Pikes Peak, ecco la Indian Springfield che Carey Hart aveva preparato per la cronoscalata
Preparata per prendere parte alla Pikes Peak 2020, la Indian Springfield del freestyler Carey Hart aspetta pazientemente in garage. La corsa alle nuvole è attualmente chiusa alle due ruote, ma la speranza è che dalla direzione cambino idea… Nel frattempo, ecco le modifiche apportate da Carey
Pikes Peak - Indian Springfield
Dalle rampe dell’FMX alle curve della Pikes Peak: questa la strada che il campione di freestyle Carey Hart aveva deciso di intraprendere nel suo futuro motociclistico.
Vera icona del Freestyle, nonché primo pilota a cimentarsi in un 360° aereo, Carey ci pensava ormai da tempo: d’altra parte, così pericolosa, la Mountain suscita un fascino innegabile, al quale, specialmente se “dipendenti” dall’adrenalina pura, è assai difficile resistere. E così, ben prima che la corsa alle nuvole venisse interdetta alla due ruote a seguito della tragico incidente della scorsa estate in cui perse la vita Carlin Dunne, Carey s’era deciso a prendervi parte in sella alla sua Indian Springfield debitamente modificata.
Il regolamento della corsa, dicevamo, è cambiato e, in base alla decisione presa dall’organizzazione, alle moto è stata vietata la partecipazione. Tuttavia, poiché il lavoro apportato sulla Indian era cominciato tempo fa, Carey - che avrebbe voluto partecipare alla gara nel 2020 - non s’è fatto scoraggiare, decidendo comunque di portarlo a termine. Vediamo allora le modifiche apportate alla Springfield di Carey nella speranza di poterla vedere un giorno alle prese con le 156 curve del Colorado. La prima e forse più sostanziale modifica riguarda il V-Twin da 111 pollici cubi sostituito con uno più grosso da 116 e dalla potenza e dalla coppia del 20 e del 15% superiori. Al nuovo motore è stata quindi abbinata una nuova trasmissione a cinghia con catena firmata Zipper Performance. Tutti nuovi anche i cerchi in carbonio BST, lo scarico FMF da gara, la forcella anteriore Öhlins a steli rovesciati, il il forcellone in alluminio ed pannelli laterali allungati per una migliore aerodinamica. Cambia, visto l’uso preposto, anche la posizione insella, migliorata grazie alle scanalature apportate sul serbatoio, alle pedane centrali e ai nuovi risers applicati al manubrio. Pronta all’uso e battezzata King Killer come a sottolinearne le intenzioni, la Springfield di Carey dovrà aspettare ancora un po’. Al momento, non è dato sapere quando e soprattutto se la Pikes Peak sarà riaperta alle moto: attendiamo fiduciosi!
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