Dove finiranno i documenti delle moto storiche? Il presidente FMI scrive alla Motorizzazione
Dal 1° gennaio 2020 è incominciata l’introduzione del Documento Unico di Circolazione, prevista dal Decreto Legislativo 98/2017, ed è una novità che genera preoccupazione nei proprietari di motociclette di interesse storico e collezionistico
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Addio documenti originali?
Il DUC – così viene definito – sostituisce il certificato di proprietà, di competenza dell’Automobil Club Italiano, e il libretto di circolazione del veicolo, che riguarda invece la Motorizzazione. Di per sé riunire tutto in un unico documento sarebbe una buona cosa, il timore è legato al futuro dei documenti originali, che in ambito collezionistico hanno un valore fondamentale. A mo’ di esempio, che valore avrebbe la Ducati Scrambler 250 di Lucio Dalla senza il libretto con il nome e la data di nascita del proprietario? Cosa la distinguerebbe da una copia?
Per questo motivo Il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Giovanni Copioli, si è rivolto all’ing. Alessandro Calchetti, direttore generale della Motorizzazione Civile, manifestandogli la preoccupazione che i libretti di circolazione possono venire distrutti con conseguente diminuzione del valore dei veicoli.
“Le chiedo di prendere in considerazione la salvaguardia della documentazione storica a corredo del motociclo, a prescindere dal fatto che essa sia o meno valida per la circolazione.“ scrive il Presidente in una lettera aperta. E propone anche una soluzione:
“Si tratterebbe di applicare la Circolare del Ministero dei Trasporti prot. n. 1731/4300(4) del 15 settembre 1994, che prevede, per i mezzi di interesse storico e collezionistico per i quali sia necessario l'aggiornamento della carta di circolazione, la conservazione del documento originale, con apposta la dicitura "Annullato, non valido per la circolazione".
Copioli ricorda anche “il DM 17/12/2009, che è la risultanza di un tavolo di lavoro tra i registri storici riconosciuti dall'art. 60 del Nuovo Codice della Strada, ad ottenere la possibilità di reimmatricolazioni e reiscrizioni al PRA mantenendo la vecchia documentazione tanto cara ai collezionisti”.
E conclude con una preghiera:
“Non disperdiamo, la prego, tutto il lavoro svolto”.
Ma non si limita a quella ed aggiunge la disponibilità a collaborare per definire ambiti, procedure ed eventuale impegno dei registri storici per garantire il mantenimento della documentazione originale dei mezzi.
Il DUC – così viene definito – sostituisce il certificato di proprietà, di competenza dell’Automobil Club Italiano, e il libretto di circolazione del veicolo, che riguarda invece la Motorizzazione. Di per sé riunire tutto in un unico documento sarebbe una buona cosa, il timore è legato al futuro dei documenti originali, che in ambito collezionistico hanno un valore fondamentale. A mo’ di esempio, che valore avrebbe la Ducati Scrambler 250 di Lucio Dalla senza il libretto con il nome e la data di nascita del proprietario? Cosa la distinguerebbe da una copia?
Per questo motivo Il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Giovanni Copioli, si è rivolto all’ing. Alessandro Calchetti, direttore generale della Motorizzazione Civile, manifestandogli la preoccupazione che i libretti di circolazione possono venire distrutti con conseguente diminuzione del valore dei veicoli.
“Le chiedo di prendere in considerazione la salvaguardia della documentazione storica a corredo del motociclo, a prescindere dal fatto che essa sia o meno valida per la circolazione.“ scrive il Presidente in una lettera aperta. E propone anche una soluzione:
“Si tratterebbe di applicare la Circolare del Ministero dei Trasporti prot. n. 1731/4300(4) del 15 settembre 1994, che prevede, per i mezzi di interesse storico e collezionistico per i quali sia necessario l'aggiornamento della carta di circolazione, la conservazione del documento originale, con apposta la dicitura "Annullato, non valido per la circolazione".
Copioli ricorda anche “il DM 17/12/2009, che è la risultanza di un tavolo di lavoro tra i registri storici riconosciuti dall'art. 60 del Nuovo Codice della Strada, ad ottenere la possibilità di reimmatricolazioni e reiscrizioni al PRA mantenendo la vecchia documentazione tanto cara ai collezionisti”.
E conclude con una preghiera:
“Non disperdiamo, la prego, tutto il lavoro svolto”.
Ma non si limita a quella ed aggiunge la disponibilità a collaborare per definire ambiti, procedure ed eventuale impegno dei registri storici per garantire il mantenimento della documentazione originale dei mezzi.
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