Crisi KTM, gli indiani di Bajaj azionisti di maggioranza?
A poche settimane dalla richiesta di auto-amministrazione, arrivano buone notizie per KTM. Da quanto si apprende, sembra ci siano tre investitori interessati, tra cui gli indiani di Bajaj
Nuovi investitori?
Tenutasi la scorsa settimana presso il tribunale regionale di Ried im Innkreis, nell'Alta Austria, l'assemblea dei creditori apre nuove ipotesi per il futuro di KTM. Da quanto è emerso, sembra infatti che ci siano tre soggetti interessati ad investire nell’azienda e ad aiutarla a risanare una parte del deficit: 700 milioni di euro sull’1,5 miliardi di debito. Tra questi (è l’unico nome emerso per ora) niente meno che Bajaj, colosso indiano che già detiene il 49,9% di Pierer Mobility e che, se l’accordo dovesse andare in porto, diventerebbe il primo azionista del marchio. Poco più che supposizioni, le notizie verranno confermate - o smentite - dalla seconda metà di gennaio, quando ciò le firme verranno eventualmente depositate per la firma.
Di certo c’è che la “buona notizia” ha già portato ad un rialzo del 35% del titolo di KTM che, nell’annunciare la salita. Ha anche confermato la propria partecipazione alla MotoGP 2025. Come accennato, per saperne di più dovremo però attendere l’inizio del nuovo anno. Ovviamente, vi terremo aggiornati.
Cos’è successo
Cogliamo l’occasione per ripercorrere brevemente le “tappe” della crisi. Lo scorso 29 novembre (ve ne parlavamo qui), il gruppo Pierer aveva fatto richiesta al tribunale di avviare la procedura di ristrutturazione in auto-amministrazione con l’obiettivo di giungere a un accordo con i creditori entro 90 giorni ed avviare in tal modo il piano di riorganizzazione necessario ad uscire dalla crisi. La strategia si basa su una riduzione progressiva delle scorte che adegui l'eccesso di produzione, nonchè sul contenimento dei costi operativi. Tra le misure previste figuravano la svalutazioni di beni, una profonda revisione dei costi fissi ed un’altrettanto significativa riduzione del personale. Come già vi raccontavamo qui, nell’ultimo anno (16 mesi per l’esattezza), la casa austriaca ha visto infatti un peggioramento drammatico della sua situazione finanziaria, con un debito crescente e una perdita vicina al 90% del valore azionario.