Erik Buell Racing in fallimento: buco da 20 milioni di dollari
La stampa americana ne ha dato notizia pochi giorni fa: l’azienda nata dalla Buell, chiusa nel 2009 dalla proprietaria Harley-Davidson, ha un passivo troppo grande per poter proseguire. Incerta anche la prosecuzione dell’avventura della EBR nel mondiale Superbike
Image
Industria e finanza
Nuovo stop per Buell
E così, per la seconda volta in pochi anni, Erik Buell ha dovuto abbassare la saracinesca alla sua fabbrica dove lavorano 126 dipendenti, dichiarando il fallimento. Dal 2009, anno dello stop imposto da H-D, l’ingegnere americano era ripartito con il sostegno dell’indiana Hero MotoCorp, che deteneva il 49% delle quote. Buell aveva anche deciso di tentare la sorte nel Mondiale SBK, schierando due moto dallo scorso anno, confermate anche quest’anno con Niccolò Canepa e Larry Pegram come piloti. Ma il buco finanziario creato dalla gestione della EBR è troppo rilevante: 20 milioni di dollari. A questo punto la procedura di fallimento potrebbe anche portare alla vendita all’asta del marchio. È stato lo stesso Buell a comunicare la notizia, spiegando le motivazioni della sofferta decisione: “La piega che ha preso la questione di recente è stata inaspettata, perché eravamo sicuri di fare passi avanti. Eravamo certi di avere investimenti sicuri ma alla fine non sono arrivati in tempo. Dire che che sia semplicemente dispiaciuto non rende l'idea di come mi sento veramente. È un triste epilogo, ma spero personalmente in un nuovo e migliore inizio”. Con molta probabilità sono stati gli indiani a chiudere i rubinetti, non mettendo a disposizione i capitali attesi da Buell. Decisione che appare al momento poco comprensibile: l’accordo con la Hero, infatti, era che il team di Erik avrebbe realizzato alcune moto di piccola cilindrata destinate al mercato orientale, lavoro che è stato compiuto visto che in India sono state presentate alcune sportive Hero progettate da EBR. A questo punto è molto incerta la prosecuzione dell'avventura del team EBR nel mondiale SBK che questo weekend affronterà la tappa di Assen.
E così, per la seconda volta in pochi anni, Erik Buell ha dovuto abbassare la saracinesca alla sua fabbrica dove lavorano 126 dipendenti, dichiarando il fallimento. Dal 2009, anno dello stop imposto da H-D, l’ingegnere americano era ripartito con il sostegno dell’indiana Hero MotoCorp, che deteneva il 49% delle quote. Buell aveva anche deciso di tentare la sorte nel Mondiale SBK, schierando due moto dallo scorso anno, confermate anche quest’anno con Niccolò Canepa e Larry Pegram come piloti. Ma il buco finanziario creato dalla gestione della EBR è troppo rilevante: 20 milioni di dollari. A questo punto la procedura di fallimento potrebbe anche portare alla vendita all’asta del marchio. È stato lo stesso Buell a comunicare la notizia, spiegando le motivazioni della sofferta decisione: “La piega che ha preso la questione di recente è stata inaspettata, perché eravamo sicuri di fare passi avanti. Eravamo certi di avere investimenti sicuri ma alla fine non sono arrivati in tempo. Dire che che sia semplicemente dispiaciuto non rende l'idea di come mi sento veramente. È un triste epilogo, ma spero personalmente in un nuovo e migliore inizio”. Con molta probabilità sono stati gli indiani a chiudere i rubinetti, non mettendo a disposizione i capitali attesi da Buell. Decisione che appare al momento poco comprensibile: l’accordo con la Hero, infatti, era che il team di Erik avrebbe realizzato alcune moto di piccola cilindrata destinate al mercato orientale, lavoro che è stato compiuto visto che in India sono state presentate alcune sportive Hero progettate da EBR. A questo punto è molto incerta la prosecuzione dell'avventura del team EBR nel mondiale SBK che questo weekend affronterà la tappa di Assen.
Aggiungi un commento