MotoGP 2015 intervista esclusiva a Loris Baz: “Finalmente mi diverto in sella alla Yamaha Forward!”
MotoGP news – Nonostante la giovane età, Loris Baz arriva da otto anni trascorsi tra le categorie minori delle derivate di serie e le ultime tre stagioni in Superbike. Quest'anno il francese ha iniziato una nuova avventura nella top class e dopo sei gare, ci ha raccontato le differenze tra MotoGP e SBK, cosa gli manca della Superbike e ci ha fatto un pronostico (scontato) di questa stagione...
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Bazooka #76
Ha soli 22 anni, Loris Baz, e dopo un passato in Superbike è approdato quest'anno in MotoGP, sulla Yamaha Forward del team Athinà Forward Racing. Il giovane francese, ex compagno di Tom Sykes in Kawasaki, l'abbiamo intervistato il giovedì pomeriggio al Mugello, dove la domenica si è classificato come il miglior pilota Open dopo solo sei gare del campionato. Loris ha realizzato uno dei suoi sogni correndo nella top class e ci ha parlato delle differenze tra i due campionati, delle due moto, del nuovo mondo della MotoGP e ci ha detto chi, secondo lui, quest'anno vincerà il titolo in SBK...
Dopo le prime cinque gare che idea ti sei fatto della MotoGP?
È bella, comincio a divertirmi un po', stiamo imparando e migliorando quasi ogni gara. Ogni week end siamo sempre un po' più vicini alle buone posizioni. La cosa più importante è che comunque inizio a divertirmi in sella alla moto.
Te l'aspettavi così?
Sì, non mi aspettavo assolutamente niente di facile. L'importante è che impariamo, continuiamo a lavorare bene per ridurre il gap dai piloti ufficiali e che miglioriamo. Stiamo già facendo meglio di quanto pensavamo, quindi finora è tutto positivo.
Come ti senti in sella alla Yamaha?
All'inizio abbiamo dovuto lavorare tanto sulla posizione in moto e poi siamo alla ricerca del setting giusto per me. Stiamo ancora lavorando, ma è tutto diverso quando cambi moto, c'è bisogno di tempo per imparare bene. Come ne ho avuto bisogno quando sono arrivato per la prima volta in Superbike.
Qual è la differenza principale tra una MotoGP e una SBK?
La cosa principale riguarda le gomme, cambiano tanto la guida. Anche i freni sono tanto diversi, ma il feeling con la moto dipende soprattutto dalle gomme. La moto è più rigida, poi quando inizi a guidarne una ti dimentichi un po' come facevi con l'altra.
Pregi e difetti della tua moto.
Stiamo lavorando tanto sull'elettronica, che è una cosa in cui possiamo guadagnare tanto ed è la differenza principale con una moto ufficiale. In pista è impossibile fare quello che fanno loro con questa elettronica. Per il resto mi piace tutto, è una MotoGP, ho telaio e motore di un team ufficiale da poco, quindi è molto buona.
Sei contento della scelta che hai fatto?
Sì. Quando sono arrivato volevo stare subito vicino ai migliori piloti Open e ho già fatto due gare dove sono stato abbastanza vicino, in Argentina e in Francia. A Le Mans ho concluso in dodicesima posizione, ero in difficoltà ma poi ho trovato un qualcosa di molto buono durante il warm up la domenica, prima della gara. Questo era il nostro obiettivo e ora puntiamo a concludere la gara come migliore Open il più presto possibile (risultato che ha ottenuto al Mugello, ndr).
Cosa ti manca della Superbike fuori e dentro la pista?
Mi piaceva molto correre in quel campionato perché ero sempre in lotta per il podio, ogni gara c'era sempre un pilota diverso che vinceva. Nel paddock avevo molti amici, correvo lì dal 2007/2008 ed era un po' come una famiglia. È strano essere qui dove non conosco tante persone, ma lo sapevo prima di fare questa scelta. Qui c'è tanto da lavorare, c'è tanta gente, non ho molto tempo per fare amicizia. Proverò ad andare a vedere un round, finora con i troppi impegni non ce l'ho fatta ma l'ho guardata su Eurosport.
In Superbike facevi due gare, qui solo una...
Sì, mi piaceva fare due gare perché quando alla prima magari le cose non ti vanno bene, hai sempre la seconda per migliorare. Però qui le gare sono anche più lunghe e a volte a fine gara sono distrutto e felice di non doverne fare un'altra, com'era capitato ad Austin e in Argentina. Anche se a Jerez e a Le Mans, invece, mi sarebbe piaciuto tornare in sella.
In che rapporti sei con il tuo compagno di squadra Stefan Bradl?
Buoni, è molto simpatico. È un ragazzo molto bravo e stiamo provando a lavorare un po' insieme per trovare la strada giusta, almeno per quanto riguarda l'elettronica. Per il resto non ci possiamo aiutare tanto perché ha 20 cm in meno rispetto a me e pesa anche meno, quindi il setting è molto diverso. Anche lui viene da una moto diversa e il salto per lui è quasi più grosso del mio, però Stefan va forte e per esempio a Le Mans era molto competitivo, tra poco secondo me può vincere una gara Open. È l'obiettivo della squadra, vediamo chi lo farà per primo.
È lui il tuo rivale principale?
No, credo che sia Hector Barbera, sapevamo fin dall'inizio che la Ducati quest'anno andava forte. Quest'anno non ho un obiettivo principale, solo quello di migliorare, se posso vincere una gara lo faccio. Sono al momento secondo in classifica Open e se riesco a finire l'anno così sarebbe bello, ma vediamo la stagione è molto lunga e può succedere di tutto.
Qual è il tuo punto di vista sull'attuale stagione SBK?
È bella, anche se Jonathan Rea non ha molti avversari. Sta facendo veramente un buon lavoro ed è fortissimo. Peccato che manchino un po' di team e di piloti competitivi, come capitava due anni fa quando a lottare per il podio eravamo in sei o sette piloti. Quello era il bello della Superbike e spero che torni presto.
Hai qualche rammarico ora che vedi la Kawasaki così competitiva?
No perché lo immaginavo. Quando mi han detto che prendevano Rea avevo detto che il titolo che stavano provando a vincere lo scorso anno, l'avrebbero vinto in questa stagione. Rea era fortissimo già sulla Honda che era una moto meno potente, la Kawasaki già vinceva qualche gara, con lui pensavo potesse vincere. Rea è imbattibile, a Donington ha avuto qualche problema ma ha comunque fatto due secondi posti.
Ha soli 22 anni, Loris Baz, e dopo un passato in Superbike è approdato quest'anno in MotoGP, sulla Yamaha Forward del team Athinà Forward Racing. Il giovane francese, ex compagno di Tom Sykes in Kawasaki, l'abbiamo intervistato il giovedì pomeriggio al Mugello, dove la domenica si è classificato come il miglior pilota Open dopo solo sei gare del campionato. Loris ha realizzato uno dei suoi sogni correndo nella top class e ci ha parlato delle differenze tra i due campionati, delle due moto, del nuovo mondo della MotoGP e ci ha detto chi, secondo lui, quest'anno vincerà il titolo in SBK...
Dopo le prime cinque gare che idea ti sei fatto della MotoGP?
È bella, comincio a divertirmi un po', stiamo imparando e migliorando quasi ogni gara. Ogni week end siamo sempre un po' più vicini alle buone posizioni. La cosa più importante è che comunque inizio a divertirmi in sella alla moto.
Te l'aspettavi così?
Sì, non mi aspettavo assolutamente niente di facile. L'importante è che impariamo, continuiamo a lavorare bene per ridurre il gap dai piloti ufficiali e che miglioriamo. Stiamo già facendo meglio di quanto pensavamo, quindi finora è tutto positivo.
Come ti senti in sella alla Yamaha?
All'inizio abbiamo dovuto lavorare tanto sulla posizione in moto e poi siamo alla ricerca del setting giusto per me. Stiamo ancora lavorando, ma è tutto diverso quando cambi moto, c'è bisogno di tempo per imparare bene. Come ne ho avuto bisogno quando sono arrivato per la prima volta in Superbike.
Qual è la differenza principale tra una MotoGP e una SBK?
La cosa principale riguarda le gomme, cambiano tanto la guida. Anche i freni sono tanto diversi, ma il feeling con la moto dipende soprattutto dalle gomme. La moto è più rigida, poi quando inizi a guidarne una ti dimentichi un po' come facevi con l'altra.
Pregi e difetti della tua moto.
Stiamo lavorando tanto sull'elettronica, che è una cosa in cui possiamo guadagnare tanto ed è la differenza principale con una moto ufficiale. In pista è impossibile fare quello che fanno loro con questa elettronica. Per il resto mi piace tutto, è una MotoGP, ho telaio e motore di un team ufficiale da poco, quindi è molto buona.
Sei contento della scelta che hai fatto?
Sì. Quando sono arrivato volevo stare subito vicino ai migliori piloti Open e ho già fatto due gare dove sono stato abbastanza vicino, in Argentina e in Francia. A Le Mans ho concluso in dodicesima posizione, ero in difficoltà ma poi ho trovato un qualcosa di molto buono durante il warm up la domenica, prima della gara. Questo era il nostro obiettivo e ora puntiamo a concludere la gara come migliore Open il più presto possibile (risultato che ha ottenuto al Mugello, ndr).
Cosa ti manca della Superbike fuori e dentro la pista?
Mi piaceva molto correre in quel campionato perché ero sempre in lotta per il podio, ogni gara c'era sempre un pilota diverso che vinceva. Nel paddock avevo molti amici, correvo lì dal 2007/2008 ed era un po' come una famiglia. È strano essere qui dove non conosco tante persone, ma lo sapevo prima di fare questa scelta. Qui c'è tanto da lavorare, c'è tanta gente, non ho molto tempo per fare amicizia. Proverò ad andare a vedere un round, finora con i troppi impegni non ce l'ho fatta ma l'ho guardata su Eurosport.
In Superbike facevi due gare, qui solo una...
Sì, mi piaceva fare due gare perché quando alla prima magari le cose non ti vanno bene, hai sempre la seconda per migliorare. Però qui le gare sono anche più lunghe e a volte a fine gara sono distrutto e felice di non doverne fare un'altra, com'era capitato ad Austin e in Argentina. Anche se a Jerez e a Le Mans, invece, mi sarebbe piaciuto tornare in sella.
In che rapporti sei con il tuo compagno di squadra Stefan Bradl?
Buoni, è molto simpatico. È un ragazzo molto bravo e stiamo provando a lavorare un po' insieme per trovare la strada giusta, almeno per quanto riguarda l'elettronica. Per il resto non ci possiamo aiutare tanto perché ha 20 cm in meno rispetto a me e pesa anche meno, quindi il setting è molto diverso. Anche lui viene da una moto diversa e il salto per lui è quasi più grosso del mio, però Stefan va forte e per esempio a Le Mans era molto competitivo, tra poco secondo me può vincere una gara Open. È l'obiettivo della squadra, vediamo chi lo farà per primo.
È lui il tuo rivale principale?
No, credo che sia Hector Barbera, sapevamo fin dall'inizio che la Ducati quest'anno andava forte. Quest'anno non ho un obiettivo principale, solo quello di migliorare, se posso vincere una gara lo faccio. Sono al momento secondo in classifica Open e se riesco a finire l'anno così sarebbe bello, ma vediamo la stagione è molto lunga e può succedere di tutto.
Qual è il tuo punto di vista sull'attuale stagione SBK?
È bella, anche se Jonathan Rea non ha molti avversari. Sta facendo veramente un buon lavoro ed è fortissimo. Peccato che manchino un po' di team e di piloti competitivi, come capitava due anni fa quando a lottare per il podio eravamo in sei o sette piloti. Quello era il bello della Superbike e spero che torni presto.
Hai qualche rammarico ora che vedi la Kawasaki così competitiva?
No perché lo immaginavo. Quando mi han detto che prendevano Rea avevo detto che il titolo che stavano provando a vincere lo scorso anno, l'avrebbero vinto in questa stagione. Rea era fortissimo già sulla Honda che era una moto meno potente, la Kawasaki già vinceva qualche gara, con lui pensavo potesse vincere. Rea è imbattibile, a Donington ha avuto qualche problema ma ha comunque fatto due secondi posti.
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