La meraviglia dello speedway in un video
“La cosa più bella in assoluto è quando metti la moto di traverso e sei in controllo totale del mezzo, sentire questa ruota che pattina è indescrivibile”. È la frase che meglio riassume la guida in sella alla moto da speedway, dalla voce di Paco Castagna, protagonista del cortometraggio che lo immortala in alcuni dei momenti della stagione negli ovali, dove in un minuto di pura adrenalina quattro impavidi centauri si sfidano in quattro giri mozzafiato.
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Spettacolo di traverso
Nella disciplina tradizionale, si corre su piste ovali che misurano dai 260 ai 425 metri con fondo in terra battuta e brecciolino. Si gareggia anche sul mezzo miglio o sul miglio nella cosiddetta Pista Lunga (o Long Track), su impianti spesso ricavati da ippodromi in disuso. Il grass track vede invece i piloti correre su ovali in erba mista a terra, mentre in inverno l’ice speedway riscalda la temperatura di palazzetti o i laghi ghiacciati con centinaia di chiodi da 28mm incastonati nelle ruote anteriori e posteriori. Nato agli inizi del secolo scorso negli USA, passato in Australia, perfezionato in Inghilterra e acquisito successivamente da quasi tutti i paesi europei, lo speedway in Italia ha avuto negli anni ’30 una iniziale diffusione nello stadio Moretti di Udine grazie a un prigioniero triestino di un campo di concentramento, Toio Marama, che vedendo australiani e americani girare con mezzi rudimentali nei cortili di terra ebbe modo di far pratica del cosiddetto Dirt Track, pista sporca, poi commutato nel termine speedway. Armando Castagna, negli anni ’90, è stato il pilota più rappresentativo del movimento italiano, con il titolo continentale nel 1997 e centinaia di gare in patria e all’estero vinte grazie al motore GM, costruito dall’ex pilota Giuseppe Marzotto che vanta ben 61 titoli mondiali e che da trent’anni ha pochi rivali. La situazione attuale in Italia conta solo una decina di piloti e tre impianti omologati aperti, in una evidente fase di ricambio generazionale che fatica a concretizzarsi. I piloti più rappresentativi sono l’italo-argentino Nicolas Covatti, campione italiano in carica, che da anni compete ai massimi livelli internazionali; Paco Castagna e Nicolas Vicentin , entrambi ventiduenni con un paio di finali continentali under 21 alle spalle. Giorgio Trentin e Mattia Lenarduzzi, rispettivamente 20 e 17 anni, sono i giovani su cui puntare per il futuro. “No brakes, no fear” è lo slogan che campeggia nell’ambiente della derapata, la moto infatti è un monocilindrico a quattro tempi, senza freni, di cilindrata massimo di 500 cm cubici, alimentata da alcool metilico. Sprigiona dai 75 ai 78 cavalli a 12.500 giri massimi, ed una impressionante accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi. Vedere dal vivo lo speedway ti regala una sensazione di incredulità mista ad ammirazione per gli incredibili numeri in controsterzo che regalano i centauri, che a volte sembrano sfidare le leggi della fisica nell’infilarsi in corridoi di sorpasso tra uno o anche due avversari, lasciando a bocca aperta i rivali stessi e il pubblico. A livello mondiale, il circuito dei Gp conta 10 tappe in Europa e una in Australia per l’assegnazione del titolo iridato, in Italia per anni si è corso il gran premio che ora manca dal 2013. L’inglese Tai Woffinden è il campione in carica, l’attuale capoclassifica è la leggenda americana Greg Hancock, quarantesei anni, vincitore di tre titoli mondiali.
Nella disciplina tradizionale, si corre su piste ovali che misurano dai 260 ai 425 metri con fondo in terra battuta e brecciolino. Si gareggia anche sul mezzo miglio o sul miglio nella cosiddetta Pista Lunga (o Long Track), su impianti spesso ricavati da ippodromi in disuso. Il grass track vede invece i piloti correre su ovali in erba mista a terra, mentre in inverno l’ice speedway riscalda la temperatura di palazzetti o i laghi ghiacciati con centinaia di chiodi da 28mm incastonati nelle ruote anteriori e posteriori. Nato agli inizi del secolo scorso negli USA, passato in Australia, perfezionato in Inghilterra e acquisito successivamente da quasi tutti i paesi europei, lo speedway in Italia ha avuto negli anni ’30 una iniziale diffusione nello stadio Moretti di Udine grazie a un prigioniero triestino di un campo di concentramento, Toio Marama, che vedendo australiani e americani girare con mezzi rudimentali nei cortili di terra ebbe modo di far pratica del cosiddetto Dirt Track, pista sporca, poi commutato nel termine speedway. Armando Castagna, negli anni ’90, è stato il pilota più rappresentativo del movimento italiano, con il titolo continentale nel 1997 e centinaia di gare in patria e all’estero vinte grazie al motore GM, costruito dall’ex pilota Giuseppe Marzotto che vanta ben 61 titoli mondiali e che da trent’anni ha pochi rivali. La situazione attuale in Italia conta solo una decina di piloti e tre impianti omologati aperti, in una evidente fase di ricambio generazionale che fatica a concretizzarsi. I piloti più rappresentativi sono l’italo-argentino Nicolas Covatti, campione italiano in carica, che da anni compete ai massimi livelli internazionali; Paco Castagna e Nicolas Vicentin , entrambi ventiduenni con un paio di finali continentali under 21 alle spalle. Giorgio Trentin e Mattia Lenarduzzi, rispettivamente 20 e 17 anni, sono i giovani su cui puntare per il futuro. “No brakes, no fear” è lo slogan che campeggia nell’ambiente della derapata, la moto infatti è un monocilindrico a quattro tempi, senza freni, di cilindrata massimo di 500 cm cubici, alimentata da alcool metilico. Sprigiona dai 75 ai 78 cavalli a 12.500 giri massimi, ed una impressionante accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi. Vedere dal vivo lo speedway ti regala una sensazione di incredulità mista ad ammirazione per gli incredibili numeri in controsterzo che regalano i centauri, che a volte sembrano sfidare le leggi della fisica nell’infilarsi in corridoi di sorpasso tra uno o anche due avversari, lasciando a bocca aperta i rivali stessi e il pubblico. A livello mondiale, il circuito dei Gp conta 10 tappe in Europa e una in Australia per l’assegnazione del titolo iridato, in Italia per anni si è corso il gran premio che ora manca dal 2013. L’inglese Tai Woffinden è il campione in carica, l’attuale capoclassifica è la leggenda americana Greg Hancock, quarantesei anni, vincitore di tre titoli mondiali.
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