Honda EV-Cub, in Giappone arriva nel 2018
L'erede elettrico del celebre Super Cub entrerà in produzione tra due anni con forme che non dovrebbero differire troppo dai prototipi esposti al Salone di Tokyo del 2009 e del 2015. Inizialmente le vendite saranno riservate soltanto al mercato interno per poi estendersi al resto del continente asiatico. L'arrivo in Europa dipenderà dalla domanda di scooter elettrici
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Green Planet
Per Hachigo il futuro ha la “scossa”
Presentata per la prima volta al Tokyo Motor Show del 2009 e riproposta in una variante aggiornata alla rassegna giapponese dell'anno scorso, l'Honda EV-Cub esce dalla sfera delle concept per diventare un prodotto di serie. A decretare il passaggio da prototipo a modello ufficiale è Takahiro Hachigo, amministratore delegato del marchio di Tokyo, nel recente intervento sul futuro della società. Un discorso nel quale il numero 1 di Honda ha dichiarato la volontà di potenziare l'offerta di veicoli elettrici, a due e quattro ruote, per contribuire alla riduzione globale delle emissioni di gas serra. Un piano per il futuro nel quale lo scooter a batterie costituisce un punto focale del progetto con la “scossa” e potrebbe rappresentare l'erede moderno del celebre Super Cub che a partire dagli anni Cinquanta ha motorizzato milioni di cittadini, soprattutto asiatici. Destino simile spetta al futuro EV-Cub che, secondo Hachigo, necessita ancor di due anni di sviluppo prima dell'avvio della produzione di serie prevista per il 2018. Inizialmente, infatti, le vendite dell'elettrico di Tokyo saranno limitate al mercato giapponese per poi espandersi gradualmente ai principali paesi dell'Asia. Più lontano, almeno per il momento, sembra lo sbarco nel Vecchio Continente, anche se molto dipenderà dalla crescita della domanda di scooter elettrici in Europa, oggi in apparenza più orientata verso le bici a pedalata assistita. Quanto alla versione definitiva dell'EV-Cub non esistono certezze sulle forme definitive, anche se non dovrebbero discostarsi molto da quelle dei prototipi visti al Salone di Tokyo, molto simili tra loro e oggetto di apprezzamenti unanimi. Il sistema elettrico dovrebbe confermare la presenza delle batterie estraibili al centro della carrozzeria, mentre l'autonomia dovrebbe essere sufficiente per gli spostamenti urbani quotidiani.
Presentata per la prima volta al Tokyo Motor Show del 2009 e riproposta in una variante aggiornata alla rassegna giapponese dell'anno scorso, l'Honda EV-Cub esce dalla sfera delle concept per diventare un prodotto di serie. A decretare il passaggio da prototipo a modello ufficiale è Takahiro Hachigo, amministratore delegato del marchio di Tokyo, nel recente intervento sul futuro della società. Un discorso nel quale il numero 1 di Honda ha dichiarato la volontà di potenziare l'offerta di veicoli elettrici, a due e quattro ruote, per contribuire alla riduzione globale delle emissioni di gas serra. Un piano per il futuro nel quale lo scooter a batterie costituisce un punto focale del progetto con la “scossa” e potrebbe rappresentare l'erede moderno del celebre Super Cub che a partire dagli anni Cinquanta ha motorizzato milioni di cittadini, soprattutto asiatici. Destino simile spetta al futuro EV-Cub che, secondo Hachigo, necessita ancor di due anni di sviluppo prima dell'avvio della produzione di serie prevista per il 2018. Inizialmente, infatti, le vendite dell'elettrico di Tokyo saranno limitate al mercato giapponese per poi espandersi gradualmente ai principali paesi dell'Asia. Più lontano, almeno per il momento, sembra lo sbarco nel Vecchio Continente, anche se molto dipenderà dalla crescita della domanda di scooter elettrici in Europa, oggi in apparenza più orientata verso le bici a pedalata assistita. Quanto alla versione definitiva dell'EV-Cub non esistono certezze sulle forme definitive, anche se non dovrebbero discostarsi molto da quelle dei prototipi visti al Salone di Tokyo, molto simili tra loro e oggetto di apprezzamenti unanimi. Il sistema elettrico dovrebbe confermare la presenza delle batterie estraibili al centro della carrozzeria, mentre l'autonomia dovrebbe essere sufficiente per gli spostamenti urbani quotidiani.
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