Huaying R6, clone cinese della mitica carenata di Iwata
Se dalla Cina arrivano oggi sempre più modelli in linea con gli standard europei, continuano comunque a nascere anche spudorati cloni privi di qualsiasi originalità. L’ultimo lo vedete in foto: è una “R6” (le virgolette sono d’obbligo) prodotta da Huaying
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Moto
Una R6 cinese?
Uscita di scena a causa della mancata omologazione stradale, la mitica R6 di Yamaha “rinasce” - si fa per dire - grazie a questo spudorato clone cinese che, al quattro cilindri da 599 cm3 preferisce un ben più modesto bicilindrico da 500 cm3. Guardiamola più da vicino. Battezzata Huaying R6, la cinese si direbbe, ad una prima occhiata, identica all’originale di Iwata, ma attenzione: sotto le carene, ricalcate da quelle disegnate in Giappone, è tutta un’altra storia. Al di là del differente propulsore, di cui non conosciamo né le prestazioni né le caratteristiche tecniche (ma che ovviamente saranno ben distanti da quelle del motore di Iwata), le differenze sono abissali. Dall’impianto frenante alle sospensioni, scordiamoci poi la ciclistica della vera R6 e rassegniamoci invece a soluzioni ben più economiche e modeste. Stesso discorso per quanto riguarda dotazione elettronica e strumentazione, che nulla ha a che vedere con l’R6 che conosciamo: un modesto contagiri a LED abbinato ad un piccolo display LCD. L’aspetto positivo è ovviamente il prezzo, fermo a soli 3.000 euro. In ogni caso la Huaying R6 non potrà mai lasciare la Cina. Non possiamo comunque escluderne un veloce ritiro dal mercato: è infatti assai probabile che Yamaha abbia già intentato una qualche azione legale nei confronti del produttore cinese.
Uscita di scena a causa della mancata omologazione stradale, la mitica R6 di Yamaha “rinasce” - si fa per dire - grazie a questo spudorato clone cinese che, al quattro cilindri da 599 cm3 preferisce un ben più modesto bicilindrico da 500 cm3. Guardiamola più da vicino. Battezzata Huaying R6, la cinese si direbbe, ad una prima occhiata, identica all’originale di Iwata, ma attenzione: sotto le carene, ricalcate da quelle disegnate in Giappone, è tutta un’altra storia. Al di là del differente propulsore, di cui non conosciamo né le prestazioni né le caratteristiche tecniche (ma che ovviamente saranno ben distanti da quelle del motore di Iwata), le differenze sono abissali. Dall’impianto frenante alle sospensioni, scordiamoci poi la ciclistica della vera R6 e rassegniamoci invece a soluzioni ben più economiche e modeste. Stesso discorso per quanto riguarda dotazione elettronica e strumentazione, che nulla ha a che vedere con l’R6 che conosciamo: un modesto contagiri a LED abbinato ad un piccolo display LCD. L’aspetto positivo è ovviamente il prezzo, fermo a soli 3.000 euro. In ogni caso la Huaying R6 non potrà mai lasciare la Cina. Non possiamo comunque escluderne un veloce ritiro dal mercato: è infatti assai probabile che Yamaha abbia già intentato una qualche azione legale nei confronti del produttore cinese.
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