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I Di.Di. fanno anche motocross

Ernst Pozzali, Vanni Oddera si sono trovati con i Di.Di., i diversamente disabili che corrono in pista, e ne è nata l’idea di far provare loro anche il cross. Lo scorso 24 gennaio l’hanno messa in pratica sul crossodromo “Andrea Timossi” di Sanda. Ecco come è andata
Coraggio e cross
Ernest Pozzali è una persona meravigliosa, lo conoscete per le Fiabe dei Motociclisti, libri il cui ricavato si trasforma in PlayStation regalate a moltissimi reparti pediatrici, per alleviare il peso della permanenza in ospedale ai piccoli pazienti; ma è legato anche a Vanni Oddera e alla sua Mototerapia. Si sono trovati con i Di.Di., i diversamente disabili che corrono in pista, ne è nata l’idea di far provare loro anche il cross e lo scorso 24 gennaio l’hanno messa in pratica sul crossodromo “Andrea Timossi” di Sanda. C’erano Daniele Barbero, amputato femorale gamba destra a seguito di un incidente stradale, Maurizio Castelli, amputato avambraccio sinistro per incidente stradale causato da un ubriaco, Lorenzo Picasso, paraplegico per un incidente su una pista da cross, Alex Innocenti, paraplegico a seguito di un incidente in moto, Emiliano Malagoli, amputato alla gamba destra dopo un incidente in moto, e Jacopo Gullà, amputato alla gamba sinistra a seguito di un incidente stradale in moto. E c’erano le moto messe a disposizione da KTM Italia, comprese due Freeride elettriche che non hanno bisogno del cambio, cosa fondamentale per alcune disabilità.
I paraplegici sono stati bloccati sulle selle perché ovviamente non  hanno il controllo della parte inferiore del corpo, e poi dentro in pista in turni da due, con al seguito un paio di ghost rider pronti a intervenire per rimetterli in moto in caso di caduta; solo due, innocue, in tutta la giornata. Che ha riempito tutti di orgoglio.
Il bilancio è dello stesso Pozzali: «Non è stato un romantico tornare in sella, un riassaporare vecchie emozioni – no –: oggi c'erano veri e propri piloti che hanno messo alla prova i loro nuovi limiti con l'obiettivo di migliorarsi giro dopo giro. I Di.Di e Vanni Oddera hanno dimostrato anche in questo caso che alcune barriere sono solo mentali e che a questi livelli non esistono differenze tra normodotati e disabili.
Grazie a KTM che ha messo a disposizione le moto, alla professionalità dalla pista di Sanda, l'ennesimo messaggio è stato lanciato: basta considerare alcuni piloti come disabili, sono al pari dei normodotati. La vita e la voglia di correre non finiscono dopo un infortunio».

 
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