Fase 2: spostamenti tra regioni a rischio per la movida
La curva dei contagi è positiva, ma il pericolo di una seconda ondata tutt’altro che scongiurato. Gli esperti temono i comportamenti registrati in questi giorni nelle piazze e sulle spiagge. Se i numeri dovessero tornare a crescere, ci potrebbero essere nuovi lockdown in zone specifiche
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Spostamenti tra regione a rischio movida
Fino a qualche giorno fa il 3 giugno sembrava essere la data giusta per la riapertura dell'Italia con spostamenti liberi da una regione all’altra. Il rischio contagio e, quindi seconda ondata, è però tutt’altro che scongiurato: la curva è in calo, ma per conoscere gli effetti della riapertura parziale bisognerà attendere ancora qualche giorno. In particolare, si temono gli assembramenti registrati in questi giorni nelle piazze di molte città, con bar e ristoranti nuovamente aperti e “presi d’assalto” dalla movida serale. Discorso tra l’altro che vale anche per le spiagge del Sud Italia, affollate da centinaia di bagnanti. Gli “esperti del Comitato tecnico scientifico” si sono detti in proposito particolarmente preoccupati per le potenziali conseguenze dannose delle riaperture. Tutto questo, è chiaro, influenzerà le scelte del Governo e, quindi, le modalità attraverso le quali saranno riaperte le regioni e nuovamente concessi gli spostamenti in tutta Italia. “Il criterio per la riapertura - è tornato a ripetere il responsabile degli Affari regionali Francesco Boccia - sarà il numero dei contagi”. Se questi dovessero tornare a crescere, la linea sarebbe quella di un nuovo lockdown, questa volta però non generalizzato ma localizzato alle sole regioni più rischio "seconda ondata", con chiusure differenziate nelle aree più colpite. C’è molta incertezza: al momento risulta impossibile ottenere risposte certe e le decisioni sono continuamente rimandate. Impossibile per tanto ottenere informazioni riguardo a cosa potrà succedere a settembre, quando cioè, come richiesto da migliaia di genitori scesi in piazza, riapriranno le scuole.
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