Dakar 2017, risultati settima tappa: Brabec vince, ma Sunderland resta leader
Nonostante l’attacco sferrato dai piloti Honda e la vittoria di Brabec nella settima tappa, la classifica generale non subisce cambiamenti, confermando Sunderland primo assoluto, mentre Manuel Lucchese su Yamaha è stato il più veloce tra gli italiani
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Off-Road
Honda attacca nella tappa Marathon
Dopo la penalità di un’ora inflitta dall'organizzazione a tutto il team Honda (e non annullata come la squadra sperava) i piloti Honda hanno affrontato la settima tappa, l aprima della seconda settimana della Dakar all’attacco. È arrivata così la vittoria dello statunitense Ricky Brabec, che ha centrato un successo di tappa per prima volta nella sua carriera dakariana. Dopo di lui il portoghese Paulo Gonçalves e, al 3º posto la KTM di Sam Sunderland, che mantiene così il primo posto nella classifica generale e che ha aumentato ulteriormente il suo vantaggio sulla Husqvarna di Quintanilla, secondo nella classifica generale. Joan Barreda, ex leader dell’assoluta, a causa di un piccolo errore di navigazione ha imboccato una strada parallela impiegando più tempo per terminare la Speciale, e chiudendo al 4° posto davanti a Xavier de Soultrait su Yamaha, e all’ultimo pilota HRC Michael Metge.
Proprio de Soultrait ieri è stato protagonista di una caduta senza gravi conseguenze, esattamente com’è accaduto al 3° in classifica Van Beveren, la sua Yamaha comunque sembra non aver riportato danni pesanti. Una fortuna per il francese, dal momento che ieri era la giornata della tappa Marathon a Uyuni e quindi i piloti si sono dovuti occupare personalmente delle loro moto, senza poter contare sull'assistenza dei meccanici.
Il settimo stage, che in origine avrebbe dovuto snodarsi lungo un percorso di 622 chilometri totali di cui 322 cronometrati, è stato modificato completamente a causa delle condizioni meteorologiche avverse in Bolivia. Dopo la revisione della tappa da parte degli organizzatori, il percorso è aumentato a 801 km, ma con una speciale di appena 161 chilometri. Proprio a causa delle alluvioni era stata dimezzata anche la tappa del 6 gennaio e, addirittura annullata quella del giorno seguente.
Per quanto concerne gli italiani, il più veloce dopo la pausa è stato il pilota impegnato nella durissima Malle Moto: Manuel Lucchese su Yamaha, che ha conquistato il 39º posto dopo alcuni giorni complicati, in cui ha sofferto a causa dall’altitudine. Per lui e gli altri della categoria senza assistenza, la Marathon non è nulla di più di una giornata "qualunque". Ora il pilota veronese si trova a occupare la 61ª posizione assoluta, il migliore dei nostri rimane comunque Alessandro Ruoso con un 37º posto, seguito da Simone Agazzi 45º, Livio Metelli 72º, Diocleziano Toia 73º e Franco Picco 99º.
L’unico ufficiale degli italiani, Alessandro Botturi, è rientrato in Italia oggi dopo il ritiro a causa di una caduta durante la quarta tappa, in cui ha riportato un trauma cranico ma, fortunatamente, nessuna frattura: "Stavo percorrendo il letto di un fiume a 120 chilometri orari - ha raccontato il pilota Yamaha - avevo il sole negli occhi e ho urtato una pietra molto grande. Sono volato dalla moto perdendo conoscenza e, quando mi sono svegliato, era già arrivato l’elicottero di soccorso, che mi ha trasportato all’ospedale di La Paz per tutti gli accertamenti. In questi giorni ho riflettuto molto e posso dire di essere stato fortunato. Mi dispiace di essere costretto ad abbandonare la corsa per un mio errore. Non ho dimostrato il mio potenziale, stavo andando forte per recuperare posizioni".
L'altro azzurro Luca Manca ha chiuso la tappa in 49ª posizione, la stessa che occupa nella generale: "Oggi non ho trovato le vetture mediche per prendere un po’ di ossigeno, per cui ho sofferto molto per l’altitudine, ma per fortuna la Speciale non era molto lunga. La navigazione era complicata, ma ho mantenuto la concentrazione senza esagerare. Durante il primo giorno della tappa Marathon era importante arrivare alla fine senza cadute o problemi meccanici".
Dopo il tratto selettivo variegato e difficile di ieri, caratterizzato da moltissimo fango, fuoripista, dune e tanta navigazione, il rally oggi lascerà la Bolivia per rientrare in Argentina dove la tappa terminerà nel bivacco di Salta, non prima di aver condotto i piloti attraverso guadi e dune. I veri protagonisti dell’ottava Speciale - in cui i 492 cronometrati saranno spezzati in una prima parte di 171 e una seconda di 246, intervallati da una neutralizzazione di 176 chilometri - saranno tuttavia i canyon, con i loro colori spettacolari.
Classifica generale dopo la settima tappa: 1. Sunderland (KTM) 17.28’53’’ - 2. Quintanilla (Husqvarna) +17’45’’ - 3. Van Beveren (Yamaha) +22’16’’ - 4. Farres Guell (KTM) +28’36’’ - 5. Walkner (KTM) +34’17’’ - 6. De Soultrait (Yamaha) +44’33’’ - 7. Renet (Husqvarna) +01.02’37’’ - 8. Gonçalves (Honda) +01.05’22’’ - 9. Barreda Bort (Honda) +01.14’47’’ - 10. Duplessis (KTM) +01.16’36’’
Dopo la penalità di un’ora inflitta dall'organizzazione a tutto il team Honda (e non annullata come la squadra sperava) i piloti Honda hanno affrontato la settima tappa, l aprima della seconda settimana della Dakar all’attacco. È arrivata così la vittoria dello statunitense Ricky Brabec, che ha centrato un successo di tappa per prima volta nella sua carriera dakariana. Dopo di lui il portoghese Paulo Gonçalves e, al 3º posto la KTM di Sam Sunderland, che mantiene così il primo posto nella classifica generale e che ha aumentato ulteriormente il suo vantaggio sulla Husqvarna di Quintanilla, secondo nella classifica generale. Joan Barreda, ex leader dell’assoluta, a causa di un piccolo errore di navigazione ha imboccato una strada parallela impiegando più tempo per terminare la Speciale, e chiudendo al 4° posto davanti a Xavier de Soultrait su Yamaha, e all’ultimo pilota HRC Michael Metge.
Proprio de Soultrait ieri è stato protagonista di una caduta senza gravi conseguenze, esattamente com’è accaduto al 3° in classifica Van Beveren, la sua Yamaha comunque sembra non aver riportato danni pesanti. Una fortuna per il francese, dal momento che ieri era la giornata della tappa Marathon a Uyuni e quindi i piloti si sono dovuti occupare personalmente delle loro moto, senza poter contare sull'assistenza dei meccanici.
Il settimo stage, che in origine avrebbe dovuto snodarsi lungo un percorso di 622 chilometri totali di cui 322 cronometrati, è stato modificato completamente a causa delle condizioni meteorologiche avverse in Bolivia. Dopo la revisione della tappa da parte degli organizzatori, il percorso è aumentato a 801 km, ma con una speciale di appena 161 chilometri. Proprio a causa delle alluvioni era stata dimezzata anche la tappa del 6 gennaio e, addirittura annullata quella del giorno seguente.
Per quanto concerne gli italiani, il più veloce dopo la pausa è stato il pilota impegnato nella durissima Malle Moto: Manuel Lucchese su Yamaha, che ha conquistato il 39º posto dopo alcuni giorni complicati, in cui ha sofferto a causa dall’altitudine. Per lui e gli altri della categoria senza assistenza, la Marathon non è nulla di più di una giornata "qualunque". Ora il pilota veronese si trova a occupare la 61ª posizione assoluta, il migliore dei nostri rimane comunque Alessandro Ruoso con un 37º posto, seguito da Simone Agazzi 45º, Livio Metelli 72º, Diocleziano Toia 73º e Franco Picco 99º.
L’unico ufficiale degli italiani, Alessandro Botturi, è rientrato in Italia oggi dopo il ritiro a causa di una caduta durante la quarta tappa, in cui ha riportato un trauma cranico ma, fortunatamente, nessuna frattura: "Stavo percorrendo il letto di un fiume a 120 chilometri orari - ha raccontato il pilota Yamaha - avevo il sole negli occhi e ho urtato una pietra molto grande. Sono volato dalla moto perdendo conoscenza e, quando mi sono svegliato, era già arrivato l’elicottero di soccorso, che mi ha trasportato all’ospedale di La Paz per tutti gli accertamenti. In questi giorni ho riflettuto molto e posso dire di essere stato fortunato. Mi dispiace di essere costretto ad abbandonare la corsa per un mio errore. Non ho dimostrato il mio potenziale, stavo andando forte per recuperare posizioni".
L'altro azzurro Luca Manca ha chiuso la tappa in 49ª posizione, la stessa che occupa nella generale: "Oggi non ho trovato le vetture mediche per prendere un po’ di ossigeno, per cui ho sofferto molto per l’altitudine, ma per fortuna la Speciale non era molto lunga. La navigazione era complicata, ma ho mantenuto la concentrazione senza esagerare. Durante il primo giorno della tappa Marathon era importante arrivare alla fine senza cadute o problemi meccanici".
Dopo il tratto selettivo variegato e difficile di ieri, caratterizzato da moltissimo fango, fuoripista, dune e tanta navigazione, il rally oggi lascerà la Bolivia per rientrare in Argentina dove la tappa terminerà nel bivacco di Salta, non prima di aver condotto i piloti attraverso guadi e dune. I veri protagonisti dell’ottava Speciale - in cui i 492 cronometrati saranno spezzati in una prima parte di 171 e una seconda di 246, intervallati da una neutralizzazione di 176 chilometri - saranno tuttavia i canyon, con i loro colori spettacolari.
Classifica generale dopo la settima tappa: 1. Sunderland (KTM) 17.28’53’’ - 2. Quintanilla (Husqvarna) +17’45’’ - 3. Van Beveren (Yamaha) +22’16’’ - 4. Farres Guell (KTM) +28’36’’ - 5. Walkner (KTM) +34’17’’ - 6. De Soultrait (Yamaha) +44’33’’ - 7. Renet (Husqvarna) +01.02’37’’ - 8. Gonçalves (Honda) +01.05’22’’ - 9. Barreda Bort (Honda) +01.14’47’’ - 10. Duplessis (KTM) +01.16’36’’
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