Francia, gli spot auto promuovono le biciclette
Dal 1° marzo entra in vigore una legge che obbliga i costruttori di automobili a inserire nelle pubblicità di vetture delle frasi a favore della mobilità sostenibile elaborate dal ministero della Transizione ecologica. Dal 2028 sarà vietata anche la pubblicità dei modelli con emissioni di CO2 superiori ai 128 grammi/km
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Green Planet
Multe fino a 50.000 euro
“Per i viaggi brevi, vai a piedi o in bicicletta”. È uno dei messaggi che dal 1° marzo 2022 diventerà obbligatorio inserire all’interno delle pubblicità delle auto pubblicate sulla carta stampata o trasmesse in tv, al cinema, in radio o sui canali digitali. Accade in Francia, dove una nuova legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale costringe gli inserzionisti del mondo automotive a utilizzare le frasi previste dal ministero della Transizione ecologica a favore della mobilità sostenibile e alternativa come quella citata o come “Considera il car pooling” e “Prendi i mezzi pubblici”. L’intento del legislatore, naturalmente, è mettere in evidenza le alternative all’uso dell’auto che possono contribuire a contenere le emissioni di gas serra e di inquinanti dannosi per il Pianeta e le persone.
La conferma arriva direttamente da Barbara Pompili, la ministra della Transizione ecologica, secondo cui “decarbonizzare il trasporto non significa solo passare ai motori elettrici, ma anche usare il trasporto pubblico o la bicicletta quando possibile”. La norma, per altro, rientra in un pacchetto di provvedimenti a favore della mobilità attiva e bike friendly comprendente il divieto di fare pubblicità ai modelli che emettono oltre 123 grammi/km di CO2 a partire dal 1° gennaio 2028. Una serie di misure poco gradite ai costruttori di auto che rischiano anche una multa fino a 50.000 euro per ogni inserzione che violi la nuova legge. Se gli umori non sono buoni, c’è da considerare che le richieste delle associazioni ambientaliste erano ancora più severe: il bando delle pubblicità di auto con emissioni superiori ai 95 g/km di CO2. Un limite che, di fatto, avrebbe escluso dagli spot tutte le vetture ad esclusione di elettriche, ibride plug-in e i più efficienti modelli ibridi o di piccola taglia. Se fosse passato il tetto del 95 grammi, sostengono gli esperti, si sarebbe rischiato di mettere in crisi il settore delle quattro ruote già debilitato dal calo di vendite della pandemia, ma pure quello dell’editoria. La pubblicità di auto, infatti, è il secondo inserzionista in Francia, dietro la grande distribuzione.
“Per i viaggi brevi, vai a piedi o in bicicletta”. È uno dei messaggi che dal 1° marzo 2022 diventerà obbligatorio inserire all’interno delle pubblicità delle auto pubblicate sulla carta stampata o trasmesse in tv, al cinema, in radio o sui canali digitali. Accade in Francia, dove una nuova legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale costringe gli inserzionisti del mondo automotive a utilizzare le frasi previste dal ministero della Transizione ecologica a favore della mobilità sostenibile e alternativa come quella citata o come “Considera il car pooling” e “Prendi i mezzi pubblici”. L’intento del legislatore, naturalmente, è mettere in evidenza le alternative all’uso dell’auto che possono contribuire a contenere le emissioni di gas serra e di inquinanti dannosi per il Pianeta e le persone.
La conferma arriva direttamente da Barbara Pompili, la ministra della Transizione ecologica, secondo cui “decarbonizzare il trasporto non significa solo passare ai motori elettrici, ma anche usare il trasporto pubblico o la bicicletta quando possibile”. La norma, per altro, rientra in un pacchetto di provvedimenti a favore della mobilità attiva e bike friendly comprendente il divieto di fare pubblicità ai modelli che emettono oltre 123 grammi/km di CO2 a partire dal 1° gennaio 2028. Una serie di misure poco gradite ai costruttori di auto che rischiano anche una multa fino a 50.000 euro per ogni inserzione che violi la nuova legge. Se gli umori non sono buoni, c’è da considerare che le richieste delle associazioni ambientaliste erano ancora più severe: il bando delle pubblicità di auto con emissioni superiori ai 95 g/km di CO2. Un limite che, di fatto, avrebbe escluso dagli spot tutte le vetture ad esclusione di elettriche, ibride plug-in e i più efficienti modelli ibridi o di piccola taglia. Se fosse passato il tetto del 95 grammi, sostengono gli esperti, si sarebbe rischiato di mettere in crisi il settore delle quattro ruote già debilitato dal calo di vendite della pandemia, ma pure quello dell’editoria. La pubblicità di auto, infatti, è il secondo inserzionista in Francia, dietro la grande distribuzione.
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