Decreto sicurezza, stop a chi usa veicoli immatricolati all'estero
Il decreto sicurezza e immigrazione approvato lunedì dal Senato introduce nuove norme che andranno a incidere anche sull'uso di autoveicoli e motoveicoli. Diverse le novità: si allargano le maglie del Daspo urbano, i dati di chi noleggia un veicolo saranno comunicati al Ced interforze e il periodo per circolare in Italia con auto estere si accorcia a 60 giorni
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Politica e trasporti
Decreto sicurezza
Immatricolare il veicolo all’estero per evitare tasse e multe: qualche mese fa si era tornati sull’argomento grazie - anche - al servizio firmato da Milena Gabanelli e Alessio Ribaudo pubblicato sul Corriere della Sera (nel parlavamo qui). Un problema assai noto ma, pare, di difficile risoluzione: sono infatti sempre più numerosi gli automobilisti e i motociclisti che, circolando con auto immatricolate in paesi come Bulgaria o Romania, aggirano la legge italiana per evitare il pagamento di iva, multe, bollo, spese di immatricolazione e di revisione. Ora, con il sì del Senato ottenuto dal nuovo decreto sicurezza e immigrazione (perché diventi legge manca però ancora l’ok della Camera) le cose potrebbero cambiare: “i furbetti che fino a ieri utilizzavano in Italia veicoli immatricolati all’estero, pur risiedendo nel nostro Paese, non potranno più eludere tasse e controlli”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, spiegando: “Abbiamo infatti inserito nel decreto sicurezza una norma che, con alcune deroghe, vieta, a chi risiede in Italia da oltre 60 giorni, di circolare sul territorio nazionale con veicoli a targa estera”. Le cose potrebbero cambiare, ma non è detto: sull’effettiva utilità e sulla fattiva applicabilità rimangono infatti non pochi dubbi. In riferimento ai soli veicoli, all’interno del decreto si parla anche di nuove norme anti-terrorismo per il noleggio e di un allargamento dell’uso del Daspo urbano. Nel primo caso si obbligherebbero i gestori delle attività di autonoleggio a comunicare i dati identificativi dei clienti al Ced interforze (una banca dati informatica) con conseguente attivazione delle forze dell’ordine in “casi sospetti”, nel secondo invece si dà al sindaco la possibilità di stabilire - in collaborazione con il Prefetto - un divieto di accesso ad alcune aree della città per chi "ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità delle strade". Il decreto, in pratica, estende l’applicazione del Daspo ai “presidi sanitari”, alle zone di particolare interesse turistico, alle “aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli”.
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