo dodicesimo, proprio nella migliore delle ipotesi”.
Incubo Aprilia
A distanza di due anni Redding non ha ancora digerito l'esperienza con Aprilia: “Credo di essere un pilota migliore di Aleix Espargaro, ma nessuno ha mai creduto in me. Ai test di Sepang dopo due giri l'ho detto: 'questa moto è una m...a'. L'anteriore non funzionava, non potevo forzare l'ingresso curva. Non aveva freno motore, sembrava una due tempi. Ma loro mi dicevano che ero io a dovere cambiare. Avevo chiesto di testare la vecchia moto e mi hanno riso in faccia”.
La superbike con Ducati
La nuova avventura ha conquistato completamente Scott: “È stato così bello firmare con Ducati e vedere che hanno un gran potenziale. Domenicali, Ciabatti, vogliono vincere ed è questo che è importante. Quando sono andato in fabbrica ho solo detto: 'datemi una moto che può vincere', e loro mi hanno risposto: 'facciamo questo contratto, vinciamo questo fot..to campionato'".
I nuovi avversari
Scott ha iniziato a guardare con attenzione agli altri piloti del mondiale superbike: “Johnny Rea è un grande, anche per quello che ha fatto con la Honda, non ha mai mollato nemmeno su quella moto che era una m...a. Ma non sarebbe altrettanto competitivo in MotoGP, non perché non sia forte, ma perché quella categoria ormai è sempre più una questione di dettagli. Toprak Razgatlioglu mi ha colpito: è davvero forte! Mette la moto in curva che sembra Marc Marquez. Lui è giovane e potrà andare lontano...”.
Il British Superbike
Scott ha spiegato bene quali sono state le motivazioni che lo hanno portato a gareggiare nel campionato inglese per le derivate di serie: “Sapevo che potevo vincere il campionato, o almeno che ci sarei riuscito in condizioni normali. Ma venivo dall'esperienza in Aprilia e la mia stima si era abbassata fino un punto di rottura”. Gli inizi non sono stati solo rose e fiori: “Sulle piste da gran premio ero a posto, potevo usare lo Scott Redding grand prix style...ma poi c'erano tracciati come Caldwell Park e lì mi sono ca..to addosso, per come erano le protezioni e tutto il resto. Provavo a seguire Josh Brookes per capire come venirne a capo, ma non ci riuscivo. All'inizio del campionato le prime tre o quattro gare le ho volute sfruttare anche per capire gli avversari”.
La delusione MotoGP
Scott ha vinto la sua prima gara nel motomondiale a 15 anni e sembrava che fosse destinato a un grande futuro, ma poi la sua carriera non è decollata come credeva: “Mi sono ritrovato a battagliare per posizioni non importanti, non riuscivo a essere contento dei risultati che facevo, in relazione ai mezzi che avevo. Quando arrivavo ottavo o decimo non ricevevo pacche sulle spalle una volta tornato nel box e mi dicevo solo che avrei dovuto fare di più. Ora so apprezzare quello che ho fatto, ma quando sei lì...insomma, le gare sono fatte per vincere, io sono fatto per vincere”.
Dalle stelle alle stalle
Secondo Redding la MotoGP odierna ci mette poco a bruciare i talenti: “Tutti vogliono i giovani, che non hanno nemmeno più bisogno di fare risultati nelle categorie minori per arrivare in classe regina. Non lo trovo proprio corretto. Quartararo ha fatto qualcosa di eccezionale ma se ci metti un altro su quella moto cosa succede? Anche Zarco ha fatto bene e pure Folger. In MotoGP però se non hai una buona moto stai semplicemente pisc...ndo contro vento. Guardate Zarco, era un eroe e ora non è più nessuno. Ma con una Ducati clienti cosa potrà fare? Arrivare al massimo dodicesimo, proprio nella migliore delle ipotesi”.
Incubo Aprilia
A distanza di due anni Redding non ha ancora digerito l'esperienza con Aprilia: “Credo di essere un pilota migliore di Aleix Espargaro, ma nessuno ha mai creduto in me. Ai test di Sepang dopo due giri l'ho detto: 'questa moto è una m...a'. L'anteriore non funzionava, non potevo forzare l'ingresso curva. Non aveva freno motore, sembrava una due tempi. Ma loro mi dicevano che ero io a dovere cambiare. Avevo chiesto di testare la vecchia moto e mi hanno riso in faccia”.
La superbike con Ducati
La nuova avventura ha conquistato completamente Scott: “È stato così bello firmare con Ducati e vedere che hanno un gran potenziale. Domenicali, Ciabatti, vogliono vincere ed è questo che è importante. Quando sono andato in fabbrica ho solo detto: 'datemi una moto che può vincere', e loro mi hanno risposto: 'facciamo questo contratto, vinciamo questo fot..to campionato'".
I nuovi avversari
Scott ha iniziato a guardare con attenzione agli altri piloti del mondiale superbike: “Johnny Rea è un grande, anche per quello che ha fatto con la Honda, non ha mai mollato nemmeno su quella moto che era una m...a. Ma non sarebbe altrettanto competitivo in MotoGP, non perché non sia forte, ma perché quella categoria ormai è sempre più una questione di dettagli. Toprak Razgatlioglu mi ha colpito: è davvero forte! Mette la moto in curva che sembra Marc Marquez. Lui è giovane e potrà andare lontano...”.
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