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Tavola rotonda FMI, per l'enduro servono regole e responsabilità

Lunedì scorso a Milano si è tenuta la prima di una serie di tavole rotonde organizzate da FMI copn la parteciupazione del Corpo Forestale dello Stato. Il tema è di grande attualità: come e dove praticare l'enduro in Italia, soprattutto al di fuori di gare ed eventi. Servono regole certe e comportamenti rispettosi per tutelare i diritti degli appassionati
Enduro, fuori dalle gare è un problema
Lunedì scorso c'era una platea di circa 150 persone, tra Moto Club lombardi e addetti ai lavori, alla Tavola Rotonda organizzata da FMI. L'incontro è il primo dei tanti che analizzeranno la situazione in ogni regione italiana, argomenti all'ordine del giorno la difesa della pratica sportiva del fuoristrada, il dialogo con le Istituzioni locali e regionali e la sensibilizzazione sul corretto utilizzo del territorio. A rendere ancora più “attuale” l'argomento, è stato il recente servizio di Striscia la Notizia in cui si stigmatizzava il comportamento di alcuni enduristi che transitavano su percorsi vietati ai mezzi a motore. Il problema principale, infatti, non sono gli eventi che prevedono regolamenti stringenti e non provocano danni al territorio: grazie a un accordo stretto qualche anno fa col Corpo Forestale, infatti, è possibile organizzare gare e "cavalcate" senza infrangere alcuna normativa. Il discorso invece è diverso per gli enduristi amatoriali che scorrazzano in zone vietate. Zone vietate, va detto, che in molte regioni rappresentano la quasi totalità dei percorsi percorribili, lasciando agli appassionati ben poche possibilità.
Fare enduro al di fuori di eventi specifici, attualmente è difficile. La soluzione suggerita sia da FMI sia dal Corpo Forestale è quella di chiedere una revisione dei decreti che vietano il fuoristrada sul territorio, una richiesta che può partire dai MotoClub, i quali possono far sentire la loro voce. Claudio D'Amico (comandante del Corpo Forestale di Arezzo) ha inoltre spiegato che dovrebbero essere proprio i Motoclub a impegnarsi, tramite i propri associati, a reprimere i comportamenti illeciti. Insomma, occorrono nette prese di posizione da parte di tutti gli appassionati, che dovrebbero isolare quanti vanno oltre le righe. In questo modo si guadagnerebbe il credito necessario presso le istituzioni per cambiare lo stato delle cose. Il Corpo Forestale, è stato ribadito, è inoltre sempre disponibile per fornire consulenze e capire come muoversi nel ginepraio delle leggi e regolamenti locali.
Il presidente Paolo Sesti ha successivamente dichiarato: "Sono convinto che, attraverso l'educazione e la sensibilizzazione degli appassionati, la pratica del fuoristrada possa proseguire senza difficoltà. Il Protocollo, sottoscritto nel 2012 con il Corpo Forestale dello Stato, ha un preciso fine: quello di mettere in condizione tutti i praticanti e gli organizzatori dell'attività off-road di essere dalla parte della ragione. In quest'ottica, la riunione tenutasi ieri a Milano darà il via ad una serie di incontri che avranno luogo, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, anche nelle altre regioni interessate da problematiche legate alla circolazione fuoristrada". Particolare attenzione verrà dedicata alle strutture permanenti che alcuni club vorrebbero mettere a disposizione degli appassionati: ne riuparleremo presto.
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