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Dakar 2018, al via il 6 gennaio la 40ª edizione

Scatterà il 6 gennaio da Lima la 40ª edizione del rally Dakar, la competizione motoristica più avvincente del mondo che, tramite un percorso che si estende dal Perù all’Argentina, passando per la Bolivia, toccherà una distanza totale di quasi 9mila chilometri, attraverso deserti, condizioni atmosferiche estreme e un’altitudine che sfiorerà i cinquemila metri
40 anni di passione
Manca solo una manciata di ore alla partenza della Dakar 2018. Quella di quest’anno sarà un’edizione speciale, la 40ª in assoluto nonché la 10ª in Sudamerica e, nonostante sia passato molto tempo, i piloti che vi prenderanno parte sono animati dallo stesso desiderio di avventura e dalla stessa sete di scoperta di 40 anni fa, grazie soprattutto al percorso, che promette davvero tanta sabbia.
Il via per la gara più dura del mondo, dunque, scatterà il 6 gennaio da Lima, in Perù, dove i concorrenti affronteranno subito le maestose dune del deserto peruviano che si estendono su cinque livelli. Il direttore sportivo e cinque volte vincitore della Dakar Marc Coma ha assicurato che il programma includerà «Tutti i tipi di sabbia in Perù». Una notizia decisamente interessante, dopo l’edizione flagellata dal maltempo dello scorso anno, quando abbiamo assistito a numerose tappe tagliate o addirittura annullate a causa delle continue alluvioni e solo a una manciata di chilometri di sabbia.
Ma se le dune del Perù faranno una prima selezione, anche il passaggio in Bolivia non è da sottovalutare. In 14 tappe che si snoderanno lungo quasi 9mila chilometri totali, di cui 4.500 di prove speciali, i piloti saranno chiamati ad affrontare condizioni atmosferiche estreme e, ancora una volta, l’altitudine, che sfiorerà i cinquemila metri, prima di giungere all’arrivo il 20 gennaio.
Marc Coma ha disegnato il percorso in un crescendo di difficoltà con le tappe decisive nella terza parte, quando la gara entrerà in Argentina: «La Super Fiambalá (Belén-Chilecito), che coincide con la seconda parte della tappa marathon stage per le moto e i quad, potrebbe essere decisiva soprattutto per le torride temperature di questa regione», ha sottolineato il direttore sportivo.
La Dakar 2018 vede 337 veicoli al via, di cui 142 moto. Amatori e professionisti sono accomunati da un unico obiettivo: salire sul podio di Córdoba, capitale del motorsport argentino e traguardo della grande maratona. Nella categoria moto continua il dominio di KTM anche nell’era post Despres-Coma. Il 2016 ha visto il trionfo di Toby Price, mentre lo scorso anno la vittoria è andata a Sam Sunderland, che ha festeggiato un doppio successo: completare il rally per la prima volta e vincerlo. Per il 2018 KTM rilancia la sfida anche con Matthias Walkner, 2º l’anno scorso e vincitore del Rally del Marocco, e Antoine Méo, 4º. Tra i piloti ufficiali KTM spicca Laia Sanz, 13 volte campionessa del mondo di Trial femminile e dieci volte campionessa europea della medesima disciplina. Dal debutto alla Dakar nel 2011, la giovane spagnola ha sempre portato a termine la gara, conquistando addirittura un 9º posto assoluto nel 2015.
Honda contrattaccherà con uno squadrone di quattro alfieri e un portatore d’acqua. Con un palmarès di 19 vittorie di tappa, Joan Barreda è sicuramente il pilota più veloce, anche se il più costante è Paulo Gonçalves. Secondo nel 2015, il portoghese ha tutte le carte in regola per puntare al gradino più alto del podio. Costretto a dare forfait per incidente nel 2017, Kevin Benavides si è preparato bene per l’appuntamento, come dimostra il 2º piazzamento in Marocco.
Yamaha, dopo vari podi, è ancora in attesa del trionfo. Se David Frétigné (2009), Hélder Rodrigues (2011 e 2012) e Olivier Pain (2014) hanno scritto la storia della Casa dei tre diapason, il presente vede le speranze riposte in Adrien van Beveren, 4º l’anno scorso, Franco Caimi, 8º e miglior esordiente del 2017 e Xavier de Soultrait, vincitore del Merzouga Rally.
Tra gli azzurri, il pilota più esperto è sicuramente Alessandro Botturi su Yamaha. Dopo tre anni da ufficiale, il Bottu potrà ancora contare sul supporto di Yamaha Europe, ma è inserito in una struttura privata: «Sono contento di questa nuova avventura e potrò contare ancora su Yamaha, ma nel team Garda Bikers che ho costituito con gli amici Livio Metelli e Alberto Bertoldi. Non avrò pressione e questo mi permetterà di affrontare la corsa al meglio. Voglio fare una gara intelligente e sono sicuro di poter fare bene».
Pronti a partire anche Jacopo Cerutti su Husqvarna, neocampione italiano di Motorally e con due Dakar alle spalle, tra cui un ottimo 12º posto al debutto nel 2016 e Alessandro Ruoso su KTM, al via dopo il 38º posto nel 2017 al debutto. Tra i rookies, da tenere d’occhio Maurizio Gerini, al via insieme a Fausto Vignola con il Team Solaris di Castiglion Fiorentino e l’aretino Gabriele Minelli.
Nello spirito dei pionieri della Dakar, alcuni piloti di moto e quad hanno deciso di affrontare la grande avventura nella sua espressione più estrema: la classe Malle Moto, dove i concorrenti corrono da soli, senza una squadra di assistenza. Una categoria che per il 2018 ha visto un aumento d’iscritti: ben 28, contro i 19 dello scorso anno. Tra questi Olivier Pain (3º nel 2014) che sfiderà Jürgen Van den Goorgbergh e Lyndon Poskitt per reclamare il primato tra i temerari.
La Dakar 2018 sarà senza dubbio un’edizione avvincente grazie ai molti piloti favoriti: addirittura una decina, secondo il campione in carica Sam Sunderland, che ovviamente lo include come uno dei contendenti, e che dimostra quanto siano cambiate le cose da quando il titolo era una sfida a due tra Cyril Despres e Marc Coma.
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